delirio

Mercimonio e sfruttamento vanno a braccetto: quasi che uno debba dipendere dall'altro. Vendere il proprio corpo non è detto debba essere necessariamente frutto di sfruttamento da parte di qualcuno. Ossia, nel pieno rispetto di ogni individuo e delle sue scelte di vita, non discuto una prostituta, il suo lavoro e la sua occasionale clientela: il mercato è anche questo, c'è chi vende e chi compra e se tutto avvenisse alla luce del sole, "nulla quaestio". In realtà, ciò che più irrita e lascia interdetti, è la cosiddetta protezione, la scusa più invereconda che si potesse trovare per giustificare un pappone, magnaccia o ricottaro che dir si voglia. Ecco, in questo aspetto dolente, in questa aberrante posizione da misero e volgare personaggio che trovo abominio e viltà; persone che approfittano, sconfinando nel torbido quanto eccessivo guadagno, di donne indifese, sperdute e incapaci di attivarsi per sottrarsi alla morsa. Ovvio che potrebbero farlo, ma se ricattate e seviziate, obbligate con maniere forti e convincenti, resta ben poco per reagire. Sono sempre più convinto di un opportuno ritorno alla "case chiuse": eliminiamo i protettori, sgombriamo le strade ormai casini a cielo aperto, garantiamo alla donne dignità lavorativa e massima igiene. Che paghino le tasse e siano legalmente riconosciute come lavoratori a tutti gli effetti: sia ben chiaro, nessuna donna sarebbe obbligata ad entraci e nessun cliente dovrebbe entraci per forza!!! Se questo mestiere è vecchio come il mondo, ci sarà pure una ragione? Buon giorno Wood.