delirio

Dopo il sangue delle ideologie perdute e di quelle mai nate e già massacrate nei feti della pietà, il tuo agosto di un'estate che non è alla fine, è davvero il vento che sfrangia le nuvole e i cieli nervosi di temporali arcani sottratti alla tempesta di Giorgione, disegnando rune e ideogrammi elettrici e lambendo con gli occhi impertinenti sussurri . Tu ci provi, e ci riesci, a dipingere l’umore confuso nei flutti. Inchiostrando il foglio di esplosioni tremanti, assenti come le lontananze vicine. Vedo i laceri e manifesti inviti spruzzati di pastelli sbiaditi nel mare, come pure il tetto di palme intrecciate in questo agosto tuo, Wood, che non è alla fine. Cerchi di scrivere, di voi, del furore immobile che la passione di una carne consacrata all'anima esige ma non pretende senza prima disfare le stagioni e diluirle nel sangue di chi le vive e chi le legge. E di chi, come tu dici, conosce le arti stregonesche e talvolta ne fa uso anche per far sì che il flusso degli arcani paradossi, toccandola, poi non la travolga. Grazie Woodenship, per questa tua (non ultima) tempesta in un agosto che non è alla fine.