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My generation

Post n°165 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da il_presidente77
 

La mia generazione è cresciuta come sempre in un mondo che era, per lei, troppo grande da capire, in un mondo che molte volte subiva solamente, un mondo passato verso cui guarda, come tutte le generazioni, con tanta malinconia.
La mia generazione è cresciuta con il mito degli anni '80, ma è un mito a cui lei non prese parte, ma di cui ne condivise molte eredita.
La mia generazione si è trovata in mondo che non poteva capire facilmente era diviso in due blocchi che per lei troppo giovane non avevano un reale significato, dove c'era uno stato di guerra psicologico permanente. Quando è caduto uno storico muro, lei non poteva capire realmente cosa stava accadendo: vedeva solo uno stato che per lei era sempre stato diviso unificarsi. Per gran parte della mia generazione inizialmente il mondo finiva a una trentina di chilometri da casa e poi abbiamo visto cambiare, da noi, tutto con inchiesta sulle tangenti.
La mia generazione non si può ricordare del mondiale vinto nell'82 ed era troppo giovane per godersi a pieno quello del 90, ma era arrivata al punto giusto nel 94 per rimanere delusa. Si è goduta però a pieno Maradona, Van Basten e Roberto Baggio. Alla mia generazione per giocare a calcio bastava un pallone e un campo anche pieno di polvere e per la porta mettevano giù due maglioni.
La mia generazione non poteva immaginare di portarsi in tasca un telefono e iniziava a conoscere lentamente cosa fosse un computer. La mia generazione è cresciuta quando per giocare ad un videogame bisognava andare al bar e la grafica era inizialmente quadrettosa. Non sapeva cosa fosse internet ed è stata tra le prime a conoscerlo. La mia generazione guardava la televisione, ma non l'ha mai ritenuta indispensabile. Non si è mai posta il problema “non c'è nulla di bello in tv cosa faccio stasera?”
Abbiamo avuto tanto dal rock e dalla musica in generale. Abbiamo, infatti, avuto l'ultimo album dei Queen, i Nirvana, i Gun's n Roses, Pear Jam, Metallica, U2, Litfiba, Radiohead, ma ci siamo sorbiti anche la nascita delle boyband e delle girlband, e i cantanti che facevano successo con una canzona sola. Abbiamo visto morire Freddie Mercury, Augusto Daolio, Frank Zappa, Kurt Cobain, Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè e tanti altri. Abbiamo anche visto la nascita del formato mp3 accorgendosene però molti anni dopo.
Siamo cresciuti leggendo quello che principalmente trovavamo in casa dai romanzi alle enciclopedie. Abbiamo letto un po' di tutto e forse non avevamo nessuno scrittore che - potevamo dire- ci rappresentassi a pieno, ma crescemmo con Asimov, Poe, Lovecraft, Dostoevskij, Kerouac, Hesse, Hemingway e tanti altri.
La mia generazione l'hanno chiamata in tanti modi: da generazione di Bim Bum Bam e del Drive-In (ma ci siamo sorbiti anche Non è la rai, Beverly Hills e Twin Peaks), ma anche generazione X e infine la generazione dei bamboccioni. Sì, bamboccioni forse perché a casa si sta troppo bene, forse perché un po' insicuri, forse anche perché ci vogliono tante cose per vivere da soli e non tutte materiali.
La mia generazione, che per tanti aspetti è uguale alle altre, fu la prima ad avere e sperimentare i contratti atipici, a scoprire cosa fosse un contratto progetto, un co.co.co, una prestazione d'opera e un contratto di prestazione intellettuale. Fu anche la prima a capire come in Italia troppe volte la flessibilità significasse quasi sempre precariato.
La mia generazione è cresciuta con tutte queste cose e tante altre, ha visto nascere e sparire mode, la nascita e la morte di miti, ha visto il mondo cambiare e molte volte non l'ha capito, ma questo è stato fatto e continua a essere fatto da ogni generazione; però la mia generazione continua a crescere anche oggi e forse più di ieri riesce a fuggire alle catalogazioni.

 
Rispondi al commento:
qualchevoltasuccede
qualchevoltasuccede il 04/02/08 alle 11:58 via WEB
La tua generazione è anche la mia,una generazione che per sognare usava la fantasia,che se si annoiava usciva a fare un giro e non accendeva il pc,la generazione che aspettava a casa la telefonata "importante" ,la generazione dei pen-friend,che comprava il quotidiano...una generazione che si è trovata un po' impreparata agli eventi,ma a cui io sono felice di appartenere...nonostante tutto :)
 
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