delirio

Sapessi in questi giorni quante volte, per le vie di Atene, ho sentito mormorare la parola “fortuna”. Mentre nella nostra lingua ha solo un’accezione positiva, in quella greca greca la parola è ambivalente e può essere sia la buona che la cattiva sorte.
E, leggendo i tuoi versi, ho trovato proprio questo significato: una forza neutra, irrazionale, imperscrutabile e, a volte, destabilizzante, i cui effetti possono renderci sia felici che sventurati. E mi è sembrato come tu avessi dipinto delle scene legate da un unico fil rouge che insegue frammenti di memoria. E quando ti pare di arrivare ad un punto, ti trovi deviata su un altrove che non avevi considerato prima. Può sembrare una discrepanza, ma è solo una nuova direzione che cela spazi appena immaginati: segnali di vita a intermittenza visti di sguincio o mai vissuti che diventano segni della memoria , complesse tele di ragno che imbrigliano e tracciano un imperscrutabile disegno in cui paradiso e inferno hanno lo stesso ingresso…
Perché, in fondo, stiamo vivendo una storia davanti alla quale anche le allucinazioni di Kafka si dichiarerebbero sconfitte.
Seduti nel teatrino dell’assurdo non ci accorgiamo che stiamo assistendo alla rappresentazione di un'ossessione in bilico tra virtù e degrado…
grazie sempre per farmi volare i pensieri... che la notte scenda lieve sui tuoi