delirio

Come non ascoltare il tuo sincero ed affettuoso reclamo?Non posso e non voglio essere recalcitrante.Ma è che alle volte è un'impresa ardua,se non impossibile,cercare di spiegare una poesia.A maggior ragione dopo che la si è scritta.Se poi fa parte di un progetto più complesso,allora la cosa si fa ancora più complicata:dovrei raccontarti tutta la genesi,com'è nata e come si è sviluppata,crescendo via via e moltiplicandosi.All'origine erano solo dei versi affastellati,appresso ad un'immagine del mercato.Poi il lavoro ha preso una strada strana per le stradine di un mercato,frantumandosi e ricomponendosi ogni volta nei modi e nelle forme più bizzarre.Alla fine mi sono ritrovato davanti alcune poesie(cinque,e altre due o tre che sto cercando ancora di inquadrare).La prima,in ordine di pubblicazione, è stata "Un lampo di fede".La seconda:"Un frustolo d'amore sfuggito".La terza è questa"Un tanto al chilo".Il filo comune è il mercato,le visioni e le fantasie,con riflessioni che può suggerire il mercato di per sè.Un mercato che,con il tempo e con la modernità,è fuoriuscito dai canoni tradizionali della fiera di paese o dell'incontro internazionale come può essere addirittura l'EXPO'.Dunque,dicevo delle riflessioni:all'oggi quel che prevale in tutte le sedi è proprio questa concezione mercantilistica.Oddìo,non è che prima fosse poi tanto diverso,però oggi c'è qualcosa di più,a mio modestissimo parere:c'è la smaterializzazione degli individui e dunque la vendita dei loro bisogni,delle loro vite rese immateriali;la banalizzazione di corpi non più materiali,bensì pure riproduzioni da rivendere come merce declassata.Proseguendo nella riflessione su dove ci sta conducendo la globalizzazione e la tecnologia,viene spontaneo immaginare un punto di domanda su quella che,per eccellenza,viene descritta come la lotta tra razionalità e irrazionalità nella storia umana.Secondo una certa lettura Odisseo rappresenta l'approccio razionale con la realtà ed il tentativo felice di andare oltre la superstizione.Dunque dell'affermazione della superiorità dell'intelletto sulla credenza oscurantista...Siccome il dubbio comunque la fa sempre da padrone nell'intelletto dell'uomo razionale,sorge sempre la domanda se ne valeva la pena di affrontare e sconfiggere l'ignoranza e la credenza,per finire poi in un mondo come il nostro in cui sembra di vivere in una realtà ancora più complessa e contraddittoria di un tempo.Di quel tempo,prima ancora del mito di Ulisse che affronta e vince il canto delle Sirene.Insomma,per essere ancora più chiari:valeva la pena,se poi ci si riscopre ancora prede di istinti tanto oscuri e bestiali da farci addirittura vivere la sessualità e l'amore in un'ottica tale di sfruttamento?Uno sfruttamento che non si ferma alla sessualità,ma che finisce per coinvolgere l'uomo in tutte le sue attività,da quelle lavorative a quelle ludico socializzanti.In pratica ci si vende e ci si compra quasi senza più farci attenzione,tanto si è dediti al perseguimento,non tanto della crescita e della consapevolezza,ma del puro soddisfacimento dei sensi nella più pura accezione materialistica......Spero di essere stato sufficientemente chiaro,mia dolcissima Amy.Come tu dici:il poeta merita di essere compreso,qualche volta.Io aggiungerei che anche il lettore merita di comprendere.E qua ti scocco un sorriso d'affetto e ringraziamento,anche per avermi permesso di chiarire a te e a me stesso,una parte di quanto ci sta appresso al mio travaglio........Un abbraccio più forte che mai ed un bacio per una notte di sogni sereni...........