Svolta doveva essere… e svolta sarà (o quasi)

Ave Socii

E’ passato circa un mese dall’insediamento del “governo della svolta”. E’ evidente che un mese di vita sia assolutamente insufficiente per giudicare l’operato di un governo. Ma le prime avvisaglie ci consegnano già una visione abbastanza nitida del “nuovo corso” in atto. E del corso che rischia di replicarsi a livello regionale, nel caso in cui la strana alleanza Pd-Cinque Stelle andasse davvero in porto alle prossime elezioni. Avranno veramente tutto questo fegato, gli italiani?

Governo delle tasse. Ne abbiamo sentite di tutte… Tasse sulle merendine… Tasse sulle bibite gassate… Tasse sul gasolio… Tasse sul contante… Tasse sui telefonini… Di tagli alla spesa non si parla per nulla… Solo un generico riferimento alla “lotta all’evasione fiscale”… In questo caso nessuna svolta di rilievo: praticamente tutti i governi dicono di voler lottare contro l’evasione fiscale. La nota di aggiornamento al Def è stata approvata, alla Camera, con appena tre voti di scarto… Un risultato ben al di sotto delle aspettative… Evidentemente non tutti sono entusiasti della manovra economica, così come si prospetta. Evidentemente non tutti hanno intenzione di essere additati, in futuro, come “quelli che hanno alzato ancora le tasse agli italiani”. Questa sì che è una svolta!

Governo dell’ambiente. Abbindolato dalle sirene degli ambientalisti, i quali proclamano a gran voce che bisogna ascoltare la scienza. Ma la scienza, questo si sappia, dice che non tutti i mali dell’ambiente provengono dall’uomo. Ma mettiamo dipenda solo dall’uomo… Come si fa a parlare di ridurre l’inquinamento, di green economy, di economia circolare, se i termovalorizzatori sono considerati un abominio e i cassonetti vengono dati alle fiamme? Tasse tasse e ancora tasse, quando già paghiamo servizi tutt’altro che efficienti… Guardate ciò che succede a Roma, a proposito di rifiuti… Regione e Comune continuano a litigare… La situazione nella Capitale è insostenibile già da anni, ma ultimamente sembra essersi acuita ulteriormente. Effettivamente si è trattato di una svolta, un plastico esempio dei risultati del governo Pd-Cinque Stelle.

Governo dell’immigrazione. Qui la svolta è fin troppo palese: in un mese gli sbarchi sono quasi triplicati. Certo, si tratta pur sempre di numeri ben inferiori a quelli di qualche anno fa. Tuttavia, che la tendenza sia cambiata in concomitanza con l’insediamento del governo della svolta è evidente senza ombra di dubbio. Sarà stato un mese sfortunato, mettiamola così… D’altro canto quella di Salvini in quattordici mesi sarà stata solo fortuna, la classica fortuna del principiante… Nei prossimi mesi tutto sarà più chiaro…

Il governo intanto punta sulla redistribuzione e sui rimpatri, rinfacciando a Salvini di essere rimasto all'”anno zero”… Tuttavia, seppur tra spiagge mojito e cubiste, sotto la “gestione Salvini” per lo meno gli sbarchi sono diminuiti drasticamente. Non dubitiamo che sotto la nuova gestione si lavori più alacremente, si stia in ufficio ventiquattro ore al giorno, si stia un po’ meno fuori dai palazzi… Però alla fine i migranti aumentano… Qualcosa non torna… Perché in fondo contano i risultati. E finora il governo della svolta sta portando a casa un pugno di mosche. E’ ancora presto, vedremo se in Europa riusciremo a far valere la nostra linea… Intanto, come se non bastasse, la Turchia minaccia di “aprire i rubinetti” e inondare l’Europa di altri milioni di migranti… Proprio la Turchia, uno Stato che qualcuno ha pagato per tenere chiusi i rubinetti e che qualcun altro voleva addirittura far entrare in Europa…

I prossimi appuntamenti elettorali avranno certamente ricadute sul governo della svolta. Finalmente molti italiani, in diverse Regioni, torneranno al voto nei prossimi mesi. Il governo della svolta dovrà tenere conto dei risultati provenienti dalle urne. Sarà anche un giudizio sul suo operato. Finalmente gli italiani si esprimeranno e sceglieranno fra due modelli di Italia completamente diversi. O per chi vuole più immigrati, più tasse, più Europa, meno plastica ma forse pure più droga, più diritti civili ma meno identità culturale, più giustizialismo, più inciuci di palazzo… O per chi vuole più sicurezza, meno tasse, meno immigrazione incontrollata, più autonomia regionale, più infrastrutture, più chiarezza su chi governa, più identità nazionale… Finalmente gli italiani saranno liberi di dire la loro e di scegliere… Perché in democrazia ogni popolo ha il sacrosanto diritto di scegliere i governanti che merita.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Voto ai sedicenni: un’altra trovata elettorale

Ave Socii

Dopo la riforma della legge elettorale, l’attenzione del governo si è spostata sull’estensione del diritto di voto ai sedicenni… Ma quanta attenzione stanno riservando Pd e Cinque Stelle alla tematica elettorale, negli ultimi tempi! Proprio gli stessi partiti che, solo qualche settimana prima, si sono opposti con tutte le loro forze al ritorno al voto degli italiani… Che strano cambio di rotta! Forse sperano che la presunta “svolta ambientalista” del governo faccia racimolare loro qualche voto in più, magari proprio da parte di quella generazione che scende in piazza per manifestare a favore dell’ambiente.

