J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
COME IERI
William Xerra
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Sono sempre più convinto che a storia della letteratura non sia fatti solo di scrittori, di critici, di editori, di librai, di lettori, di bardi o di salotti letterari, ma sia fatta principalmente di sentimenti. Sono tutti quei sentimenti (le loro sensazioni e le loro idee) che gli scrittori cercano di imprigionano in gabbie costituite da immobili parole e che poi i lettori cercano anche invano di liberare nelle proprie anime.
Non si tratta di un visione romantica della letteratura, perché i sentimenti sono mendaci: sembrano dolci come un sospiro di brezza del mare, ma si rivelano crudeli come una pugnalata inferta da un amico. Sono loro insieme al caso che ripongono i pesi sulla bilancia del destino, sono loro delle divinità insensibili che pretendono immensi sacrifici di vite umane e anche di sentimenti stessi, sono loro le vere muse ispiratrici camuffati solamente come belle e irraggiungibili donne, sono loro che possono ironicamente stendere o distogliere il velo di Maya dalla opere che provano ad imprigionarli.
Non è una visione romantica, perché in fondo la letteratura è sempre stata una questione business oggi come ieri; basta a pensare oltre all'industria dei best-sellers odierni, basti pensare al teatro elisabettiano, al romanzo d'appendice ottocentesco, alle riviste pulp americane, ma anche la tradizione orale non può dirsi immune dalla fame di successo, insita magari solo nelle storie stesse.
Non è una visione romantica perché gli scrittori e i poeti non si nutrono di sentimenti. Vogliono sentimenti per le loro opere, ma allo stesso tempo vogliono anche soldi per lo champagne, le belle donne, le macchine veloci e le ville al mare. I sentimenti per le loro opere possono rubarli al mondo e alle persone che li circondano, ma per la fama quanto riguarda tutto il resto devo inchinarsi alle legge del mondo.
Non è una visione romantica, perché lo scrivere non è una religione di cui gli scrittori si possono definire fedeli o adepti. Non esiste una preghiera, un rituale magico, una danza propiziatoria che posso riordinare le sillabe e i suoni in modo che esse siano veramente sentimenti; non ne può essere garante lo scrittore, né la sua tecnica, né la fiammella artistica che brucia in lui.
Però in fondo è una visione romantica, perché, anche se se credo nell'industria del business letterario, credo che ci siano molti sentimenti all'interno di tutte quelle pagine imbrattate d'inchiostro. Non si tratta, infatti, solo di macchie che tramite infinite permutazione riescono a raccontare tutto quello che c'è da raccontare.
È una visione romantica, anche se forse non è mai esistito uno scrittore che scriveva in primis per sé e poi per gli altri. Infatti, probabilmente non è mai esistito un vero don Quixote delle Letteratura e forse neppure il suo scudiero e probabilmente anche Cyrano è più un personaggio da commedia che da via reale, ma ciò non toglie che le opere siano altra cosa, magari molto migliori, rispetto ai loro scrittori.
È una visione romantica, perché in fondo i sentimenti vengono liberati e noi riusciamo ogni giorno a rubarli anche ad ingiallite pagine.
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