L'uomo illustrato

Magari, a non sapere. La conoscenza è la coltura migliore per far crescere l'infelicità.

si hai ragione sapere o anche il solo farsi domande comporta poter essere più infelici, ma è meglio non soffrire e vivere in "falsa" felicità o soffire e cercare di raggiungerne una più vera? perchè come dice Eraclito "Se la felicità avesse sede nei piaceri del corpo, diremmo che i buoi hanno la felicità quando trovano fieno da ruminare"

Infatti gli stupidi sono mediamente molto piu' felici. Ma forse vi e' un falso storico: non siamo nati per seguir virtute e canoscenza, non tutti. Che i pochi "eletti" sono troppo isolati, troppo alieni, su questa terra.

Mi dici che gli stupidi sono molto più felici, dipende qual è il vero valore della loro felicità (è come lasciamo un paragone azzardato che gli schiavi fin che non si accorgono delal loro schiavitù sono liberi). Per il resto tutto non è adatto e aprrezzabile da tutti e lo stesso vale per virtù.

Sapere implica desiderare di sapere di più. L'animo si strugge di ciò che non ha: percepisce il proprio limite.

non prednerlo per un sofisma, ma la domanda rimane sempre quella "è meglio vedere un limite e provare a superarlo con il rischio di precipitare oppure non vedere nulal e stare fermi nel proprio orticello?"

Cadere è emozionante: ci nutriamo di emozioni. Anche della sofferenza.

meglio però non cadere troppo

Già... o non abituarsi a star seduti.

ma sai anche star seduti può avere i suoi vantaggi puoi per esempio guardare il mare in tempesta per tanto tempo senza stancarti troppo, ma forse gli svantaggi superano i vantaggi (ma questa è un'altra storia)

A questa interessante discussione (e preciso,non all'argomento,ma ai protagonisti della discussione) ho dato una personale opinione nel Blog di passenger...

allora ti risponderò di là