SPECIALE SCIENCE – COVID: stanno arrivando i booster di Omicron … con molte domande
L’Agenzia regolatoria statunitense, FDA [ Food and Drug Administration ] ha annunciato di aver concesso un’autorizzazione all’uso di emergenza per i booster ( richiami vaccinali ) aggiornati di Moderna e Pfizer-BioNTech, che hanno come bersaglio le sottovarianti del coronavirus BA.4/BA.5.
Per la prima volta dall’inizio della pandemia, i vaccini COVID-19 sono stati aggiornati per proteggere dalla variante Omicron.
Il Regno Unito ha già autorizzato un vaccino prodotto da Moderna contro la sottovariante Omicron BA.1.
L’Agenzia europea per i medicinali ( EMA ) ha autorizzato i vaccini bivalenti di Moderna e di Pfizer-BioNTech contro il virus SARS-CoV-2 di Wuhan e la sottovarainte BA.1.
Ma la sottovariante BA.1 non circola più, sostituita, in primavera, dalle sottovarianti BA.4 e BA.5.
A giugno, l’FDA ha chiesto ai produttori di sviluppare un booster mirato specificamente a queste due sottovarianti, e sia Moderna sia Pfizer-BioNTech hanno dichiarato di aver inviato dati sui loro vaccini contro BA.4/BA.5.
I dati sui booster aggiornati sono tuttavia limitati.
Alcune domande riguardanti la nuova generazione di vaccini diretti contro le sottovarianti Omicron
Cosa contengono i nuovi booster ?
Sia Pfizer-BioNTech che Moderna producono i propri vaccini dalla codifica dell’RNA messaggero ( mRNA ) per la proteina Spike di SARS-CoV-2. I nuovi vaccini sono bivalenti. La metà dei codici mRNA codifica per la proteina Spike del ceppo virale ancestrale emerso a Wuhan, in Cina, alla fine del 2019, che si trovava anche nei primi vaccini anti-COVID; l’altra metà codifica per la proteina Spike in BA.1 o quella in BA.4 e BA.5, che hanno proteine Spike identiche. Poiché contengono una dose più bassa di mRNA, i vaccini sono pensati per essere impiegati solo come booster e non in persone che non sono mai state vaccinate.
Che tipo di dati hanno raccolto Moderna e Pfizer-BioNTech ?
I dati umani sono disponibili solo per i booster mirati a BA.1.
In una riunione di giugno del Comitato consultivo sui vaccini della FDA, sia Pfizer-BioNTech che Moderna hanno presentato dati che dimostrano che i nuovi vaccini producono effetti collaterali simili a quelli dei vaccini originali, tra cui dolore al sito di iniezione e affaticamento, e hanno indotto forti risposte anticorpali sia contro il ceppo originale sia contro Omicron BA.1.
E’ stato anche dimostrato che i vaccini BA.1 hanno provocato risposte anticorpali significative a BA.4 e BA.5, sebbene inferiori a quelle contro BA.1.
Per i booster BA.4/BA.5, Pfizer-BioNTech e Moderna hanno presentato dati sugli animali. Non hanno rilasciato pubblicamente quei dati, anche se alla riunione della FDA di giugno, Pfizer ha presentato risultati preliminari in 8 topi a cui sono stati somministrati vaccini BA.4/BA.5 come terza dose. Rispetto ai topi che hanno ricevuto il vaccino originale come richiamo, gli animali hanno mostrato una risposta maggiore a tutte le varianti di Omicron testate: BA.1, BA.2, BA.2.12.1, BA.4 e BA.5.
Pfizer-BioNTech e Moderna hanno dichiarato che gli studi clinici per i vaccini BA.4/BA.5 inizieranno il mese prossimo; hanno bisogno di dati clinici sia per la piena approvazione dei vaccini ( le recenti richieste sono solo per l’autorizzazione all’uso di emergenza ) sia per aiutare a sviluppare futuri aggiornamenti. Presumibilmente misureranno i livelli di anticorpi dei riceventi, ma non l’efficacia del vaccino contro infezioni o malattie gravi. Tali prove sono molto costose e non sono state eseguite nemmeno per la sottovariante BA.1.
In che modo le Autorità regolatorie possono autorizzare i vaccini senza dati provenienti da studi sull’uomo ?
I vaccini antinfluenzali vengono aggiornati ogni primavera per cercare di contrastare il ceppo che ha maggiori probabilità di circolare in autunno e in inverno. I vaccini riformulati non devono essere sottoposti, pertanto, a nuovi studi clinici a meno che i produttori non cambino in modo significativo il modo in cui producono il vaccino. Un approccio simile per le nuove varianti di COVID-19 ha senso, ha affermato Leif Erik Sander, esperto di malattie infettive presso il Charité University Hospital di Berlino. Le modifiche all’RNA messaggero sono minori e fornire vaccini aggiornati il più rapidamente possibile è una questione etica.
