Canzone,io credo che saranno radi
color che tua ragione intendan bene,
tanto la parli faticosa e forte.
Onde,se per ventura elli addivene
che tu dinanzi da persone vade
che non ti paian d'essa bene accorte,
allor ti priego che ti riconforte,
dicendo lor,diletta mia novella:
"Ponete mente almen com'io son bella!"
Dante,Convivio.
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Post n°250 pubblicato il 10 Dicembre 2014 da woodenship
Si sa che non sono molto propenso a deviare dalla poesia per occuparmi di frivolezze e banalità. Però, anche qua, ci possono essere momenti in cui la misura si colma, ed allora non si riesce più a trattenere il rospo che si ingolfa nella gola e strozza. Veniamo al dunque: mi è capitato di assistere alle performance di colui che, al momento, viene considerato l'uomo politico in ascesa, quel Salvini, leader della Lega che si ripromette di trasformare il suo partito e movimento in qualcosa dalla dimensione nazionale. Perchè ne parlo? E'politica, mi si dirà. E i politici sono tutti uguali. E'vero. Ma ci sono cose che travalicano la pura e semplice politica. Per quanto mi riguarda sono sempre stato abituato a pensare che la politica fosse l'arte del possibile, ovvero del compromesso al livello più alto, in modo di contribuire allo sviluppo di una società sempre più inclusiva, ed avanzata dal punto di vista dei diritti umani e di cittadinanza. Ma evidentemente per certi individui non è così. E dunque si danno da fare per sviluppare la propria azione politica, non nel campo dell'inclusione e dei diritti, bensì nel giocare su tutto ciò che può dividere e dunque emarginare. A molti non sarà sfuggita la strumentalità della visita del suddetto Salvini al campo rom di qualche settimana addietro: cosa si aspettava di ricevere, dopo avere sparso tanto letame e odio su una etnia che, già di suo, non fa nulla per guadagnarsi simpatie? Quindi quel gesto è apparso come minimo provocatorio e studiato dal punto di vista politico: io ti provoco, tu reagisci. Ed io ti addito come violento e intollerante. Mentre io passo per politico attento e non violento che rivendica solo diritti per i bistrattati italiani, tanto tiranneggiati dai rom brutti sporchi e cattivi. Come ho potuto constatare dalle foto di tanti bloggers che si sono lanciati appresso all'eroico leader nella campagna contro i pericolosissimi rom che ci assediano nelle nostre pulite, ordinate e tranquille città. Passando ai rom, il sottoscritto non è certo uno che può dire di amarli in tutta coscienza. Il primo ricordo che ne ho è quello di un carretto tirato da un mulo carico di masserizie e pentole di rame che si accampò alla periferia del paese in un periodo sperduto della mia giovinezza: donne scarmigliate e con costumi sgargianti,uomini malconci negli abiti e bambini vocianti, sporchi e invadenti di strepiti. A questo primo ricordo se ne è associato poi un altro: su un mezzo pubblico in pieno centro, tre rom poco più che bambini. Uno, un ragazzino magro come un giunco che guardava una bambina sua amica con occhi innamorati ed ad un tratto cominciava a cantare con una voce meravigliosa una melodia struggente nella propria lingua. Altra immagine è quella di una stazione della metropolitane, in altra vita ancora, in cui una decina di ragazzi rom che infestava il mezzanino studiando i passanti frettolosi che uscivano dalla metro per avviarsi all'uscita. I ragazzi spiavano come predatori, cercando di comprendere quelle che avrebbero potuto essere delle prede possibili. Debbo ammettere che la scena era da far tremare le vene ai polsi. Anche ad uno come me abituato a scenari di guerra e ben più inquietanti. Però erano i giorni in cui era di moda la tolleranza zero. E la mia inquietudine nasceva dal fatto che non capivo come mai, se avevano dichiarato la tolleranza zero nei confronti dei rom e avevano devastato i campi abusivi nei pressi della città, cosa ci facessero ancora lì quei ragazzi affamati di vittime di taccheggio. Poi capii: