delirio

Ciò che maggiormente colpisce di questa breve e immediata lirica è la considerazione che si può fare circa la sua stesura. Sembra scaturita di getto, come dettata dallo spirito in pochi attimi non vantaggiosi per lo scrivente, e ricorda per intensità il drammatico canto leopardiano A se stesso.
Non è poi tanto importante risalire alla causa scatenatrice di questi versi, quanto il fatto che chiunque abbia un poco vissuto si sia trovato in uno stato d’animo equivalente a quello che emerge dalla lettura, e perciò la poesia incorpora una sua valenza oggettiva che supera il commento verso per verso. È l’insieme a contare, accanto al suo significato universale. E si nota come un’urgenza nel fissare, nero su bianco, alcuni momenti particolari e “forti”: il testo è secco, non c’è spazio né tempo per abbellimenti di sorta che in questo caso produrrebbero soltanto una caduta di quella tensione emotiva che rappresenta in toto la somma e il valore di questo componimento.
In realtà, però, non può finire così: la circostanza va meglio analizzata col prenderne atto, innanzitutto, ma rimettendola in discussione facendo leva su risorse certo esistenti a ritempra del modo d’intendere le cose, e rispolverando, a costo di essere banali, l’eterna speranza che ha sempre qualcosa di tangibile e salvifico per chiunque, “ la scintilla che dice/ tutto comincia quando tutto pare/ incarbonirsi”... Ti lascio con questi versi indimenticabili di Montale che nonostante il suo pessimismo termina a volte in positivo, e secondo me aveva ragione. Un carissimo e amichevole saluto e un augurio per una notte che sia soltanto magica. Fin