delirio

Finché ci sarà l‘autunno, diceva van Gogh, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo. Ma l’autunno non è sempre, pur tornando per sempre (personalmente io stessa desidererei vivere come se fosse, in me, sempre settembre…) e difatti van Gogh scelse (o forse non fu lui a scegliere, ancora non è così chiaro) di non aspettarlo più, morendo nel mese di luglio, in estate piena, allo sfacciato sole che esaspera l’aridità nelle sensibilità più estreme, probabilmente sperduto in quel ungo vuoto di autunno durato per troppi mesi dentro la mente… Capisco chi ama l’autunno e per me quegli sfarzi di luci ambrate e sanguigne, di sfumature migranti, scarlatte, imporporate fino allo sfrigolio increspato del ruggine e del giallo amamelide e cadmio sono crampi solamente del cuore, che epurano estromettendo il dolore, e gli spasmi acuti sono calorosi scoppiettii di fuochi accesi nella mente e nel sorriso. Grazie per avermi dato modo di celebrare ancora un po' la mia passione per questa stagione stregata... P.S. E, spero, non ti dispiaccia, ma mi sei stato d'ispirazione per il nuovo post.