semplicemente la tolleranza zero spostava i termini del problema; da sotto casa, li si spostava di forza nelle periferie più lontane. Dunque il problema non veniva risolto. Si dava idea alla cittadinanza di un ordine fittizio e tanto doveva bastare. Arrivando al dunque: la problematica alla quale riconduce l'esistenza del popolo rom, è vecchia a dir poco di una decina di secoli, ovvero da quando la quasi totalità dei popoli nomadi che invasero il territorio dell'impero romano, decisero di stabilirvisi e di crearsi un proprio habitat. I rom, no, proseguirono il loro nomadismo imperterrito e teso a disconoscere confini di stati e staterelli. Fin dal medioevo costituirono un grave problema per l'ordine pubblico e per la sicurezza. Ai tempi era ancora più sentito il problema della sicurezza, data la violenza e la aleatorietà del diritto.Tanto che, il popolo rom, veniva considerato portatore delle peggiori infamie e miserie. Anche se poi tornava utile, perchè dedito a commerci di villaggio in città. Cosa allora molto poco praticata, perchè le strade erano per nulla sicure. Dopo il medioevo, ci provarono in molti a risolvere questa"piaga" rappresentata da un popolo di indisciplinati, anarchici, violenti, dediti a traffici loschi e poco puliti e a spettacoli e rappresentazioni teatrali, molto spesso poco rispettosi dell'ordine costituito. A ciò va ricordato che anche Shackespeare, probabilmente faceva parte di questa categoria invisa di teatranti, rom e musici che, nell'Europa di allora, si aggirava di città in villaggi. Ci provò persino Filippo II di Spagna a sbarazzarsene, per quanto risultavano molesti, emanando un editto e cacciandoli via assieme a moriscos ed ebrei dalla Spagna di allora. Ci provarono i molteplici signorotti di allora, in mezza europa, a cacciarli con pogrom, incendi, massacri e persecuzioni. Molto spesso giustificati esclusivamente dalla necessità di trovare capri espiatori, nei periodi di carestia e povertà che le vessazioni nobiliari arrecavano alle popolazioni. Ma anche perchè, diciamolo: il nomadismo si regge pure sul furto, sullo schiavismo, e sui traffici più biechi. Così è pure tra i tuareg o i beduini del Sahara o del deserto del Negev. Solo che non tutti i Rom, come non tutti i tuareg, come nemmeno tutti i beduini, sono dediti al furto o a traffici indicibili. Ma a chi scatena campagne contro di loro nulla interessa di fare distinzioni: è più comodo fare di tutta l'erba un fascio. E' così per tutti i popoli: gli italiani sono mafiosi, i tedeschi sono autoritari, i francesi tutti dongiovanni con la puzza sotto il naso...Persino Hitler ci provò a risolvere la faccenda, mandandone svariate decine di migliaia di rom nei forni crematori. Ma, come si può ben vedere, nessuno di costoro riuscì a risolvere il problema dei rom in Europa. Ora arriva Salvini, barbuto ed incravattato di verde, con il petto villoso, a richiamare alla mente il duce, a dirci che lui sa come fare per liberarci dall'ingombrante presenza. Però non lo dice. Si limita a dire basta con i rom. Però non dice dove mandarli. E' come i tanti bloggers che fanno post contro i rom, per evidenziarne la criminogena natura e la sfaticataggine congenita. E soprattutto l'ambiente degradato in cui"amano" vivere e riprodursi: che schifosi, sembrano dire, ergendosi a giudici disgustati, come si fa ad essere definiti umani e poi vivere in queste condizioni?... Luiridi, infestati di pantegane, dediti al furto, alla grassazione, all'elemosina, tutti sporchi e puzzolenti, con torme di bambini che sono delle piccole pesti irrispettose... Chi potrebbe anche e solo smozzicare una parola di comprensione se non un buonista dal pelo sullo stomaco, per nulla disponibile ad ospitarli sotto casa propria? Ecco, è proprio nei confronti dei salvini e di tutti i loro sostenitori che mi viene da dire: se ci avete una soluzione ragionevole ditelo pure e davvero: volete bruciarli tutti? Ditelo pure, se ne potrà parlare. Li volete spedire dove solo voi