delirio

Sai una cosa amico mio?Non credo che il cielo non possa rispondere perchè sia troppo lontano.Bensì credo che esso ci risponda,che ci dica molto:siamo noi che non siamo in grado di interpretare le risposte che esso ci dà.Ad es.sui fulmini,lampi,e composizione d'atmosfera,molto ci dice,se interrogato con i giusti strumenti,ma su altro,ad esempio perchè dimostra o,lascia intendere, contrarietà a noi comuni mortali,su questo non abbiamo ancora imparato a porgli le domande nel modo giusto,e nemmeno un macchinario che possa sostituirsi alle nostre intelligenze.Questo per dire che tutto ci parla,ogni singolo aspetto di paesaggio e di tempo ci parla,dicendoci di tutto e di più.Perchè ogni cosa è parte di noi e noi siamo parte di un tutto.C'è comunicazione tra i singoli,siamo noi a non avere maturato una sensibilità razionale che ci permette di comprendere con consapevolezza.Al momento siamo solo creature che obbediscono come macchine ad impulsi istintualiE'la poesia a dircelo,vero amico mio?Attraverso espedienti linguistici ed artifici retorici,trasponiamo realtà e verità,ricercandone motivi e significati,per un'esistenza che pare tanto folle assassina,in primis in quella che dovrebbe essere nostra madre,la Natura.Ma essa è così malvagia spesso e volentieri.Ricordi il discorso su Achab e Moby Dick?Il nostro odio verso una natura tanto selvaggia e malvagia da negarci la felicità e da menomarci tanto da impedirci di nemmeno poterci provare a raggiungerla,allora perchè si è stati messi al mondo?Solo per alla fine morire in modo ignominioso e tremendo,magari sotto le torture più atroci?Quanto sia spietata e selettiva questa natura,lo dicono gli innumerevoli episodi che parlano di sadica pervicacia nel colpire miseri e risparmiare baciati dal cielo.Solo a rifletterci scatena rabbia e impotenza tutto ciò,in principio,poi soltanto mestizia.Ed infine domanda retorica,espediente linguistico per interrogare se stessi,per ricercare nel proprio essere oscuro che si agita nelle viscere umane,tutte quelle risposte che non siamo in grado di leggere nel mondo esteriore.Qual'è il miglior parente di noi stessi,se non la nostra interiorità?Solo che essa è scissa:una parte è chiara e si lascia comprendere nelle sue linee essenziali.Ma l'altra è nera,tanto nera da non lasciare trasparire la benchè minima ragione,se non quella fugace della follia...Tutto perchè vlevo dirti che,qel chiedere al cielo,è un mero espediente per poter chiedere a me stesso,a quella parte sconosciuta di me stesso,le ragioni per certi atteggiamenti di cui non posso dirmi completamente e totalmente estraneo,come quelli che riguardano la violenza e la cultura ad essa collegata.E' un po' come cercare di ricostruire un enorme puzzle,partendo da una tessera,quella rappresentata dal nostro essere............Un carissimo abbraccio amico mio e grazie infinite per lo stimolo straordinario sempre offerto dal tuo dialogare e per le parole assai lusinghiere che sempre hai in serbo per me........A te una magica serata.................