« boSCHIVAmente | RApiDAmente » |
APoKAeklisse
Post n°340 pubblicato il 15 Marzo 2021 da Vasilissaskunk
Mi è sembrato di sentire un rumore ... sono nell'antro della mia belva umorale ... odo frastuoni non molto lontano provo fastidi ancestrali ....cerco orsu' refrigerio sdraiandomi in un mare di verde e profumate ortiche ... in principio di un participio non troppo passato, ascolto il loro pruriginoso tocco salire insistente su tutta la parte di pelle_nonfigliadiapolllo_ che alla piante aderisce .. grattandomi per necessario istinto trovo un varco nella pelle, ne afferro una cima e comincio piano a scorticarmi per intero ... questa la mia dolorosa muta di cui ho fatto' piu' che virtu' ... getto questo rivestimento al vento e a chi vorrà nutrirsene SEMMAI ... senSIbile mi scopro fatta di carne rossa pulsante, tenuta insieme dai legamenti a rinchiudere le viscere calde, che languide racchiudono del mistero della mia esistenza ... vorrei saperle leggere come facevano gli antichi per comprendere la mia missione a questo mondo... Ho procreato e mandato avanti quindi un mio tassello ...ora che faccio attendo inerme il momento? ... la via per la felicità, dicono i saggi, passa nel distacco dagli affetti e dall'insorgere delle umorali istanze (GLF) nonché dal ripudiare le cose terrene ... in che cosa allora sono IMmutata ? mi strappo ad uno ad uno i legamenti così che anche la carne possa cadere a terra liberando le viscere acri e dolenti ... cade tutto persino il cuore e rimane infine solo una gabbia ossea -che si muove lenta e sinuosa mentre in essa, rinchiusa ringhia prepotente la mente il suo richiamo a ritmo incalzante verso chissà quale assenza .... Mi giro indietro e vedo quei poveri resti giacere ... fui dunque questo e quel soltanto ? possano quei resti senza riporto nutrire almen la madre terra ... mentre tutto intorno si fa tenebra...
|
ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
AREA PERSONALE
MENU
I MIEI BLOG AMICI
- Morire per gli indios
- DIM Il crepuscolo di Frankie Flowers
- un wreck solare
- BARBI DI TULLE
- La torre
- Cinasky_cosa inutile
- Limoni a orologeria
- Lo sgurado altrove
- Soldato Delle IDEE
- Remedios la bella
- LA KAZZUTA COMMEDIA
- La Ballata
- IMMAGINIAMO_onlycar/
- Hocus_Porcus
- ProlegoMeni
- Comparse_E_figuranti
- Desperate_Gay_Guy
- Lycopodium
- Questioni di Pestifere Korna
- The_SILVER_ qUICK
- SaLOMè
- Morsi...
- Tony Albert Brewster
- FlautoDiVertebra
- I colori del grigio
- progettosolskjeriano
- Ombre di Luce
- * Juliet *
- Latrabilioso
- EMOZIONI SENSAZIONI
- Poesie e parole !
- TheNesT
- Perturbabile
- Pensieri&riflessioni
- Poesie Per Resistere
- Torn & Frayed
- gemini_deteriora
- Romanzo Quotidiano
- Poesie
- sinapsi
- Ravvedimento morale
- spes.ultima.dea
- Incursioni
- Riflessioni
- Anima on line
- Fletcher
- LIVINGSTONE BORE
- Empire Of slack
- Memorie
- martin tales
- BLOGGO NOTES
- Cieche speranze
- ECCHIME
- Cappellaio Matto
- salsedine del sogno
- . Venere Liquida .
- Altrove
- ÐEINAUTI
- PREPARIAMOCI
- delirio
(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
ULTIMI COMMENTI
CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
il 08/09/2023 alle 01:13
Inviato da: Vasilissaskunk
il 10/03/2023 alle 12:51
Inviato da: zapata71
il 02/03/2023 alle 16:13
Inviato da: je_est_un_autre
il 01/03/2023 alle 18:18