Creato da woodenship il 23/08/2010

delirio

una spirale

 

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Un tiro una vita

Post n°190 pubblicato il 12 Dicembre 2013 da woodenship

Giochi  fiori
                   sorriso di vento

vendi tristezza recisa

appesa/ gardenia all'occhiello
               
tiro speranzoso all'occhio

Cosa saresti mai se non fiore?

A masticarne lo stelo asprigno

a mordicchiarne i petali di miele

alla bocca sei mestizia e delizia

Lascia che le spine rimangano lì

c'erano già prima

e volevo già vincerti

prima che ti si ravvisasse/ sensuale arresa
                                                  falsa perdente

bagnata e tremante maga ancella

stellata la mantella/ scossa di voglia
 
Il mio delirio ti culla
                                   chi sei mai?

Sei nell'esistente

                                   sei nell'incubo

                                                                                                      sei nel gioco

                                                   sei nella terra fino al collo

                                                                                sei sotto un tetto di nubi

sei solo sogno e non hai più iridi

                                                 Bulbi oculari accesi

                          spiando

                                             flottar di cubi

                                     che sempre dicono ch'è sei

                                                rotolano...

                                                    ma chi sei?
Il pugno stringe un sasso
poi due/ poi cinque ne agita
dadi per un tiro solo: la vita
tappeto verde la pelle
                               un bluff chi sei.

 
Rispondi al commento:
fin_che_ci_sono
fin_che_ci_sono il 12/12/13 alle 22:49 via WEB
Caro amico, nella prima parte che termina dove poi inizia (a seguire) il post precedente, io ci vedo una storia che sfioro con delicatezza, soltanto con queste poche parole e passo oltre... Mi soffermo sul "chi sei?" perché mi ha tanto attratto e perché lo ritrovo anche in questo post, oltre che in quello precedente, e abbozzo un ragionamento che può pure lasciare il tempo che trova. Una delle ragioni per cui non sappiamo realmente definirci è che probabilmente siamo immensi, ma senza saperlo. Non chiedermi per quale ragione tiri in ballo nozioni risapute di fisica, perché non lo so! Sto pensando quanta energia c’è in un grammo di materia qualsiasi, anche fatta del nostro essere. Quanta energia sprigionerebbe la nostra massa totale se si trasformasse, appunto, in energia? E’ qualcosa di calcolabile, e il risultato è spaventosamente immenso: una forza distruttiva, mai posta in azione, incamerata in un corpo umano... Abbiamo questa complessità che riguarda la natura fisica. E l’Anima? e la Mente? Cosa potrebbero effettivamente sprigionare? Ma cosa ne sappiamo? E infine: “Chi siamo?”... Siamo un pezzetto di quell’Universo che continuiamo ad indagare, senza approdare a nulla di definitivo. Di tanto in tanto una qualche autorità scientifica annuncia che al massimo fra vent’anni avremo la Teoria Ultima , quella che spiegherebbe una volta per tutte l’effettiva costituzione delle cose, fatte di un assemblaggio di minuzie talmente piccole da non avere struttura interna. Ma poi, puntualmente, tutto sfocia in un nulla di fatto. Una tale scoperta getterebbe una luce sfolgorante sull’intero creato, dicono. E perché no!: forse anche su noi stessi, ma non so in che termini... Per adesso dobbiamo accontentarci di congetturare sul “Chi siamo?”, magari tirando a indovinare lanciando un paio di dadi, ma ricordandoci della profezia del grande Albert che invece di dadi lanciava sagacemente frecciate ai suoi avversari che non credevano affatto nel giorno in cui tutto sarà finalmente reso chiaro: “Dio non gioca a dadi”, volendo significare che ancora non sappiamo, e siamo costretti a congetturare in base a un calcolo di probabilità (anche riguardo noi stessi, come io credo!), perché nelle formule che utilizziamo non compaiono tutte le variabili che dovrebbero invece comparire: mancano quelle che ancora si nascondono alle nostre facoltà di scoprirle, nascondendoci tante verità... Sarà vero? I fatti dimostrano che in tutto ciò che disse, quell’uomo l’ha sempre azzeccata... Un grande saluto e un grande abbraccio, carissimo amico. E grazie per avermi dato lo spunto per questa folle digressione. Aggiungo soltanto che la prima parte della poesia mi ha semplicemente commosso... Un augurio di ore splendide a seguire! Fin
 
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