Kremuzio

La quasi citazione non c’entra niente, ma mi piaceva, per cui l’ho messa. Qualche giorno fa ho visto in TV un accenno ad un gadget elettronico che dovrebbe andare a ruba tra le signore anziane, o meglio tra le pie donne. Il rosario elettronico costa 29.50 euro. Potrete scegliere il colore della cover, tra diverse tonalità, e anche l’immagine della Madonna o del vostro santo preferito, tra quelli presenti nel catalogo. La Prex, che è la casa che l’ha inventato o solamente messo in vendita, permette anche di personalizzare il rosario elettronico, non solo con le immagini, ma anche per la registrazione vocale, che solitamente è la voce di una donna, e se volete potete anche scriverci sopra qualcosa. Non avevo capito che si trattasse di una specie di Ipod. Pensavo fosse una scatoletta che accendeva i led a seconda delle decine sciorinate, o che rigirasse i grani con un pulsante, ma effettivamente dovrebbe essere più comodo così, come avere sempre con se un compagno di preghiera che suggerisse le preghiere giuste al ritmo giusto.

Immagino quindi queste care vecchiette nella loro casa, davanti ai fornelli, attente nel rigirare il sugo, ad ascoltare, invece di Radio Maria, queste registrazioni monotone in cuffia. Ma anche facendo la spesa, potrebbero essere scambiate per fan di qualche cantante neomelodico o addirittura di un complesso metal. E sì che potrebbero dar adito a malintesi di ogni sorta. Mettiamo il caso che una fosse sorda. Mettere a palla il volume in autobus potrebbe provocare curiosità e goffi tentativi di imitazione. Un nipote potrebbe prenderlo in prestito perché attirato dalle lucine lampeggianti e fare una brutta figuraccia con i suoi amici e subito fatto vittima di bullismo. Ma qualcuno non propriamente religiosissimo potrebbe fare qualche brutto scherzo, se solo sapesse modificare la memoria vocale dell’oggetto. Non c’è che l’imbarazzo della scelta in fatto di scherzi. Ad esempio recitare le preghiere al contrario, secondo l’aggiornamento alla versione satanista. O un sottofondo rap che inciti al movimento fisico ad ogni YO. O qualche messaggio subliminale per far mettere meno sale nella pasta.

In questo vedo però un’insana spinta all’isolazionismo. Le vecchiette di paese, alle 17 o giù di lì si fanno belle per uscire in frotte e recarsi alla chiesa per la recita comunitaria del rosario. Un po’ come un ragazzo che non esce con gli amici per giocare con la playstation. Alla fine fa male, e nelle signore anziane potrebbe dare una spinta all’osteoporosi. Ovvio che, se non a patto di attaccare più cuffie alla stessa presa, o collegarlo ad un amplificatore, si tratta di un uso personale della preghiera. Se tutte avessero lo stesso oggetto ognuna andrebbe avanti per sé in una Babele di versetti. E mettiamo il caso che si esaurissero le batterie? Si rimarrebbe con una decina incompleta, e magari non varrebbe più come bonus per il Paradiso. O forse sì, dopotutto mica è colpa loro, ma della tecnologia.

Ma volete mettere quei bei rosari di varie pietre dure, o perline o ceci o sassetti o coralli, girati e rigirati tra le dita nervose ed adunche, o cicciotte e sudaticce, con quel ritmo frenetico e regolare allo stesso tempo. Ogni tanto mi diverto a guardarle fin da quando lo tirano fuori dall’astuccio, poi lo baciano sul crocefisso e poi fanno un respirone e cominciano la recita. Fa parte della tradizione, del folklore e molti lo tengono con sé come portafortuna, o meglio come protezione dal maligno. Appeso allo specchietto retrovisore o al collo, o sopra il letto, enorme e tranquillizzante. Questo nuovo oggettino mi da’ tanto l’idea del tamagotchi e mi aspetto che non appena finita la batteria, venga riposto nell’ultimo cassetto del comodino.