Canzone,io credo che saranno radi
color che tua ragione intendan bene,
tanto la parli faticosa e forte.
Onde,se per ventura elli addivene
che tu dinanzi da persone vade
che non ti paian d'essa bene accorte,
allor ti priego che ti riconforte,
dicendo lor,diletta mia novella:
"Ponete mente almen com'io son bella!"
Dante,Convivio.
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Post n°224 pubblicato il 29 Giugno 2014 da woodenship
Forre cosparse d'anime di mais e robinie
****Altro universo è la mente: spesso ci si ritrova, alle volte ci si perde. Nessuno avrebbe mai considerato assassino il tale che ha sterminato figli e moglie a Motta Visconti, giusto alle porte di Milano. Quali possano essere le sue motivazioni esecrabili, una cosa è certa: chiunque può perdersi, un giorno, in quell'inesplorato universo che è la nostra mente. Ed è su questo che spero che si rifletta. ...............................W.............................. |
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Già, ma ciò che fa maggiormente riflettere è che la schifezza d’uomo era vestito da uomo qualunque. Prima e dopo.
E’ questo che sconvolge: la normalità che si trasforma in follia omicida.
E si resta sorpresi: - non l’avrei mai detto… -
E viene da chiedersi : ma chi sono costoro? Attori eccellenti in grado di ingannare tutti anche mogli e familiari o portatori di un gene stravolto pronto ad emergere quando si rompono i freni inibitori?
Sarebbe semplice se costoro portassero in maniera visibile e facilmente riconoscibile lo stigma della violenza. Purtroppo non è così. Può succedere che la sera vai a dormire Gregor e la mattina ti svegli scarafaggio e l’impossibile diventa possibile...
Ti sono molto grata per come hai trattato il tema in modo umano, misurato e gentile, pur nella sua doverosa condanna.
Facile lasciarsi prendere dalla rabbia contro Caino. Una rabbia che spesso maschera paure ancestrali e che fa emergere non desideri di giustizia, ma di vendetta, come se il tempo della barbarie non si fosse mai estinto...
un abbraccio di luce.
Partendo dal presupposto che una persona cosiddetta "normale" non commetterebbe mai un atto di violenza, non posso esimermi dal considerare malato chi lo fa.
Però, come nel caso di patologie prettamente fisiche, resta da interrogarsi su quanto, lo stile di vita, possa contribuire sulla loro comparsa e di quanto, i veleni che l'umanità ha saputo "produrre" abbiano nociuto.
Tutti noi, più o meno consapevolmente, abbiamo consumato quantità indefinibili di egoismo scartando rapidamente involucri accattivanti venduti ed acquistati a caro prezzo: è qui, che secondo me andrebbe ricercata la causa di una degenerazione che colpisce non solo il corpo, ma anche l'anima.
Vittime e carnefici, per me, hanno la stessa storia: quella dei secondi è solo finita un attimo prima, pur essendogli sopravvissuti.
Grazie...
Ciao Wooden .
Scindo le cose, da una parte la tua capacità di trattare argomenti cosi crudi, con la naturalezza della tua vena poetica , non disperdendone ne’ la forza d’impatto tanto meno l’orrore. Dall’altra mi permetto un’analisi, del tutto personale. Credo io, che tutti abbiamo insiti lati oscuri che teniamo sopiti, a forza in alcuni casi. Nella consapevolezza di percorrere una linea sottile e nella possibilità, seppur latente, di poter sbandare si rifugia la forza che ognuno di noi mette per far sì che ciò non avvenga. Questi limiti, in ognuno di noi, provengono da appartenenza, cultura, bagagli di vario tipo che nella vita ci danno il segno da non prevaricare mai. Spesso queste disgrazie accadono in famiglie normali, magari persone conosciute e rispettate perchè bene inserite nel contesto sociale di piccoli o grandi insediamenti residenziali. Ecco, forse questo aspetto è quello che più io temo, questa etichetta di buona famiglia e di buona condotta che spesso ci viene appiccicata senza riconoscere che certe dinamiche di vita rasentano a volte la sopportazione, che certi comportamenti spesso vessano chi è costretto a riceverli. Spesso sentiamo che “oramai ci si abitua a tutto”, come se fosse una forma di pagamento per avere questa forma di società, come se fosse stata richiesta questa forma di soggettività, su cui è basata l’odierna società. Forse, è qui il problema, la non appartenenza a ciò che abbiamo intorno. Siamo, ci sentiamo, unicità senza renderci conto del Tutto che ci circonda, come piccoli mondi oscuri, lontani da quel sole che potrebbe rischiarare e riscaldare giorni freddi e tristi. Spesso senza rendersi conto che basterebbe allungare una mano, o solo alzare gli occhi al cielo per avere tutto quanto di cui abbiamo bisogno in certi frangenti.
Perdona questa mia, non è una forma di giustificazione per nessuno, sia chiaro.
Un abbraccio.
Antonio
Cronaca di una follia latente...Mio caro W...il mio abbraccio.
Buona domenica e serena estate, ciao
Un abbraccio e lieta sera wood caro, speciale sempre!
virgola