C’è un potenziale svantaggio: autorizzare vaccini aggiornati senza dati clinici potrebbe ridurre l’accettazione da parte del pubblico.
Perché i nuovi vaccini contengono ancora RNA messaggero mirato al ceppo ancestrale, che è scomparso da tempo ?
Non è del tutto chiaro. Hana El Sahly, esperta di sviluppo di vaccini presso il Baylor College of Medicine, ha affermato di non vedere una ragione biologica per includere entrambe le versioni di proteina Spike.
In esperimenti su esseri umani e topi, Pfizer ha scoperto che un booster monovalente specifico del ceppo ha suscitato una risposta un po’ più forte rispetto alla combinazione.
Ma in un preprint pubblicato su medRxiv il 26 agosto che ha analizzato i dati di più studi clinici, Cromer e i suoi colleghi non hanno trovato una differenza significativa tra le formulazioni monovalenti e bivalenti.
Angela Branche dell’Università di Rochester Medical Center, che conduce uno studio che sta confrontando più vaccini ceppo-specifici, ha osservato che la prossima variante che emergerà potrebbe essere più strettamente correlata al ceppo ancestrale che all’Omicron, quindi la formula bivalente potrebbe rappresentare un’utile copertura.
L’RNA messaggero ceppo-specifico porterà a una migliore protezione ?
È difficile da prevedere. Dipende in parte dalla quantità di BA.4 e BA.5 ancora in circolazione nel momento in cui vengono erogati i booster e da quanto si avvicina la successiva varietà dominante. Dipende anche da quante persone hanno l’immunità da un’infezione recente.
Nella loro prestampa, Cromer e colleghi hanno tentato di calcolare il possibile impatto dei vaccini ceppo-specifici. Hanno combinato i dati di 8 report di studi clinici che hanno confrontato i vaccini basati sulla proteina Spike originale con le formulazioni mirate ai ceppi Beta, Delta e Omicron BA.1. Tutti gli studi hanno misurato la capacità del siero dei riceventi di neutralizzare le varianti del virus in laboratorio.
Hanno scoperto che l’effetto maggiore derivava dalla somministrazione di qualsiasi booster: in media, una dose aggiuntiva di un vaccino che codifica per la proteina Spike del virus ancestrale ha comportato un aumento di 11 volte degli anticorpi neutralizzanti contro tutte le varianti. Ma i vaccini ceppo-specifici hanno leggermente migliorato le cose. I destinatari dei vaccini aggiornati avevano, in media, livelli di anticorpi 1.5 volte superiori a quelli che avevano ricevuto un vaccino del ceppo ancestrale. Anche se il vaccino non corrispondeva esattamente al ceppo virale, c’era comunque qualche beneficio.
Secondo i modelli di Cromer, i booster adattati al ceppo hanno avuto qualche beneficio anche a livello di popolazione, sebbene molto dipenda dai livelli di immunità esistenti in una popolazione. Se, ad esempio, una popolazione ha già l’86% di protezione contro malattie gravi, i booster del ceppo ancestrale potrebbero aumentarlo al 98% e i booster aggiornati al 98.8%.
Se i vantaggi sono limitati, sono necessari i nuovi booster ?
Alcuni scienziati pensano di no. Paul Offit, un ricercatore di vaccini presso il Children’s Hospital di Filadelfia, è stato uno dei due membri del Comitato della FDA che ha votato contro la richiesta alle Aziende di produrre booster specifici per Omicron. Offit non contesta che i nuovi vaccini avranno qualche beneficio, ma dubita che valga la pena allocare risorse aggiuntive. Gli attuali vaccini contro il COVID-19 prevengono ancora gli esiti più gravi, ha affermato Offit, e se l’obiettivo è fermare le infezioni, anche i vaccini aggiornati avranno un impatto minimo.
Questo perché il periodo di incubazione del COVID-19, cioè il tempo che intercorre tra l’infezione e il contagio, è troppo breve. A meno che i livelli di anticorpi neutralizzanti non siano già elevati, il sistema immunitario non ha il tempo di riconoscere e combattere il virus nei pochi giorni tra l’esposizione e la trasmissione del virus ad altre persone.
Malattie come il morbillo o la rosolia hanno un periodo di incubazione di 2 settimane, il che significa che le cellule della memoria immunitaria di una persona vaccinata possono aumentare la produzione sufficiente di anticorpi in tempo per impedirne la trasmissione. Ecco perché i vaccini contro il morbillo e la rosolia possono fermare la diffusione di quelle malattie, mentre nel caso del COVID-19, anche se il 100% della popolazione è vaccinato, i vaccini farebbero ben poco per fermare la trasmissione di nuove varianti.
Fonte: Science, 2022 [ LINK ]