delirio

Sorrido amica mia:mi ci vedo a scuola a fare finta di nulla,nella speranza vaga di sfuggire l'interrogazione.Ci vorrebbe essere invisibili in certe occasioni.Ma mon sempre vanno così le cose.Allora ci si ritrova in un turbine compresso,con tutto il mondo che preme nel petto,fino a far mancare il respiro.Condivido più che mai il tuo commento,la tua lettura,amica carissima,perfino nelle virgole,rimanendo affascinato a leggere.E'chiaro che la mia domanda era un espediente letterario.L'avessi rivolta a me stesso la risposta sarebbe stata scontata già in partenza. Ma siccome la poesia ci vuole molto curiosi e per nulla refrattari al pigolare delle stelle,allora è alla gran volta stellata che ci si rivolge,nella speranza che,il proprio io,dilatandosi,possa arrivare là,dove con la ragione si fa tanta fatica ad arrivare;lì dove i tanti fili dell'umanità e non solo vanno a perdersi per trovare finalmente un punto in cui incontrarsi.Non solo i fili degli umani,ma anche tutti quelli dei viventi.Perchè,come dicevo,siamo parte di un tutto:ogni cosa che muore ci chiama in causa.Ed ogni volta che muoriamo qualcosa di noi rimane ad aggiungersi in coloro che sopravvivono.E' un patrimonio genetico,oserei dire,che va ad arricchirsi sempre più:un tempo eravamo scimmie.Ora siamo umani.Però non siamo distaccati da tutto ciò che ci circonda:ne abbiamo bisogno per sopravvivere.Un dì mi è capitato di leggere un racconto di sf,mi pare che si intitolasse"Incontro con Rama".In un futuro non lontano,un corpo non identificato si avvicinava al sistema solare.Allora dalla terra veniva mandata una missione per vedere di cosa si trattava.Gli esploratori scoprivano un immenso manufatto,una astronave di sicuro.Dopo averci girato attorno,riuscivano ad entrarci.All'interno scoprivano un mondo molto vicino a quello terrestre:prati,bestiame al pascolo e tutto ciò che avrebbe potuto definirsi un ameno paesaggio bucolico.Ti racconto questo per dirti come noi abbiamo bisogno di tutto ciò che ci circonda per sopravvivere,se non per vivere.E,se un giorno dovessero essere possibili i viaggi interstellari,è con tutto ciò che dovremmo viaggiare per sopravvivere.Naturalmente,l'astronave aliena era di passaggio,per cui,ad un dato momento,diede segni di preparazione ad un salto.Allora gli esploratori dovettero allontanarsi.Il mistero rimase inesplicato.Ora,per tornare alla poesia,mi ritrovo perfetamente d'accordo:a furia di porci la domanda,sono convinto che,sarà tra diecimila anni,tra centomila anni,ma una risposta ci arriverà.E saremo noi,attraverso l'interrogazione indiretta delle stelle,a darcela.Perchè l'universo che abbiamo nella testa è quello che si mostra infinito fuori dall'atmosfera terrestre.............Grazie infinite per il dialogo più che mai straordinario e il commento assai prezioso.......Un abbraccio di luce immensa che illumini tutte le scie che appresso ci lasciamo,lumachine dall'inconscio spesso labile......... Bacio di sole...........