Kremuzio

E’ un bello spettacolo, non c’è che dire, segno che dal fiore avremo un sacco di altre piantine e tanti altri fiori. Un ciclo naturale che ha del meraviglioso. Chi mi conosce sa che raccolgo semi ogni volta mi si presenti l’occasione, poi semino e dimentico, nel senso che appena vedo un vaso con un po’ di spazio libero, sul mio terrazzino, ci nascondo i piccoli portatori di vita ricoprendoli con un pochino di terra, innaffio e passo oltre. Fatto sta che poi alcuni nascono e sono una bella sorpresa vedere quei germogli che ce la mettono tutta per aprire la prima coppia di foglioline, e poi altre ancora, delicatissime e fragili. Immagini come, non visibile, la radichetta si allunghi tirando fuori quella peluria sempre più fitta che la fa crescere e nutrirsi.

Poi dopo qualche tempo ci metti un po’ di concime, e controlli in continuazione che cresca normalmente, che il terreno sia umido, che qualche insettino non se la voglia mangiare e lasciarti con foglioline bucherellate o peggio che si succhi la linfa ingordamente.

Ma quando è primavera, o nei periodi giusti per la specie, ecco che compare l’accenno di corolla, e solo allora, sei sicuro di quale pianta sia. Qualche settimana fa vedevo crescere improvvisamente e velocemente una pianta che dalla puzza delle foglie pensavo fosse una bella di notte, con un bocciolo enorme, ma quella, improvvisamente, al calar del sole tira fuori una specie di trombone bianco enorme odorosissimo, che si affloscia dopo due giorni. E che cavolo, ci hai messo tanto per fare un bel fiore, e dura solo poco più di 24 ore? Ma dopo una decina di giorni vedo che il pistillo si sta ingrossando. Sta diventando una specie di sigaro peloso che si allunga ogni giorno un po’ di più. Probabilmente diventerà uno di qui frutti che ad un certo punto si riempiono di gas proiettando i semi tutt’intorno, e forse sono proprio quelli che ho preso l’anno scorso in Grecia. Mi sono schizzati addosso improvvisamente mentre li titillavo, facendomi anche discretamente male.

Poi in un vasone l’alberello di limone ogni giorno fa un fiorellino nuovo e poi ecco il pistillo che diventando più grande, se andrà tutto bene, mi darà un bel limone giallo. Ora sono tutti verdi e piccoletti. Attendere prego.

Un altro work in progress che mi ha fatto dannare è cercare di piantare semi di fico. Ho provato con i fichi secchi, con quelli freschi, con un frutto quasi mummificato di un frutto selvatico che cresceva senza terra. Niente, neanche un germoglio. Ho provato a far radicare talee, rametti, foglie e ricordi di profumo, nonché l’idea stessa di fichità. Niente.

Ma guardandomi intorno ho notato che in garage, da fessure tra la pavimentazione e muro c’erano alcune piantine con le foglie che somigliavano clamorosamente a quelle del fico. Possibile mai? Ho provato subito a prenderne una ma non sono riuscito a prendere anche un pezzo di radice sufficiente a travasarla. Durata una settimana, poi morta. Fortunatamente il pezzo originale ha ricominciato a crescere. Ora ci sono 4 piantine sulla discesa del garage. Ma come hanno fatto a crescere? Forse che qualcuno abbia sputato i semi dalla finestra? Non ci sono alberi nelle vicinanze. Possibile che uno ci prova e riprova in continuazione e non ci riesce, mentre vanno a crescere in punti in cui prima o poi qualcuno delle pulizie condominiali li toglierà?

Ingiustizia… Allora mi ci sono impegnato. Un pomeriggio mi sono messo ad osservare scrupolosamente tutte le piantine selvatiche e mi sono accorto che una era cresciuta in uno spazio un po’ meno angusto, dietro un mattone sbrecciato. Porto un coltellaccio seghettato ed inizio ad operare. Scavo tutt’intorno e ne esce fuori un inizio di radice robusta. Ci siamo! Scavicchio allargo e tengo in tiro, opero e recido. Una bella piantina di una ventina di centimetri con quattro belle foglioline trascina fuori una decina di centimetri di radice! Inumidisco la carta di giornale in cui l’avvolgo per quel minuto che mi ci vuole per arrivare a casa. Prendo un bel vaso faccio un buco nella terra ed infilo. Oggi la pianta è alta mezzo metro, forte, dalle belle foglie che mi piace strofinare per sentire l’odore di vacanza. Ci parlo, l’accarezzo e mantengo umido. Se qualche insetto si avvicina sono affari suoi. Aspetto i primi fiori, e che il pistillo si ingrossi… Ovvio! Ma non credo che mangerò il frutto, poverello…  

Il bel disegno è tratto da www.altamusa.com