delirio

Tante cose nutriamo,vecchio mio,ed ancora di più si nutrono di noi.E'un mangiare ed essere mangiati che si dispiega già dal primo concepimento.Così pure i nostri pensieri:di essi ci cibiamo,a nostra volta finendo per essere alimento per loro.Il narcisismo non è che manifestazione, di questo ciclo che potrebbe definirsi un po'patologico,ma pur sempre così umano.Già,perchè essere umani vuol anche dire essere anche malati.Dunque nulla di male se si aspira a lasciare a bocca aperta il vicino,sempre che ciò non si arresti alla bocca spalancata,bensì avanzi pure nella laringe e nei polmoni anche,portando ossigeno fino alla materia grigia ed al cuore.In modo che si instauri una relazione tra individui,intorno ad una idea di quello che non si riesce a cogliere,ma che c'è, che è impellente:ovvero il desiderio di andare oltre la parola,nell'instaurare un linguaggio che possa costituirsi filo di narrazione comune.In fondo è quello che si agita nella nostra anima ad invogliarci nella ricerca.In questa ricerca l'altro da sè rappresenta il metro di paragone,per nulla immobile,anzi anch'esso attore:bocca spalancata,pronta a fornire l'imput per un prosieguo nel viaggio.Perchè,come già detto da molti altri:siamo di passaggio su questa terra.Non sappiamo la strada da percorrere,dunque chiediamo informazioni.Quella bocca spalancata può suonare conferma che si sia sulla strada giusta,per andare oltre,per condurre il viandante là dove è nell'ordine delle cose che si vada.Un po' come nella splendida frase di quel mio quasi omonimo Wood...In definitiva:se non si conosce la strada,si chiedono informazioni.Una bocca spalancata può darne.Alla fine anch'essa può averne un guadagno.Poichè può rimanere, anche per lei, traccia per comprendere dove si vada e perchè si debba andare.In fondo è quel che ci si chiede da sempre,oltre qualsiasi narcisistico desiderio di piacere:è possibile andare oltre la morte grazie alla parola?Se non fisicamente,per come siamo guardandoci allo specchio.Ma per come parliamo,per come suscitiamo emozioni,per come evadiamo con il pensiero,per come il linguaggio è in grado di condurci.Ecco:il linguaggio è vivo come noi lo siamo,poichè esso è parto del nostro intelletto e necessità di comunicazione.Ma una cosa viva è in grado di portarci oltre il non essere più vivi?E'in grado la parola di fermarci immortali in questo mondo?Non parlo della fama,del libro che trattiene scritti sentimenti,idee e considerazioni.Bensì quella parola che si fa carne di generazione in generazione e della quale affiora soltanto un lessico spesso incomprensibile per la ragione,poichè dai significati rimasti inesplicabili all'oggi...Ed un attimo prima di fondere la mente mi fermo anch'io,perchè così non mi si confonda del tutto il significato di questo scrivere.Così spero che la comprensione tra di noi non vada smarrita nei meandri di una verbosità fumosa e verbosa...A ciò ti chiedo perdono,amico mio,per questa mia verbosissima risposta.Nella speranza di essere riuscito ad esprimermi con chiarezza,ti abbraccio forte,augurandoti una serata delle migliori e ringraziandoti vivamente per lo stimolo sempre acuto e straordinariamente vivace intellettualmente.........