Ma la proposta di far votare i sedicenni casca proprio in concomitanza con un’altra proposta: lo ius culturae. In pratica, cittadinanza italiana per i figli di immigrati nati in Italia che abbiano completato un ciclo di studi in Italia. Fatalità? La circostanza ci pare un po’ strana… Che Pd e Cinque Stelle stiano cercando di ingrossare i loro attualmente magri consensi coi voti di questa nuova gente? Il ciclo di studi obbligatorio, in Italia, si completa a sedici anni… Le forze politiche premono per far votare i sedicenni… I Cinque Stelle hanno tuttavia precisato che lo ius culturae non è una priorità… Ma ultimamente siamo fin troppo abituati ai voltafaccia…

Poi ci si stupisce se i giovani sono disillusi e disinteressati alla politica… Dare il voto ai sedicenni potrebbe in qualche modo riavvicinarli? Siamo più che dubbiosi sul fatto che un adolescente sia abbastanza maturo per le urne. C’è gente immatura pure a diciotto e passa anni, vero… Ma abbassare ulteriormente l’età di acquisizione del diritto di voto non ci sembra la soluzione migliore per riavvicinare i giovani alla politica. E’ la proposta di chi, memore forse delle recenti manifestazioni ambientaliste, crede che tutti i giovani siano interessati alla questione ambientale e quindi anche alla politica. Forse, ben più realisticamente, quei giovani sono intereressati a saltare un giorno di scuola. Tutti siamo stati studenti, sappiamo bene come funziona…

Far votare i sedicenni, inoltre, significa far votare persone più facilmente influenzabili dal politico di turno. Lo diciamo ai cosiddetti “buonisti”: non c’è il rischio di fare un favore ai politici che parlano “alla pancia degli elettori”? I sedicenni potrebbero ingrossare le fila del cosiddetto “popolo bue”… Sarebbe un autogol clamoroso per le forze politiche attualmente schierate dalla parte del sistema: Pd e Cinque Stelle. Estendere il diritto di voto ai sedicenni rischia di estremizzare i consensi, togliendone invece proprio agli attuali propugnatori della proposta… Per questo, forse, tale proposta è arrivata dopo quella dello ius culturae… Rendere cittadini italiani i figli (almeno sedicenni) di immigrati consente loro di votare in Italia. E di votare, nelle intenzioni dell’attuale governo, per chi ha regalato loro questo diritto. Dunque finché lo ius culturae resterà al palo, questo il nostro parere, dimentichiamoci pure del voto ai sedicenni!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Proporzionale o maggioritario? Questo è il dilemma

Ave Socii

Di tutte le questioni che il nuovo governo dovrà affrontare, l’assoluta priorità spetta… alla legge elettorale! Forse veramente questo governo è nato per fermare Salvini e la Lega. Forse una volta approvata una legge elettorale, studiata per impedire il trionfo del centrodestra, il governo potrà anche permettersi di cadere. E al popolo sarà addirittura consentito di votare. Ma andiamoci piano con le previsioni… Ultimamente è davvero difficoltoso prevedere, di sera, cosa accadrà la mattina dopo. Un giorno si tifa per la nascita di un nuovo governo “per il bene del Paese”… Il giorno dopo si fa la scissione, pur assicurando pieno sostegno all’esecutivo… Prima si agita lo spettro dell’Iva, poi l’argomento pian piano sparisce… Di scuola e aziende in difficoltà non si parla quasi più… Si dice che la priorità va data ai temi, ma finora sembra si sia parlato soprattutto di poltrone… E quante altre poltrone ancora bisognerà assegnare…

Però, in compenso, stavolta l’Europa vede di buon occhio l’Italia. Era questo il governo che ci voleva… Un governo stabile, un governo allineato al pensiero dell’Europa, un governo che dovrebbe assistere all’elezione del Capo dello Stato (possibilmente allineato anche lui), un governo cui i mercati danno fiducia… Può forse permettersi di cadere, un governo del genere? Meglio parlare di legge elettorale, qui in Italia… Tanto le questioni più importanti saranno decise per lo più in Europa, manovra economica e ripartizione dei migranti comprese… All’atto pratico, riusciremo a varare una manovra economica espansiva, magari ricorrendo pure a un discreto margine di flessibilità, ora che abbiamo ottenuto un portafoglio di peso presso la Commissione? Riusciremo a farci valere in tema di ripartizione dei migranti? Il governo è appena partito, ma i primi indizi non paiono promettere granché di buono… E meno male che stavolta l’Europa è dalla nostra parte!