sapete? Ditelo, se ne può sempre parlare. però non ci si può limitare a sollevare, il problema secolare, per semplicemente dire che è ora di dire basta. Basta a che cosa? E' un problema secolare. Non ci si può imbrogliare facendocelo sembrare qualcosa di dovuto al troppo buonismo, poichè viene da pensare allo speculare cattivismo. Anche questo è una cosa assai negativa. Come ci insegna ciò che sta accadendo a Roma: chi praticava la tolleranza zero ed aizzava i cittadini delle periferie a farsi giustizia da sè, ora salta fuori che era manovalanza di personaggi che si accordavano per spartirsi la torta degli aiuti e delle elemosine pubbliche per rom e rifugiuati... C'è qualcosa di peggio di un simile schifo? Giovanotti con passamontagna che lanciano molotov, che terrorizzano, per combattere contro il degrado portato dagli immigrati e dai rom. E invece che, alla fine, si arricchiuscono e guadagnano visibilità politica anche grazie agli aiuti di stato proprio per quei poveri diavoli. Come chiamare ciò se non CATTIVISMO? Fino ad ora ci si era abituati a sputare sul buonismo. Adesso sul CATTIVISMO che si potrà dire?... Dunque, tornando alle anime belle che sembrano avere scoperto adesso il problema dei rom e si accaniscono a latrare da giornali, tv e blog, del pericolo rappresentato da questo popolo, come se fosse una loro scoperta del momento. Dunque di una intuizione dei reali bisogni della popolazione italiana. Ad essi vorrei dire che fanno la scoperta dell'acqua calda, che già in film come"Il tempo dei gitani", veniva affrontata la tematica del popolo rom senza benevolenza o romanticheria buonistica d'accatto: alla fine sono esseri umani pure loro, con tutte le pecche e con una sola nota distintiva e che è quella di una difficoltà atavica nel rendersi sedentari e dunque nello smettere con il nomadismo. Cosa che, prima o poi, con il restringersi progressivo delle frontiere s'è fatto vieppiù fuori dalla realtà storica. Ed in ultimo mi sorge spontaneo chiedermi: perchè questo rispolverare di una tematica secolare, pur sapendo di non avere ricette adeguate? Forse perchè è un buon argomento sempre valido, per canalizzare odio verso i capri espiatori di sempre, e così facendo guadagnarsi la cosiddetta "cadrega"? Non sono lontani i tempi di Roma ladrona, quando si indicava in Roma la matrice di tutti i peccati, tranne poi, nel chiuso delle stanze, praticare la corruzione, il nepotismo e quant'altro di poco edificante. Certo che li ricordo ancora le mutande verdi del leghista Cota, ex presidente della regione Piemonte, comprate con soldi pubblici dei finanziamenti. Ma, come dicevo all'inizio, anche questo ci sta. Non ci sta sfruttare la vita degli altri, fossero rom, piuttosto che disabili o rifugiati per non dire clandestini, allo scopo di farsi una carriera politica. Allora che si limitasse a proporre delle soluzioni VERE E REALISTICHE, quelle che ci permetterebbero di uscire dalla crisi. E solo allora, quando avrà dismesso questa divisa di CATTIVISMO d'ordinanza BECERA E POPULISTICA, che forse si potrà pensare se votarlo o meno. Per adesso mi rimane solo tanto disgusto e rabbia: non si può farsi imprenditori dell'odio, andando a sfruttare piaghe già tanto dolorose e ,storicamente profonde, come il rapporto tra nomadismo e stanzialità. Perdonate il profluvio, ma insisto che il mio non vuole essere un intervento politico, bensì umanitario, contro la piega orrenda che sta prendendo la politica di questo paese: non si può, non dovrebbe essere consentito di guadagnare notorietà a spese di ESSERI UMANI, di qualsiasi cosa possano essere accusati e ritenuti responsabili. Per adesso, siamo ancora in regime di legalità, per quanto e quale significato si possa ancora attribuire a questa parola, dunque dovrebbe prevalere anche per costoro il principio di innocenza fino ad un'eventuale e definitiva condanna..Un abbraccio ed un caro saluto ..................................................W.....................................
