Kremuzio

Non è difficile trovare alcuni esempi di come Roma sia diventata un habitat ideale per molte razze di uccelli.

Per cominciare, un piccolo ragionamento sui pappagalli che infestano le ville romane. Sono tantissimi, verdi dalle lunghe code e fanno un casino bestiale. Volano velocissimi quasi mai da soli e scorrazzano peggio dei gabbiani. Sembra che si divertano. Sono contento per loro. Ma da dove sono venuti? Forse che qualcuno in passato abbia liberato delle coppiette ed ora si siano trovati così bene da riprodursi con facilità. E cosa mangiano?

Una settimana fa mi è capitato di vedere un giovanissimo gabbiano reale, ancora abbastanza implume, camminare all'interno del posto macchina nel mio condominio. Era di certo in difficoltà. Chissà da quale nido era caduto, e pensare che in mezzo alle antenne ed alle parabole ci siano nidi di gabbiani, mi sconvolge. Un gabbiano più grande, probabilmente la madre, girave e rigirava con grida disperate intorno al luogo dove zampettava il suo pulcinotto. C'era il rischio che diventasse cibo per i gattoni usi a campeggiare tra le auto in sosta. Decido di acchiapparlo. Lo inseguo fino ad una rete, dove il tapino cerca di saltare, e riesco a prenderlo senza fargli male. E' grande e leggero. Praticamente un polletto dal collo lungo ed il grande becco che come un cobra cerca di saettare e colpirmi in faccia. Spalanca le fauci e capisco che potrebbe anche difendersi da solo. Lo porto sul terrazzo condominiale e lo poggio sul pavimento di modo che possa essere visto dalla madre. Questa svolazza sempre più disperata, aiutata nel coro dai suoi altri compagni, piccioni e corvi. La notte vado a controllarlo. Il piccolo è salito sul cornicione, mi vede e si butta giù dal settimo piano. Lo vedo svolazzare un po' quindi cerco di non pensarci più. Lasciamo che la natura faccia il suo corso.

In una piazza con una fontana vedo una situazione incresciosa. Sul bordo del monumento marmoreo un gabbianone reale, di quelli che sembrano grandi stupidi e cattivi stava banchettando con mezzo piccione. Una poltiglia di carne e penne che per un poco arrossava l'acqua della fontana. Un paio di signore alla vista di questa scena grandguignolesca urlicchiavano "Che schifo! Via via!". Alla stregua dei corvi e degli altri animaletti ormai stanziali nella nostra città, mangiano quel che capita. Questa immigrazione dalle coste, dove in teoria dovrebbero vivere una vità migliore, li porta a soffrire la fame ed a snaturarsi rispetto le loro abitudini alimentari.

L'altro ieri vedo un capannello di persone ad un angolo della strada; un paio di loro stavano telefonando. Ho subito pensato ad un incidente ed alla conseguente chiamata di un autoambulanza. Facendomi curioso, non vedendo auto incidentate o alcuno a terra, mi accorgo che uno di loro tratteneva delicatamente un pulcinotto con i tratti inequivocabili di un falchetto. Questi era appoggiato in piedi su di un bauletto di motorino, e trattenuto dalla mano amorevole, osservava tutt'intorno col suo sguardo fiero, accigliato e scrutatore, ed il suo piccolo becco rapace. Di sicuro stavano chiamando la Lipu, ma dato che questi rispondono solo in orario ufficio (erano le 19 passate) non avrebbero trovato nessuno. Un consiglio se dovesse ricapitare: telefonate alla protezione civile. Costoro hanno un servizio proprio per il recupero di animali in difficoltà. E funziona abbastanza celermente.

Beh, a Roma non ci sono solo i gatti del Colosseo...