Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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La genesi di PrinciSeppia

Post n°289 pubblicato il 28 Settembre 2018 da Vasilissaskunk

Evoluzione involuta ….

Scaraventata in una goccia sulla terra in un giorno di tempesta  una piccola princiseppia, passato lo spavento,  si ritrovo’ con mille gambine a voler involvere su per le montagne e cercava e cervava tutto quanto desiderava concentrandosi in quel suo meraviglioso moto ondoso di eccitazione … giunse infine al mare per abbracciarlo con i suoi tentacolini e nella spuma capricciosa la sua bocca ad un uncino affogava …. Trasportata dalle onde degli eventi chissà dove,  nel torbido che rimane tra il fondo e la superficie le sue ventosine sfiorarono  qualcosa a lei molto simile …. Dicevamo l’acqua era torbida e li per li non poteva vedere cosà si era a lei avvinghiato…  ventose vogliose si appicicavano staccandosi in schiocchi di soddifatto piacere …cos’era mai? Chi aveva trovato nell’immensita della sua solitudine ….

Se è vero che la vita è una tempesta imperfetta e lei uragano ora e nel centro del suo occhio è intenta a fissare un essere che le pareva essere simile a lei ….

Ora fu un abbraccio di tentacoli danzanti nelle onde sconvolta dai sussulti emozionali per scivolare in avanti e poi retrocessioni ad  ondulare in correnti di ipotetiche prospettive ….continua

https://youtu.be/QELMbWN_3Z0

Rape me <3

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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