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In effetti, in questi ultimi tempi, mi sono ritrovata anche io a leggere post e commenti che esprimevano una cattiveria portata all’estremo, dove si auspicavano addirittura naufragi con esiti nefasti… magari dagli stessi blogger che riempivano i loro post di cuoricini, amore per gli animali e poesie. Assurdo… e Salvini non fa che alimentare e cavalcare dei malesseri che hanno magari un perché, ma che si riducono ad essere solo l’espressione di una violenza gratuita che alimenta altra violenza.
Grazie per questo post, mi ha rincuorato molto leggerlo e stasera mi sento meno sola in questo pensiero.
Serena notte, Laura
E allora...?!!!
Cosa vorresti insinuare eh? Siamo tutti nazisti noi vegetariani di destra? Era da tanto che non la sentivo dire questa frase...
Pensavo che i tempi dell'ignoranza totale fossero andati...
Ma il qualunquismo della finta morale cattocomunista impazza... Puntare il dito contro gli altri sempre, guardarsi allo specchio mai. Una frase così banale ed ignorante annulla e svilisce il tuo post. Peccato.
Ho avuto modo di leggere anche io alcuni post al riguardo e ho preferito non esprimermi in quanto non considero degni di attenzione coloro che ne parlano, più che altro per il modo in cui ne parlano.
Mi piacciono molto i gitani (come idea) e rispetto il vivere di chiunque,(rom compresi) se quel vivere però rispetta allo stesso modo gli altri. E' facile trovare la lamentela, sempre difficile trovare la soluzione. Credo però che le soluzioni ci siano, se chi "detiene" l'Italia facesse le corrette leggi, accoglienze, strutture e vari e si occupasse di farle rispettare queste leggi. Purtroppo, i campi rom, così come altri tipi di problemi li hanno persone come monellaccio e non come chi i problemi li guarda, ma è ben lontano da capirli veramente perchè quei "rom" non stanno sotto casa sua. Vedi Wood, io trovo che tu abbia ragione, ma non condivido, ne accetto il fatto che siccome siamo esseri umani giusti, intelligenti, civili, dobbiamo accettare tutto. Abbiamo i rom, ma non possiamo ammazzarli nemmeno se rubano in casa nostra, abbiamo gli extracomunitari che violentano nostra figlia o picchiano nostra nonna, ma non sono tutti uguali. Abbiamo chi scappa dalla guerra o stillicidi di massa e oggi cominciano ad essere milioni qui in Italia, ma dobbiamo capire ed essere generosi...se poi siamo in crisi economica, il lavoro non c'è, soldi non ne hanno, hanno fame e non hanno più niente da perdere...dobbiamo essere comunque di ampie vedute e sapere che non saranno tutti delinquenti.Vedi, la politica ci mette nelle condizioni di dire che se non accettiamo questo e anche quello, non siamo essere civili, umani, caritatevoli, in grazia di Dio...e hanno ragione! Ma, la stessa politica non crea la struttura, le leggi, i modi, per sostenere questo e quello, tutte quelle cose che noi esseri civili dobbiamo accettare...il capro espiatorio sono quindi tutti coloro che in disagio chiedono in qualche modo aiuto.
Io sono incazzatissima!! Non lo sono con i rom, ne con gli extracomunitari, ne con chi scappa dalla guerra, lo sono con chi non sostiene con i giusti mezzi, le corrette leggi e quanto altro, coloro che dobbiamo accettare !! In sintesi in unione, dovremmo un pochino smetterla tutti di fare le persone "civili" (succubi) e la stessa "rabbia" che mettiamo nel parlare dei rom, o nel farlo difendendoli, dovremmo regalarla a chi ci ha messo nella condizione di altrettanto disagio (seppur diverso) senza darci le giuste soluzioni.
Il problema sta nel nostro perenne bisogno di un capro su cui scaricare la responsabilità di ciò che non ci piace e di un duce da cui farsi guidare; duce che diverrà a sua volta capro nel momento in cui inevitabilmente fallirà.
Il crollo di una casa, Wood, non comincia dall’architetto che la progetta, o dal muratore che la erige, ma dal fango di cui sono impastati i mattoni. Così un popolo marcio darà alla luce politici marci: non è mai il contrario.
