Creato da woodenship il 23/08/2010

delirio

una spirale

 

« HaikuA testa in giù »

Andarsene restando

Post n°299 pubblicato il 04 Ottobre 2015 da woodenship


del treno inatteso è l'ora

allorchè canto d'allodola

erompe dalla gola canto della diaspora

è l'ora che d'ogni ricordo il meglio

si sciolga nella borraccia a secco di lacrime

gettandoci nell'abisso il torrione spoglio

d'orgoglio annerito dai roghi di caccia;

             scegliere panchina per tanti parrà viltà

  e restarci in questa città regno di vita meschina

teatro per molti pionieri del successo mai raggiunto

... li ricordo altri attori che lì gualcirono le vesti

già logore nel rannicchiarsi laceri

nel sonno

l'ultimo sonno

prima dei bagliori scomposti

                                    lampi che illuminano un foglio

                                     con scritta sull'unto

                                      dal verde lercio di scoglio

                                      dell'annegato appunto:

"Abbaia, aurora avvizzita

l'accidia si fa coltre:

avvilita e sudicia

così lascio che oltre andiate

passanti dal passato rimosso"...

 
Rispondi al commento:
woodenship
woodenship il 08/10/15 alle 17:07 via WEB
Non potendo spiegarla una poesia,si tenta di parlarne,un po' come quando si ascolta un disco o si guarda un dipinto:ci si dice cosa ci comunica e cosa se ne ricava.Spesso al primo sguardo,come alla prima lettura o ascolto,è facile che non ci dica nulla,oppure che ci dica molto,per quanto non in linea con l'intento di chi ha eseguito il lavoro.Ma questo è nell'ordine delle cose:ognuno ha una propria sensibilità.E,di certo,ne verranno fuori le visioni più disparate. Però,attraverso la discussione,magari si può arrivare a dei punti d'incontro,comprendendo maggiormente ed allargando ulteriormente la prospettiva,del lavoro in questione.E'attraverso lo scambio che sono arrivato a comprendere modi diversi di scrivere,aumentando la capacità di percepire la sensibilità altrui.In poche parole,quel che vorrei dire,è che,anche se una cosa non si può spiegare,comunque si può tentare di metterne in comune la comprensione,soprattutto in funzione della ricerca di diverse lineee guida per futuri componimenti.E qua vorrei dire una cosa che penso tu possa comprendere ancor meglio di me,ovvero:dalla lettura a voce alta di una poesia, dipende molto della capacità di entrare in empatia con lo scritto.Quindi dalla comprensione della cadenza degli accenti e delle pause,con in aggiunta l'interpretazione vocale delle assonanze e consonanze,con la conseguente scoperta delle rime nascoste,tutto ciò può dare quel senso di bellezza che sfugge ad una lettura frettolosa,oppure non interpretante correttamente il testo scritto.E' un po' come a teatro:le battute vanno pronunciate con la giusta dizione.Bisogna conoscere la corretta dizione per fare proprio lo strumento che permette se e come dare l'inflessione dovuta ai versi.Quindi,oltre alla dizione è necessaria pure una buona conoscenza della grammatica e della sintassi,per afferrare il soggetto e farne propria l'azione,in modo da poterne cogliere il fluire della storia e la valenza di metafore e allegorie...Insomma,non so se sto scrivendo un mucchio di sciocchezze.Magari potrebbe giungere qualcun altro con maggiori conoscenze in materia,definendo il mio scrivere, come accozzaglia di monumentali banalità e per giunta errate.Però,quando scrivo,cerco di tenere presenti queste linee guida.E penso,proprio per il fatto che a te piace leggere poesie,che anche tu tenga ben presenti, queste che chiamo come linee guida,fondamentali per la corretta interpretazione di un testo sia poetico ma anche teatrale.Solo che,la poesia,a differenza del testo teatrale,non ha sottotesto,non ha indicazioni di regia e quindi di interpretazione.Dunque il lettore si deve fidare del proprio senso poetico,della propria sensibilità per cogliere la vena giusta interpretativa.O quantomeno quella che più s'avvicina più correttamente.In passato,mi sono reso conto di come,facendo leggere per la prima volta un mio lavoro,la reazione era di incomprensione e quasi di ostilità.Dopo che ne effettuavo la personale lettura,ecco che nell'altro si schiariva l'orizzonte della comprensione,anche se,non sempre,dell'apprezzamento...Perchè tutta questa tirata?...Ecco,ho perso il filo...Ma forse era legata al fatto che tu dici di non sentirti personalmente coinvolto dalla poesia.E questo ci sta perfettamente:come si fa a parlare di qualcosa che non ci coinvolge almeno emotivamente?Per quanto mi riguarda finisce per essere importante lo stesso proprio quest'ammissione.Poichè dalla discussione potrebbero essere più chiari i motivi per cui ci si può sentire toccati o meno da qualcosa.E potrebbe essere molto importante, anche per me, capire il motivo per cui delle parole possano lasciare indifferenti,magari spingendomi ad apportare delle correzioni di forma,se non di significati,per rendere più evidenti e comprensibili certi effetti,piuttosto che altri...Dopo questa tirata che oserei definire epocale.E di cui ti chiedo apiamente venia. Non mi resta che chiudere,ringraziandoti vivamente e di cuore, per avermi dato modo di scrivere di cose che non avrei, nemmeno lontanamente,immaginato di essere in grado di scrivere.........Un carissimo abbraccio ed ancora grazie per lo stimolo fantastico fornitomi.E du augurio per una serata delle migliori...
 
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