delirio

Bionda e chiara come luce e come la luce piena ma intangibile. Nutre e riempie dando tutto, ma è un tutto effimero fatto solo di promessa eppure è tutto proprio perché eternamente gravido e mai partoriente...Così la figura femminile è (e resta) eterna nello scrutare, toccare e assecondare la notte oltre a quel ventaglio che per lei (e come lei) cerca qualche cosa, proprio perché poi rientra e le imposte richiude, lasciando aperte solo domande. Ma lei stessa cos'è? L'arresto alla pagina prima...un inizio deludente che persiste proprio grazie al suo stop in terza riga... Lei stessa il quadro da mettere a parete, o forse la porta (o la storia...) da riparare per entrare in una nuova possibilità. Oppure... anch'essa...non è donna ma pretesto per essere solo una trivella nella testa. Che languore disfatto da brividi disciolti in malinconia eccitata di "domani" e di "ieri" si prova...nel leggere la chiusura che hai scelto per questa tua "ode alla realizzazione completa dell'indeterminato nel mondo"... E' giovedì (e in questa semplice ma universale constatazione c'è un senso di realtà che ci fa inspirare il pulviscolo denso di ogni vita), qualcuno (altra inderminatezza che si fa universale...) all'angolo (chiusura, strettezza, ma anche raccoglimento, intimismo e protezione) aspetta... spera...che non arrivi mai venerdì. E dici tutto (qualcuno spera che non arrivi perché tutto esiste e si ferma senza tempo in quell'infinito concentrato di eterno atemporale...e/o spera che non arrivi perché non può concepire di patire altro scorrere del tempo sui pentagrammi dell'angoscia..?) e non potevi dirlo meglio di così. Guccini pare abbia detto riguardo a Luci a San Siro di Vecchioni un complimento che ora voglio rubare e adattare. Tu non hai scritto quella canzone... e soprattutto io non sono Guccini ma la considerazione verso la tua poesia è la stessa ed è questa: perché non l'ho scritta io?;-)