Cosa fare non lo so, so cosa faccio nel mio piccolo, e poco o tanto che sia è tutto là, sulla pubblica piazza: c’è chi imita, chi lapida e chi, per non avere il coraggio di fare né l’una né l’altra cosa, giudica.
Io, ad essere onesto, me ne fotto.
Non è disfattismo, Wood, né disillusione, solo presa di coscienza del fatto che siamo in tanti e ognuno la pensa a modo suo. Io mostro ciò che sono alle persone, in primis a coloro che amo, ma non obbligo nessuno ad essere come me. Ognuno è libero di essere ciò che vuole, ricordando, però, che dove comincia la mia libertà la sua finisce.
Era il giugno 2007 e dal campo di via Triboniano, a Milano, dove si erano rifugiate, venivano sgombrate - come si fa con le robe vecchie in soffitta - famiglie Rom romene. Vi erano molte "Autorità", presso il campo: dirigenti delle Forze dell'Ordine, assessori, funzionari pubblici, assistenti sociali, sacerdoti. Vi erano bambini in fasce deposti al suolo dai genitori stremati, ragazzini di 6 o 7 anni feriti durante le operazioni di evacuazione, donne incinte sedute per terra…
Gli attivisti di EveryOne erano presenti e si prodigavano per portare soccorso umanitario e tentare una mediazione con le autorità milanesi.
A un certo punto Jasmine, una giovane romni, si voltava, alzava le mani al cielo, si poneva di fronte ai poliziotti armati e gridava: "Siamo esseri umani e non abbiamoun posto dove andare! Dio ha Creato Il Mondo per tutti, non da solo per i ricchi! ".
Jasmine aveva un sogno: possedere un pezzo di terra, in Romania o in Italia, su cui costruire una fattoria.
Jasmine chiamò Romasia il progetto di un luogo in cui famiglie Rom con tradizioni simili potessero vivere insieme, crescere i loro bambini e mandarli a studiare nelle scuole locali, mantenendo vive le antiche usanze e tradizioni. Agricoltura e allevamento biologici sarebbero stati la base di partenza per il loro sostentamento.
Il Gruppo EveryOne ha fatto proprio il sogno di Jasmine e lo ha presentato ad alcuni Comuni italiani.
Il progetto prevede l'acquisto di terreni agricoli o il riattamento di case coloniche dismesse, in cui realizzare comunità di lavoro, composte da famiglie Rom affini fra di loro.
Alla presentazione del progetto lodi sperticate, però all'approvazione verbale, non hanno mai fatto seguito i fatti: niente "Fattorie biologiche", ma ingenti risorse investite in sgomberi, espulsioni, creazione di "Zigeunerlager" – o come li vogliamo chiamare certi campi gentilmente “concessi”? -
In Italia la "questione Rom" è uno dei cavalli di battaglia della politica odierna, che presenta da anni al popolo italiano, attraverso una poderosa campagna mediatica, i Rom e i migranti come il più grave "problema" del nostro paese, evitando di puntare l'indice contro i problemi reali: le mafie, la corruzione, gli sprechi, i favoritismi, gli interessi particolari che prevalgono sul bene comune. Visto che l’Italia non recepiva, il sogno di Jasmine è stato portato all'Unione Europea, spiegando che solo se si parte da progetti concreti, capaci di annullare gli effetti della discriminazione e dell'esclusione, si può sperare di aprire la società europea all'accoglienza di Rom, Sinti e di altre etnie di minoranza.
L'Unione Europea si è dichiarata non ancora pronta a seguire le fasi dei progetti di crescita, per ora si sarebbe limitata a produrre documenti (direttive, risoluzioni e rapporti) e stanziare fondi ora per questa ora per quella associazione.
Che fare? Si ricorre alle proprie forze!!!!
Così il sogno di Romasia si è realizzato ad Arad, in Romania; un altro pezzo di terra è stato acquistato a Costanza, sempre in Romania, grazie ad una famiglia Rom (i Ciuraru), al Gruppo EveryOne e a volontari dei diritti umani.
Il primo fazzoletto di Romasia è nato ufficialmente il 27 gennaio 2010, Giorno della Memoria dell'Olocausto.
