J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
COME IERI
William Xerra
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Il ginocchio sinistro sinistro è gonfio e il muscolo che ricopre la tibia destra ha alcuni piccoli tagli, i muscoli del polpaccio destro sono indolenzitili dal camminare male tutto il giorno. Sto ascoltando i Green Day, poi metterò su un po' di rock più duro, solo più tardi eccederò con sonorità più tranquille. Cenerò frugalmente e poi tornerò a lavorare. Forse mi domando troppo spesso o a sproposito cosa pensano di me gli altri, anche se poi non me ne frega niente. Lavorerò, ma non sono stacanovista.
Il lavandino è mezzo pieno, il frigo pure. Il tavolo della cucina in disordine. É l'unico tavolo della casa e porta ora un libro, diversi cd, una scatola di thè al bergamotto, un coppetta vuota di Danette coppa bianca, un bottiglia aperta di succo di pesca e una di porto, un pacco quasi finito di biscotti, un apribottiglie-cavatappo, un tappo di birra, stampe di articoli, una confezione nuova di zucchero. La luce è accesa in tutte le altre stanze, devo andare a spegnerla. Faccio fatica ad alzarmi, ma lo farò.
Ho chiusa la porta d'ingresso, tolto l'accappatoio e ho deciso di rivestirmi. La mia faccia si guarda nello specchio appeso nell'anticamera. Mi faccio la solita domanda e convinto mi do la stessa risposta. Sì ne vala la pena. Il tubo di Pringles alla paprica è aperto. Ne posso sentire il profumo, ma non posso mangiarne altre: è vuoto. Il pigiama è caldo, il braccialetto d'argento un po' meno, intanto vedo nell'altra stanza le pile di libri.
Ho una birra nel frigo poi la aprirò, solo perché il succo alla pesca finirà prima della mia serata e continuare a bere the mi annoierà. La cucina è attraversata a metà altezza dal cavo del portatile, devo continuamente scavalcarlo. Ora smetterò di battere tasti e comporre parole in italiano. Il lavoro e la cena mi aspettano. Forse non in quest'ordine, ma non importa. Guardo la sveglia l'ora è buona, peccato che domani debba essere presto in ufficio.
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