delirio

Poni una serie di problemi su cui ci sarebbe da discutere all'infinito. Faccio anche mia l'ipotesi che il cielo non riusciamo ad interpretarlo quando ci lancia i suoi messaggi per comunicare qualcosa d'importante, e ciò accade soprattutto quando il messaggio si ripete. Ti porto l'esempio di un matematico indiano del '900, celeberrimo: Srinivasa Ramanujan affermava che un'equazione è interessante soltanto se incorpora un messaggio di quello che lui chiamava Dio. L'idea che il cielo ci voglia dire qualcosa è stata sempre diffusa, così come un tempo era diffusa l'idea di trovare un linguaggio universale che risolvesse, calcolando e una volte per tutte, qualsiasi controversia. Ma a tutt'oggi di quel mega progetto resta soltanto il nome dell'ideatore del pensiero (Leibniz) e pressoché nessuna traccia di quel linguaggio che avrebbe messo d'accordo gli uomini, almeno nelle intenzioni. Abbiamo molto da imparare su come porre le domande: al momento sembra che non esistano gli strumenti adatti allo scopo... Ti domandi perché il cielo dimostra contrarietà a noi mortali? Ovviamente non lo so neanche io. Posso solo fornirti la risposta che mi diede un religioso serio quando lo interrogai sulla presunta bontà di Dio: "Dio Buono? E perché Dio dovrebbe essere buono?" Neanche loro, i religiosi, sanno rispondere a certe domande... E' tutto un po' strano, una stranezza che non riusciamo a comprendere: perché mai, ad esempio, la natura è matrigna?, quella stessa natura che ha generato gioia e dolore, istanze che si comportano molto diversamente nei nostri riguardi: la gioia dobbiamo cercarcela sudando le proverbiali sette camicie, e quasi mai si riesce a trovarla; il dolore, invece, bussa alla nostra porta ma senza essere invitato. Dobbiamo ancora imparare il metodo di porre le domande in modo tale da costringere a fornire risposte. Ma costringere chi? Anche questo ci è sconosciuto, e tutto ciò che possiamo fare è levare lo sguardo al cielo. Sempre così s'è fatto, in tutte le epoche, in tutte le civiltà, ma nessuna risposta... Comprendo la tua rabbia, che è quella di tanti, quando si apprende il male estremo che viene subito soprattutto da esseri innocenti che onorano la vita con il loro esistere senza fare alcun male. Ma le risposte alle domande, come tu affermi, sono racchiuse in quella nostra interiorità scissa per aumentare i nostri travagli, a quanto sembra. E prima di rispondere alle tante domande cruciali che assillano la nostra mente, dobbiamo mettere d'accordo le due parti che si contrappongono e che sembrano giocare al tiro della fune, col rischio che la fune si spezzi, e con essa la nostra vita... E quanto ancora ci sarebbe da dissertare, Amico mio. Ma è bene che mi fermi a questo punto che non può assolutamente essere risolutivo. Casomai lascia ancora motivi per domande e indagini ancora più profonde... Un augurio di lieta serata. Fin