Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Il soldato e la contadina parte II

Post n°383 pubblicato il 25 Novembre 2022 da Vasilissaskunk

... storie di carnali reincarnazioni....

Stride un testa carrilon in testa una canzone 

Ganz nah
So weit weg von hier
So nah
Weit, weit weg von dir
Ganz nah
So weit weg sind wir
So nah
Weit, weit weg von mir

Uno sguardo ad uncinarsi  …la casualità … fu in quel  secondo quello preciso che li avrebbe incatenati ancora ed ancorati a loro stessi  per i successivi anni a venire … pause temporali, vuoti da colmare e distanze geografiche a separare … eppure, non si sa per quale imprevedibili disegni …le scelte vennero compiute …la contadina venne punita con la vita per aver amato il soldato tedesco … le venne data un’ opportunità di riscatto in nuova nascita … a dire il vero nella nuova nata anche la sua bisnonna rinchiusa in un manicomio prese un pezzettino di posto nel cuore… lei doveva essere la loro rivincita  … ganz nah und weit weg sind wir …

fu così che la donna dei boschi da giovane studiò quella lingua apparentemente così ostile verso la sua mediterraneità e comincio’ viaggiare soprattutto per lavoro in teutonica fino a quel magico incontro sopra riportato che faceva anche esso parte del CREATO  …

E poi… Successioni di periodi dove passaggi esistenziali si concretizzarono con altri attori …flussi temporali successioni che le parevano infinite di secondi  …secondi di disperazione quando pensò di aver perso le sue tracce  per sempre … perché c’era un qualcosa in quegli occhi azzurri più del cielo e profondi come l’oceano dei sensi … quel modo di guardarla così accattivante …e fu così che il destino fedele a chissà quale karma li fece rincontrare anni dopo … sempre in terra teutonica …sempre li uno di fronte all’altra con diversa consapevolezza …

…con percorsi di vita effettuati e con giochi che sembravano ORAmai fatti… ma l’amore come ben si sa non ha età … pulsioni allettanti e pulsazioni galoppanti e un fremere costante di arditi desideri li portarono nuovamente e finalmente anche in questa vita  ad amarsi carnalmente … e fu come allora il sapore del bosco umido di rugiada il respiro a riscaldar le tenebre sorrisi caldi di lacrime di sincera commozione  … un unione di anime predestinate  nel mare delle emozioni onde a sconquassare effimeri equilibri…

TREMANO le fondamenta delle condizioni… vibrano alti i cuori  

 

Turbinio di moti emozionali i a plasmare i cuori,  desideri accesi ardenti accecanti… lei non ci poteva davvero credere ma lui era nuovamente li a riempire il suo  spazio colmando il vuoto della sua viscerale recondita tristezza…era in arrivo la piena esistenziale ,,, ma lei ancora non sapeva…

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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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