delirio

Io, caro amico mio, come già ho avuto modo di raccontare, non amo la poesia erotica, a meno che non sia una vertigine di assonanza, un tuono di stupore viscerale oppure soddisfi le note del misticismo sensuale. Il più delle volte, infatti, la si frantuma, utilizzando metafore o similitudini che ne polverizzano la natura stessa. Per eccessivo pudore (ma non esiste moralità nell’arte, perché, allora, cercarla proprio nel momento in cui si decide di volersi addentrare nell’eros? Se si deve censurare un nudo emulando Daniele da Volterra nel coprire con drappeggi, vesti e foglie i genitali esposti nei corpi nudi del Giudizio Universale, forse non si è convinti di ciò che si sta scrivendo, dipingendo o creando… ) oppure con la volontà di edulcorare ad ogni costo. Con questa premessa ti dico che, invece, questa tua poesia mi ha convinto perché è sincera, spontanea e naturalmente erotica. E’ un Giudizio Universale prima dell’intervento del “braghettone”, per intenderci ;-) Per questo sono stupita dagli interventi di chi intravede un romanticismo forzato o vuole ricondurre a tutti i costi immagini vividamente oneste di per se stesse - e proprio per questo epidermicamente potenti, vale a dire carnali e senza manierismi disgustosi - a sentimentalismi di serie B. E’ un peccato perché i tuoi versi non lo meritano. Sono ciò che sono. Nudi e perfetti, senza foglie dietro cui imbarazzarsi. Mi viene in mente una canzone di un lontanissimo festival. Lei era Loretta Goggi e la canzone Maledetta primavera. Io non mi ricordo di aver mai visto la sua performance, né la serata in tv, perché avevo appena iniziato le elementari quando lei cantava e probabilmente stavo già dormendo; ma con il tempo quella canzone l’ho sentita più di una volta e una frase che mi è rimasta impressa era la domanda “Che resta di un sogno erotico se al risveglio è diventato un poeta?”...Appunto, che resta di una lirica o di una qualsiasi creazione erotica se la facciamo diventare una succursale di trottolinerie amorose con o senza dududu e dadada? ;-) Bravo Wood!