delirio

E' una porta la mia presentazione quassù. L'ho lasciata aperta per non cercare mai più chiavi perse troppe volte o mai trovate. Hai capito bene quanto le abbia cercate, e poi aperto un pertugio sempre un altra blindatura si presentava. Ricerca di altro codice d'accesso, poggiare l'orecchio, prendere la forma con la creta e tentare ancora. Una fatica immane che non riesco più a sopportare. Allora le lascio aperte, anche qui a casa, nonostante ladri e farabutti, spesso stanno aperte, niente allarme, niente protezioni, non ho più la forza di oppormi a quello che entra. Mi lascio colpire da tutto, assorbo bene i colpi ma la spugna strizzata rigetta i fastidi e resta, piuttosto, ad asciugare al sole per poi seccare. E rincorro sentieri nella mente, partendo a caso da un costrutto e andando senza stradario, senza programma nè itinerario, ogni chiave che estraggo apre un vano, che riempio di parole, a volte note, urla, pianti, non ne sbaglio più una di chiave. Quando sembrano finite, altre si materializzano in paradossale ricerca di porte: automatismo che mi stanca, perchè so che non finirà, o finirà di fronte al Vuoto...tanto vale essere "ballerina di un falso movimento" (una Toccata danzata in Fuga, uno Scherzo di movimento...) folle nel suo volo incurante della morte.
Quasi sempre mi porti via mio fratello maggiore, non so nemmeno dove sono stato in questi minuti che son rimasto aperto su di te..."consumarsi verso l'esterno" che ne dici come soluzione? Un abbraccio a te ed ai tuoi cari che sia un fine settimana caldo di sole che possa riscaldare e ravvivare il nostro sentirCi.