delirio

...ti ci vorresti sdraiare sul campo
alto d'erbe spiegazzate da brezza
a sprofondarci come in una tasca
porzione d'universo familiare
in cui mano a mano affondi sfatto...

scusa se ripeto questa tua immagine che mi è entrata dentro e mi ha riportata indietro nel tempo…
Sai, nei villaggi sotto i rami di un albero spesso si raccoglie la comunità per raccontarsi le storie, scambiarsi le idee e prendere le decisioni. E’ la stanza comune in cui si mangia, si scherza, si fa amicizia, si canta, si danza, nasce l’amore…
Ma arriva, improvviso, anche il furore di chi ha negli occhi il buio, nel cuore la pietra di blasfemi valori..
E allora fuggi portando con te tutte le piccole mani che puoi, ti rintani nell'erba alta della savana e vi affondi chiudendo gli occhi e le orecchie, cercando di schermare gli urli che ti piovono addosso…
Per non diventare immune alla pietà, per non dimenticare che anche i Caini hanno delle motivazioni nel loro agire ed è su quelle che bisogna lavorare se veramente si vuole cambiare questo mondo “così inquinato” perché i grandi burattinai, ben rintanati nelle loro occidentali tane, sanno bene come tirare i fili per far nascere odio e rancore, rabbia e paura, razzismo e violenza in questo nuovo modo di “fare la guerra” che manda allo sbaraglio piccole pedine e migliaia di civili.
Stanno sparendo in questo marasma molti governi democratici, sostituiti da fascistoidi che, in nome di una pseudo sicurezza, distruggono costituzioni, diritti civili, solidarietà tra i popoli e, in una sola parola, la pace.
E anche se la pace può sembrare un’utopia è questa utopia che bisogna perseguire con costanza, con forza, con fermezza: è l’unica via possibile anche se appare un atteggiamento fuori luogo e fuori tempo.