L'uomo illustrato

a volte tornare fa solo male

sì, ma tutto dipende dal motivo del viaggio. Comunque a volte certi dolori, anche se fanno dannatamente male al cuore e all'anima, sono necessari

ma Corto Maltese, poi, aveva un posto in cui tornare?.:)

Corto non ha un vero posto dove tornare, potrebbe tornare a Venezia, ma lì il suo spirito morirebbe incatenato dall'atmosfera e dalla magia del luogo; avrebbe un luogo da tornare se mia si fosse incontrato ancora con Lei

Tornare si, ma piu' carichi di esperienze, emozioni, e sensazioni. Piu' ricchi, dentro.

hai detto bene, con il peso della "ricchezza"

L'attesa...il giorno appena prima della partenza,le 2 ore prima,il minuto prima,l'istante prima...quando la nave lascia il porto,o quando il treno inizia a scivolare sui binari...ti dà la sensazione di un aprire le mani e lasciare andare qualcosa di importante,di prezioso,ti dà l'idea che ci vorrebbe una musica triste e bella allo stesso tempo in sottofondo...ma sono attimi,poi inizia l'eccitazione...il viaggio,lo scrutare cosa c'è di nuovo davanti ai tuoi occhi,l'imprevedibilità,quello che immaginavi in un modo e si rivela essere altro,ancora meglio...poi c'è l'equilibrio raggiunto...sei da un'altra parte,all'inizio fuori dal tempo e fuori posto,ma a poco a poco,senza neanche rendertene capita che sei esattamente dove devi essere...e che tu va come deve andare...e quando te ne accorgi,ecco che arriva il momento di ripartire...il momento di tornare,di ripercorrere a ritroso gli stessi posti e viverli in modo diverso,vederli infierire su di te,impietosamente,mentre chiudi gli occhi cercando di trattenere tra le mani tutto ciò che hai appena lasciato...ecco,credo che il viaggio sia importante in ogni sua parte,ma sta a noi stabilire quale parte ha più valore...e per quanto riguarda le disillusioni...mi farebbe paura averne(anche se in questo momento non ne ho più,ed è stupendo),ma mi farebbe ancora più paura non averne,significherebbe non aver mai avuto illusioni da cui disilludermi...e come al solito spero di essermi spiegata "male" e ti invito a rispondere di là,se ne avrai voglia...

I sentimenti della partenza che descrivi li provo solo quando parto da solo, altrimenti perdo un po' le sensazioni degli attimi, delle ore, della partenza.
Il senso del viaggio è di per se racchiuso nella sua interezza, non è importatne solo il dove si va, ma anche da dove (si fisicamente, sia metaforicamente).

Per quel che mi riguarda la parte più sentita di un viaggio è sempre stata quella immediatamente prima dello stesso. A ridosso di un viaggio, siano ore o pochi giorni prima, ci si carica di progetti e immagini, di speranze e si spera poche illusioni. Il "viaggio" lo associo all'idea di vacanza perchè per fortuna sono quasi sempre partito per questo motivo, poche volte per lavoro, meno ancora per altri motivi. E' quindi sinonimo di preparazione ad un periodo di spensieratezze. Spero sia così anche quest'anno: sono in ferie finalmente dal 18. Ciao!

buon viaggio allora ;-)

L'essenziale è il viaggio, non importa la meta né sapere quale delle sue parti sia migliore delle altre.
Però è fondamentale che, il viaggio, non sia fatto solo per raccontare in giro di essere stati in un posto esotico, per moda ed apparenza. In quel caso il viaggio diventerebbe come certe vite vuote, senz'anima...

è lo spirito e quello che si porta dentro al ritorno che fa la differenza, altrimenti tutto è solo un ennesimo soprammobile

Anche l' "idea" del viaggio non è male.

sì, basta saperla "vivere"

Il bello del viaggio secondo me è che qualunque cosa accada, quando la racconti poi migliora :)))!

è la nostra memoria che si rifiuta sempre di ricordare le cose sono andate e cerca sempre di enfatizzare, di dar più smalto ai colori sia che siano belli, sia che siano brutti