Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Gott sieht, bietet aber nicht

Post n°338 pubblicato il 05 Marzo 2021 da Vasilissaskunk
Foto di Vasilissaskunk

Oggi anzi ..

Stamani guardavo il cielo un po’ incupito dal colore ancor d’inevrno .. tra le nubi la meravglia di un raggio di sole che perfora la coltre grigia e sbuca fuori .. quasi a sembrare un  occhio divino... è che dio vede tutto ..ma non provvede ... la provvidenza bada a se stessa in evidenza è un po come dire aiutati che il ciel non ti aiuta e come potrebbe ... puo' pero' allietarti con il suo azzurro e avvolgerti... 

 

Quello che mi ha stupito piu dei tropici è la vicinanza del cielo ... di notte le stelle sembrano li a portata di mano e i temporali spettacoli pirotecnici furenti ... il clielo della Thailandia di un lontano 1997 .. dove, a causa di un enorme geco, e quando dico enorme lo era veramente tipo lungo come il braccio, caduto dal tetto della capanna dove dormivo decisi di andare a dormire in spiaggia... le stelle,la  brezza del tropico il mare... tutto molto romanitco ... non fosse altro che la mattina io e la mia amica ci svegliammo attorniate da un folto branco di cani che ci osservavavno ... era cani un po' strani nell'aspetto che definirei asiatico ...un po' come quelli dei cartoni manga .. alcuni erano grossi e con l'occhio a mo' di pirata sfregiato alrti con orecchie lunghe, bassi in statura e profondi occhi gialli ... beh dopo la prima sorpesa vi fu anche un po' di paura... non che in genere io li tema... ma li tutti insieme mi facevano un po' specie .., ovviamente se son qui a raccontare, non successe nulla,  scoprii poi che sull isola di Samui i cani vivenao in branchi territoriali e che tutti quelli senza medagleitta ovvero i randagi , adottavano un turista sulla spiaggia e per il periodo di paradiso limitato alla vancanza dello stesso per loro eri il  padrone ... il mio era piccoletto e con  gli occhi gialli e poverino anche un po' rognosetto ... cercava carezze ma io ero un po restia ... invece ero assai generosa nel condividere con lui il cibo e mangiava di tutto così come anche i gatti .. mai visti se non li mangiare l'insalata ... non gli detti mai un nome, fedeltà o oppurtunismo lui era sempre con me,  come una fedele guardia di scorta  e non temeva cani il triplo di lui che cercavano di conquistar la mia attenzione .. ricordo una sera, per raggiungere il full moon party affrontò non so quanti branchi per accompagnarmi alla festa mentre io gli urlavo    " torna a casa "  e lui niet... d'altronde magari capiva  solo il thai ...oppure in quella finestra temporale voleva solo stare con me...

Dio ti vede ma non provvede.. e semmai prevedi tu ...

 

 

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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