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Si sentiva quasi soddisfatto,tanto da riuscire a gustarsi persino la cerveza,di marca scadente e per nulla fredda,che aveva davanti.Poche ore prima,il comandante Orozco Castellanos,stava guardando la testa del sergente Mendoza sulla sua scrivania...No,non era sulla sua scrivania,pensò,era sul cofano impolverato della sua Bmw nera dai vetri oscurati,un suv piuttosto costoso.Poco più in là era in atto uno scontro epocale tra uno scorpione e orde di formiche rosse.Il luogo era tra i cactus dalle mani pelose,solitario e bruciato nell'ora della siesta.Era accorso subito,quando l'avevano chiamato.Bevve un sorso dalla bottiglia.Il liquido era insapore,ma beveva lo stesso.Alcuni avventori scherzavano al riguardo dell'ultima partita di calcio dell'America con il Libertador:pessima,a loro parere.La vampira gli era andata vicina,arricciando il naso e annusandolo spietata.Con l'unghia,gli aveva provocato un graffio leggero sulla guancia paffuta,la sinistra.Abbastanza da fargli scorrere una goccia di sangue.L'aveva raccolta con l'unghia,osservandola con interesse e schifo,prima di leccarla.Non era così male,aveva concluso.Perle di sudore si erano gonfiate sulla fronte del poliziotto che tremava impotente.La vampira gli stava dicendo che solo lui era al corrente della missione,oltre al generale Vargas.Ma che,guarda caso,un sergente cerca di attirarli in trappola.Fallita questa,se ne ritrova la testa nella discarica.E lui,capitano Orozco Castellanos Roberto,non trovava di meglio che giurare sui suoi figli che lui non c'entrava.E che,forse,tutte quelle scomparse di giovani donne non erano altro che fughe d'amore.Fughe sotto terra,aveva concluso lei,a sud del Rio Bravo. Un giovane dall'aria feroce fece il suo ingresso nella cantina.Osservò attento l'uomo e la sua birra,questi non parve farsene,mentre centellinava la sua brodaglia con aria beata.Andò da quelli che stavano parlando di calcio,scambiando sguardi di intesa con loro.Lui finì la bottiglia e ne ordinò un'altra,ma ben fredda,'stavolta,si raccomandò con l'oste.Il comandante non voleva nemmeno ammettere la stranezza dei fatti.E,diventando paonazzo,li aveva ammoniti dall'andare oltre.Ma la vampira c'era già andata,assestandogli un manrovescio.Dicendogli che,se la caccia si era aperta,lei non ci stava a far la lepre.Solo uno straccio di prova,e lui avrebbe finito la carriera tra le formiche.Un rumore lo distrasse:uno dei tifosi aveva spostato una sedia,e stava facendo il giro del bancone per andare alle latrine.Notò che aveva un rigonfiamento sotto la camicia.Rimase imperturbabile.L'oste gli aveva portato la sua birra,finalmente fredda 'stavolta.E iniziò a scolarsela con ingordigia,gustandosi la scena di quando Orozco aveva creduto di essere rimasto da solo,vedendoli allontanarsi sulla strada sterrata .Fatte un paio di svolte,al riparo di un dosso,la vampira gli aveva detto di fermarsi.Rapida ed invisibile,come solo lei sapeva esser capace,lo aveva condotto tra i cactus,proprio mentre il capitano stava parlando al telefono.Stava discutendo con un certo don Angel,dicendogli che doveva essere lui,don Angel,ad occuparsene:Vargas voleva la sua di testa.Ed egli,come poliziotto,ci aveva già provato ed era andata male.Aveva dovuto sacrificare uno dei suoi uomini migliori,il sergente Mendoza.Non poteva esporsi ulteriormente,mettendosi apertamente contro Vargas.Stava dicendo che sì,che adesso poteva respirare,ma che se l'era vista brutta.Che era stato l'infame Vargas a mandarla lì per metterla contro lui ed i suoi alleati.Forse aveva fatto male,don Angel, a cercare di affrancarsi dalla sua protezione.E che,adesso che quella era lì,rischiava di fare grossi guai e rovinare i traffici alla frontiera del norte.Bisognava eliminarla al più presto.Rassicurato,aveva chiuso la comunicazione.Però non era riuscito a rilassarsi troppo,perchè aveva sentito qualcosa di appiccicaticcio al collo.Si era passato la mano ,ritraendola sporca di sangue,e accorgendosi che stava muorendo.In quell'attimo lei gli era andata davanti,catturandone l'ultimo lampo dagli occhi.Sapeva essere tremendamente ingorda la vampira,si era detto tra se e se,finì di vuotare pure quella bottiglia.Sapeva che il vaquero,quello che avrebbe dovuto trovarsi in bagno,gli stava strisciando alle spalle.Con gli altri di fronte pronti pure loro.Senza esitare usò la bottiglia come proiettile,mandandola a disintegrarsi in faccia al primo aggressore.I complici,sorpresi,con le armi già in pugno,non riuscirono ad usarle,finendo riversi e sanguinanti.Lui gettò delle monete sul tavolo ed uscì dalla cantina:non sembrava che ci fosse rimasto altro di vivo in quel locale,oltre all'oste,raggomitolato dietro il bancone.Una volta fuori,andò alla fermata dei bus.Prese il primo che si fermò e,più avanti,discese per prenderne un altro:direzione Mexicali prima, e poi verso la Sonora,da qualche parte doveva vedersi con la Vampira.In un altro pianeta,ma non lontano da lì,all'interno di una base militare,Il generale Vargas era appena tornato nel suo appartamento.Era stanco,dopo una giornata di riunioni intense.Accese il televisore.La moglie,con i figli,doveva essere andata a far compere in città.Sul tavolino all'ingresso c'era un biglietto su cui c'era scritto che gli voleva bene.Si era versato del cognac,lasciandosi andare sul divano.Stavano dando le ultime notizie sulla guerra quotidiana ai narcos:rinvenimenti di morti decapitati,sindacalisti rapiti,altre ragazze,lavoratrici di maquilladoras,rapite.Ma una,in particolare,lo aveva quasi fatto sobbalzare:era apparsa una foto con su una faccia che conosceva.Era il comandanteOrozco,capo responsabile della squadra omicidi di Ciudad Juarez.Era stato trovato con la gola tagliata,vicino alla sua auto.Si pensava ad un agguato dei narcos,un regolamento di conti,viste le informazioni che si avevano di corruzione al riguardo del personaggio.Automaticamente,impugnò il telefono,componendo un numero:"Hurtado?"Chiese,alla risposta affermativa,aveva detto:"Il nostro virus comincia a fare effetto?"All'altro capo,Hurtado aveva confermato.Vargas si era raccomandato allora di marcare stretto e tenere gli occhi bene aperti,riattaccando subito dopo con le labbra atteggiate ad una smorfia che voleva essere di soddisfazione.In tv,intanto,erano passati ad uno scontro a fuoco in una cantina alla periferia est della città:uno sconosciuto aveva ucciso cinque uomini in un altro probabile regolamento di conti.............(continua)
Felice sera amico caro!
virgola
Non son mica da meno, sai, quindi, perdonami tu, se, a volte, non riesco a domar quello sfacciato che in me si gonfia e monta al pari di una marea! Narciso di mare, il mio, si sa! ;)
Buona domenica, amico caro, delizioso come sempre!
virgola
Tornerò a leggerti quando avrò il tempo necessario per potermi "calare" nelle atmosfere e scenari del tuo racconte... e respirarli...
Un bacio, notte...... Monica