Canzone,io credo che saranno radi
color che tua ragione intendan bene,
tanto la parli faticosa e forte.
Onde,se per ventura elli addivene
che tu dinanzi da persone vade
che non ti paian d'essa bene accorte,
allor ti priego che ti riconforte,
dicendo lor,diletta mia novella:
"Ponete mente almen com'io son bella!"
Dante,Convivio.
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Post n°258 pubblicato il 28 Gennaio 2015 da woodenship
Fortuna che va nella caverna cade goccia sonora sulla roccia traccia sgargiante coccinella dal paradiso all'inferno impunita l'eco ne rimanda l'essenza linea tra licheni e muschi fiorita sul palmo incrocia la vita ferita in cancrena Fortuna che va il mio desiderarti attinge alla tavolozza iridescenze liquidi brillantini inebrianti all'olfatto intarsio intriso di gemiti e sospiri torpore che dalla mano giunge al cuore: tu che sussurri d'amarmi vellutata particella ferale svaporante indefinita annusata a pelle Fortuna che va sudore in condensa affaticarsi affannato nella rincorsa d'un lavoro "stesso umore paradiso o inferno"dicevo tra un peso e l'altro scaricato all'ortofrutticolo un sacco o un secchio di calce in cantiere trascolorando da una visione all'altra di te fuor di serra breve vibrare d'antenne Fortuna che vai di fiore in fiore mestizia |
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E, leggendo i tuoi versi, ho trovato proprio questo significato: una forza neutra, irrazionale, imperscrutabile e, a volte, destabilizzante, i cui effetti possono renderci sia felici che sventurati. E mi è sembrato come tu avessi dipinto delle scene legate da un unico fil rouge che insegue frammenti di memoria. E quando ti pare di arrivare ad un punto, ti trovi deviata su un altrove che non avevi considerato prima. Può sembrare una discrepanza, ma è solo una nuova direzione che cela spazi appena immaginati: segnali di vita a intermittenza visti di sguincio o mai vissuti che diventano segni della memoria , complesse tele di ragno che imbrigliano e tracciano un imperscrutabile disegno in cui paradiso e inferno hanno lo stesso ingresso…
Perché, in fondo, stiamo vivendo una storia davanti alla quale anche le allucinazioni di Kafka si dichiarerebbero sconfitte.
Seduti nel teatrino dell’assurdo non ci accorgiamo che stiamo assistendo alla rappresentazione di un'ossessione in bilico tra virtù e degrado…
grazie sempre per farmi volare i pensieri... che la notte scenda lieve sui tuoi
Piccola, corazzata, con due alucce nascoste ma sempre pronte all'uso per spostarsi più rapidamente: rossa come l'energia che sembra animarla e puntinata di nero a renderla, forse, più prudente.
Una sensazione bellissima, quando ti si avvicina e ti percorre la mano con le sue minuscole zampe: miracolo di un'esistenza che ti trova pur essendo a se stessa ancorata. Per questo vola...
Sei stato molto bravo a descrivere il suo percorso tanto simile alla fortuna di averla incontrata.
Almeno per me...:)
Un bacio lungo un giorno alle tue mani che l'hanno scritta...Gabriella.
Il mio forte forte abbraccio per te ....W.....
Ciao caro Wood...
se è fortunata, un'altra poesia la farà tornare, la fortuna :-)
Buona serata e un dolce abbraccio
Devo però dire che la tua ricerca poetica è molto interessante, e qui non c'è solo poesia ma anche e soprattutto cultura, e questa è ben altra cosa.
Non commento generalmente le poesie perché sono un fatto così personale e così intimo che è difficile volergli dare una qualche spiegazione, si rischia semnpre di dire una fesseria dietro l'altra. Purtuttavia so apprezzare chi sa scrivere bene e so gustare le belle poesie. E' stato quindi un piacere sostare nel tuo blog. Magari ripasserò con più calma.
Ciao...CARLO.
Non pretendo che tutti siano Einstein o Neruda, però chiedo almeno sincerità e un po' di umiltà in chi non può ambire a volare nel cielo non avendo le ali.
Penso che la poesia sia un'arte difficile e delicata, tanto preziosa quanto frutto di una lunga ricerca. Chi scrive poesie a ripetizione come se fosse in una catena di montaggio pensa alla quantità ma perde la qualità. Tu mi insegni che la ricerca linguistica è molto importante così come lo è la musicalità delle parole oltre naturalmente alla corposità delle stesse. Chi non conosce la lingua italiana o ne sa appena il sufficiente per comperare la pasta dal droghiere e per salutare, non penso possa cimentarsi in un lavoro così impegnativo a meno di non risultare patetico e/o ridicolo.
Peraltro, anche conoscendo perfettamente l'Italiano, non è detto che si riesa a mettere insieme le parole in modo da dar loro forma poetica, per questo occorre molta sensibilità e la capacità di fornire una certa musicalità alle parole stesse, compito tutt'altro che facile. La poesia è un distillato dell'anima, il cuore dei nostri pensieri più profondi, occorre soprattutto del vino buono per ottenere un buon risultato, e non tutti hanno vini così pregiati al loro interno.
Perdona la lungaggine ma volevo esplicitare meglio il mio pensiero, in virtù anche dello stimolo delle tue parole....
Ciao...CARLO.
eco di sorrisi su stille ferite
azzurro e rosso
fortuna destino di colori
tinte pennellate del cuore
respiri ed abbracci silente desiderio
petali di paradiso su segni indelebili del cuore :)D
Difficile questa tua prosa Wood, mi consolo che non sono l’unica ad averla trovata molto ermetica.
Che la serata ti sia lieve. Un abbraccio ! Laura
Ma sai, Wood, a volte sembra che la fortuna si allontani e, sul momento, ce ne rammarichiamo, però poi se si torna a guardare ciò che porta via e ciò che lascia andandosene, rimaniamo indecisi. Abbiamo perso qualcosa e guadagnato qualcos’altro, e non sapremmo dire se lo scambio sia andato a nostro vantaggio o svantaggio.
Forse è per questo, che ciò che rimane è mestizia e non amarezza. A meno che tu non abbia una suocera di nome Fortuna e ti stessi riferendo a lei… ma in quel caso altro che mestizia: stappi la bottiglia migliore!
Poi il titolo sarebbe: “Fortuna che vai!!!”
E il sottotitolo: “Non ne potevo più” :-)