Creato da woodenship il 23/08/2010

delirio

una spirale

 

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...Sarebbe come se

Post n°361 pubblicato il 30 Ottobre 2016 da woodenship
 

...schiocchi dalle vele strattonate brusche

dal vento vibrante tra gomene e sartie:

beccheggi e scricchiolii dal ponte

potrebbero dirti molto di me;


che anche potrei abitare un libro

come pure un audiodramma...

e fosse  tua la scelta in che punto aprirlo

o in quale momento ascoltarlo...


...sarebbe come se, dalle pagine

rampini ne schizzassero fuori  

e le parole scritte

corsare, venissero all'abbordaggio


sarebbe come se, l'ascolto di esse

favorisse l'incontrarci personaggi

 di favola tra meandri dell'udito:

 

converresti, allora, che mai lettura

mai udita avventura, ben scandita

dizione tra rollii e spruzzi

 

potrebbe sortire effetti di carezze

di brezza più ipnoticamente suadenti...

 

tua la scelta

 

 
Rispondi al commento:
woodenship
woodenship il 01/11/16 alle 20:42 via WEB
Ciò che tu scrivi mi fa riflettere parecchio, mio caro Dom.Se tanto mi dà tanto,si potrebbe arguire che,quasi tutti gli autori, siano affetti da "sadismo congenito"(perdona l'espressione magari un po'infelice).E in effetti,non posso sapere se le cose possano stare davvero così.Però posso dirti di me,del mio scrivere.E del mio essere assai lontano da questa concezione della scrittura.A meno di non considerare espressione sadica qualsiasi tratto caratteristico di un autore.Dunque anche lo scrittore di gialli,con la sua cura maniacale per la suspence,potrebbe dirsi un sadico patentato,vista la cura con cui cerca di ricostruire il pathos di certe situazioni, per intrappolare il lettore nella ragnatela dei sospetti e del pericolo incombente.Così in un verto senso è per il poeta che costruisce i propri versi,cercando di catturare il lettore,instilandogli un messaggio che possa arrivargli al cuore,intrappolandolo nella ragnatela dei sentimenti.Naturalmente stiamo parlando sempre di atteggiamenti e di gioco:si gioca con le parole,si gioca con le note,si gioca con le mani e gli attrezzi per generare immagini e produrre trappole per ingabbiare l'interesse del cultore dell'arte.Certo,vedere tutto o cercare di misurare tutto con lo stesso metro,potrebbe finire per suonare riduttivo,non credi?Non è il sadismo a scandire i tempi dell'universo.Non potrebbe mai esserlo,poichè le forze che lo agitano sono indipendenti da qualsiasi volontà umana o sentimento e quindi sospettabili di qualsivoglia partecipazione alle vicende umane e non.E'l'essere umano che cerca di disegnare l'universo a propria immagine e somiglianza,per renderlo più alla sua portata e quindi erigerlo a proprio dominio. Un terremoto non ha nulla di sadico:ci si finisce dentro semplicemente perchè ci si trova a cavalcare la gobba di un pianeta vivo e scalciante.Noi non abbiamo scelto di nascerci, ci siamo nati.Dunque non possiamo vantare alcun titolo di proprietà.Magari alcune contingenze possono darci l'ebrezza di dominarlo,di esserne padroni,di poterne disporre come meglio crediamo.Ma non è così,è solo una costruzione umana,quindi fallace.Infatti,al primo tremito,ci ritroviamo a gambe all'aria come pidocchi sul dorso del cane. Noi,per sopravvivere,cerchiamo di rimuovere la cosa.Come, allo stesso tempo,una qualsiasi opera dell'ingegno umano non può dirsi sadica a prescindere.Casomai sarà l'uso che,di volta in volta,l'individuo sceglierà di farne,a determinarne la valenza.Ad esempio:le catene non sono nate per dare piacere nello schiavizzare tizio piuttosto che caio,bensì per essere più resistenti delle comuni funi per sorreggere certi pesi ed adempiere determinate funzioni.Che poi le si usino pure per dare sfogo al prevalere di pulsioni sadiche o schiavistiche per eccellenza,questo è un altro discorso, che investe il dato dell'inclinazione di alcuni esseri umani tendenti a soverchiare ed a sottomettere altri individui,se non proprio tutta la natura.Del resto,senza questa ambizione di potenza,non si sarebbe potuto avere quella dialettica servo-padrone che ha permesso alla società di evolversi in questi milioni di anni:l'uomo ricerca la propria emancipazione non solo dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo,ma anche dalla natura che lo trasforma in ladro,in assassino,in sfruttatore,proprio per la sua incapacità di sottrarsi a quell'istinto atavico che lo conforma animale tra gli animali. Dunque,entrando nel merito della cosa, si potrebbe ben dire che non c'è alcun obbligo di scelta.Si può anche non scegliere.E,comunque,anche una volta scelto,di certo non si finirà in una ragnatela senza ritorno.Poichè l'unica cosa che non permette ritorni è solo la morte.Per il resto,si può anche essere invitati ad annusare un fiore,senza per questo venirne irretiti in un rapporto di dipendenza schiavo-padrone.Si può anche venire adescati alla lettura di una poesia,senza per questo dover cedere parte della propria autonomia all'estensore dei versi.E'una sorta di scambio alla pari:si annusa il fiore,inavvertitamente ci si impollina,trasmettendone il polline in altri luoghi.Si legge una poesia,ci si può anche innamorare di una poesia,trasmettendone ai posteri la bellezza.Questa emozione potrà spingere altre persone ad ampliare concetti e forme,producendo altra poesia.Il sadismo non è che la propensione a privilegiare un aspetto,ma non la cifra dell'esistente.Un individuo può propendere per questo aspetto,ma non è detto che l'esistenza ne sia il motore.........E qua mi fermo,altrimenti fondo.......Grazie infinite per l'invito generoso alla discussione, più che mai interessante e fertile,con l'augurio per una serata delle migliori....
 
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