Kremuzio

Non mi va di parlare del Natale, delle valanghe assassine (come se la colpa fosse della neve e non degli stupidi che vanno fuori pista), dei soldi che non ci sono e che si dovrebbero spendere allegramente pur non essendoci.

Mettendo a posto i cassetti mi sono ritrovato per le mani una mia vecchia foto quando avevo tanti capelli lunghi e folti. Erano gli anni di piombo, quando con i capelli fino alle spalle, un bel giaccone e la tolfa a tracolla (una borsa in pelle) giravo per le strade di Roma con una copia del “Male” sotto braccio, a leggere la satira nei confronti dei democristiani dell’epoca, del presidente Leone che faceva le corna, di Fanfani preso in giro perché piccoletto eccetera, praticamente quello che succede anche oggi con nuovi e più variopinti personaggi…

Poi i capelli sono cominciati a scemare, piano piano, e sarà stato per questo lento incedere della calvizie, che mi ci sono abituato, al punto che la sindrome di Sansone non mi ha colpito. Oggi ancora ai lati ne ho, al centro pochissimi, quasi niente, ma mi piaccio lo stesso.

E per questo non capisco perché molti uomini ne soffrano, a livello psicologico, moltissimo. Ho visto riporti che voialtri umani non potreste neanche immaginare, toupè in fiamme al largo delle parrocchie di don Orione, cuoi capelluti scurirsi peggio dei raggi B che balenano vicino alle porte di Tannhauser.

E con un risultato ridicolo. Penso che gli uomini che arrivano a questo non lo facciano per piacere alle donne, le quali ridono delle nostre disavventure pilifere come noi ridiamo della loro cellulite, ovvero ci piace lo stesso. Inoltre noialtri ometti, che siamo furbi, abbiamo riempito di connotati erotici e/o virili una bella testa calva fin dai tempi di Yul Brinner, spingendo molti a rasarsi la capocciona pur avendo folte chiome (per rinforzarli! Era la scusa).

Qualcuna dica a quelli con i riporti, che se è pur vero che socchiudendo gli occhi allo specchio sembra di avere ancora il ciuffo alla Little Tony, visti da altre angolazioni il risultato fa sbellicare dalle risate, e dà di loro un’aria non proprio intelligente, specie quando poi si tingono i capelli (o meglio le lunghissime basette o i peli del collo, riportati) e la pelle di un nero corvino. Quelli con il parrucchino sembra abbiano un gatto senza arti né coda né capo in testa. Folti capelli dei quali non si vede l’inizio, ma misteriosamente formano onde ciocche e ricci dal nulla.

Una volta era Pippo Baudo quello più famoso ad essersi sottoposto al trapianto, con il risultato di avere lo stesso ciuffo di un bambolotto di gomma, con i capelli tutti in fila come un vigneto.

Oggi un altro personaggio fa ridere il mondo intero (prendendo il posto nell’immaginario capelluto che fu di Donald Trump), con trapianti e verniciatura insieme, così da sembrare abbia la capigliatura di gomma di Max Headroom.

Ora io mi chiedo come sia possibile che un uomo intelligente possa sentirsi venir meno nella sua immagine da qualche pelo in meno?

Scherzi a parte, penso che coloro che non accettano sé stessi per queste piccole cose, non siano degne di rispetto. Se loro non si rispettano, perché dovrei farlo io?

Accettiamoci per quello che la natura ci dà o ci toglie. Eviteremmo di diventare cattivi, aggressivi, e di sicuro saremo meno ridicoli.