Dal grido forte e fiero di Jasmine è nato il simbolo di un mondo nuovo, il segnale di una società non più distruttiva e intollerante, ma costruttiva e solidale, malgrado mafia e politici corrotti.
Grazie, amico mio, per questo post. Grazie davvero e di cuore.
Questa coscienza e questo orgoglio di essere Rom e Sinti è una forza potente che tende alla conservazione della loro civiltà. Ma tra loro cresce anche l’interesse per la scuola dei figli, la creatività e l’iniziativa nell'inventare ed intraprendere nuovi lavori, l'alfabetizzazione crescente, la disponibilità – almeno come l’ho vissuta io – a collaborare con i gagé animati da reale interesse nei loro confronti.
Il vero futuro sta nelle parole di una giovane romi ungherese, universitaria: “La mia libertà è possedere la mia cultura, le mie radici e insieme gli strumenti di comprensione della società di oggi”.
Ed è una vera rivoluzione il fatto che cominci a crescere una letteratura scritta in lingua romani in un mondo che vive di oralità.
Molti intellettuali rom e sinti, all’inizio del Novecento, in momenti diversi e in luoghi diversi, hanno avvertito l’esigenza di contribuire alla creazione e al consolidamento di una comune identità romani. Tra loro chi, come Leksa Manus, teme la “dimenticanza” del loro linguaggio e della loro cultura e ne rivendica fiero la ricchezza
Natarajah, il Signore della Danza,
ai nostri lontani padri,
dove nella valle scorre il fiume Indo,
diede il liuto, lo strumento caro agli Zingari.
Molte corde sono d’oro,
al di sopra l’altre sono argentee,
e tutte cantano così come nel sanscrito.
Ma si ode, come dentro nella canzone vi ha qualche parola persiana od armena,
e le greche odo io là,
si ha altrove parole valacche,
ci sono le ungheresi, altrove le slave...
Ma tutte esse straniere
presto si fondono nella lingua dei bramani,
nella lingua ch’è la sola ricchezza
che noi abbiamo nella nostra vita.
Perciò serbatela, non dimenticatela,
per i nostri bambini conservatela!
sono convinta che se si vuol conoscere un popolo bisogna anche toccare la sua anima e per entrare nella sua anima è necessario guardare oltre....
Buona serata, caro. Un abbraccio!
Piu' che mai, il mio forte ed sincero abbraccio W.............
premesso che sono apolitica e non credo nella destra, nella sinistra, nel centro e nella lega, mi sento di dire che Salvini al contrario di tanti altri falsi buonisti ha avuto il coraggio di esprimere il peggio di sè che altro non è che la mancanza di civiltà che dimostriamo verso i 'diversi' siano rom o extracomunitari o cladestini. buona serata, ciao :-)
Io penso che quando ci si siede su quelle poltrone in Parlamento, si finisca per acquisire un modo di pensare e di ragionare che vede solo e soltanto i propri interessi e il modo di preservarli. Stop. Per cui intanto ho pochissima stima di un uomo che si fa fotografare come una starlette qualunque sui giornaletti...secondo, è facile mettersi in bocca ovvietà e parole trite e ritrite per "cavalcare" l'intolleranza della gente e sollevarla e gestirla per i propri interessi persnali. Di quest'uomo, specie dopo tutte le figuracce che continua a fare in giro, ho veramente una stima infima, di conseguenza non lo considero nemmeno degno di nota.
I Rom sono un popolo che ha le sue abitudini: discutibili, peraltro, ma finchè non ci diamo fastidio a vicenda, loro mettendo scompiglio, noi cercando inutilmente di "civilizzarli" (con le dovutissime virgolette) penso che ognuno abbia il diritto di vivere come più gli piace..ovviamente seguendo il vecchio adagio: la tua libertà finisce dove inizia quella dell'altro. Un abbraccio, Wood :)
stendiamo
veli pietosi
versi...
pulsanti...
così a
capirla
meglio
la politica...
La gestione, così come la risoluzione di problematiche simili, è compito di chi si assume la responsabilità di risolverle: non certo regredendo a metodi che già in altri tempi hanno fallito, ma evolvendo verso un ideale di convivenza che come tale preveda le esigenze di tutti. Nessuno escluso.
Ti auguro buona giornata...