Come dicevamo, qui in Italia è meglio distogliere l’attenzione e concentrarsi sulla questione elettorale. Anche perché Salvini e la Lega rappresentano una spina nel fianco pure per l’Europa. Qualsiasi iniziativa volta a garantire l’indebolimento dei “nazionalisti” è ora della massima importanza. A costo di partorire una porcata, Cinque Stelle e Pd ora lavorano a una legge elettorale che, secondo le prime indiscrezioni, si prospetta prevalentemente proporzionale. Come sappiamo tutti, il proporzionale garantisce la rappresentatività, il maggioritario la governabilità. Mai come adesso l’Italia avrebbe bisogno di un governo forte e stabile, per contare davvero ai grandi tavoli internazionali. Realizzare un proporzionale puro vorrebbe dire, al contrario, favorire gli accordi di palazzo fregandosene altamente delle opinioni degli elettori.

Un governo che nasce nei palazzi, dai compromessi, dalle trattative, ha tuttavia maggiori probabilità di tener conto delle indicazioni provenienti dall’Europa. Un verdetto chiaro dalle urne, che piaccia o meno, deve essere accettato così com’è dall’Europa. Un governo forte e deciso fa paura. Quando invece il consenso è frammentato, così come la composizione del Parlamento in base ad una legge elettorale proporzionale, l’Europa può scegliere quale combinazione di forze politiche meglio rispecchia la propria visione. D’altronde, già l’attuale governo nasce da manovre di palazzo… Le decisioni vengono prese dall’alto, mentre il popolo è ridotto a mero bacino di voti… L’Europa è contenta così: meglio avere a che fare con un governo “zerbino”, obbediente in tema di immigrazione e accondiscendente in tema di economia… Del parere del popolo cosa importa, tanto gli elettori hanno già dato e questo è più che sufficiente… Tutte prove di un possibile “ritorno al proporzionale”?

Forse tornare al proporzionale non è che una delle tappe che ci condurranno dritti dritti alla riedizione della Prima Repubblica. L’attuale governo ha in pratica ristabilito un sostanziale bipolarismo tra le forze politiche. Bipolarismo rafforzato anche dal fatto che i due poli sono occupati, rispettivamente, da maggioranza e opposizione in blocco. Il centro è sempre più vuoto, ma natura e politica insegnano che il vuoto non esiste. Ben presto il centro dovrà essere occupato. E qualcuno, attraverso abbandoni o scissioni, è già pronto a occuparlo… Magari con l’intento di dialogare sia a sinistra che a destra… Un ritorno alla vecchia Dc? Staremo a vedere. L’impressione è che si stia tornando indietro, invece di andare avanti. E che a voler tornare indietro siano anche quei partiti che, un tempo ormai lontano, volevano cambiare tutto e mandare tutti a casa… Il potere, evidentemente, non logora soltanto chi non ce l’ha…

Vostro affezionatissimo PennaNera

Pd e Cinque Stelle vogliono sparire

Ave Socii

La strada per il “governo della svolta” è ufficialmente spianata… La parola d’ordine è “discontinuità”… Bisogna mettere una pietra sopra alla precedente esperienza di governo e creare qualcosa di nuovo per il bene del Paese… Sì, per intanto una cosa sola è certa: il Presidente del Consiglio sarà lo stesso che ha guidato il governo dimissionario. In nome della “discontinuità”… Persino il Presidente Trump ha elogiato l’operato del Presidente del Consiglio auspicando una sua permanenza a Palazzo Chigi… Pur di rimanere al potere, il Pd sarà disposto a ingoiare questo e simili altri rospi?

Per alcuni viene prima la squadra, per altri vengono prima i programmi… Per alcuni dovranno essere adottate soluzioni totalmente nuove, per altri è necessario proseguire con gli obiettivi già fissati un anno fa… Dinanzi a questo spettacolo indecoroso, gli italiani dovranno stare a guardare senza avere minima voce in capitolo. Al massimo, sarà loro concessa qualche manifestazione di piazza. Per il voto, evidentemente, c’è ancora tempo… Anche in democrazia…

E lo sputtanamento non finisce qui… Sembra ormai chiaro quale sia il collante che tiene assieme i due azionisti di questo nuovo governo, Cinque Stelle e Pd: la spartizione delle poltrone. Un collante forse anche più forte dell’opposizione verso Salvini e la Lega. In questo senso, perlomeno, Salvini è quello che fra tutti ha mostrato meno attaccamento alla poltrona… I leghisti, pur sedendo in sette Ministeri, non hanno avuto paura di perdere la poltrona e aprire la crisi… Altri, un po’ per sete di potere e un po’ per paura di tornare al voto, ne hanno approfittato e si sono inchiodati agli scranni…

Ma questa nuova esperienza di governo parte già in salita. E a lungo andare, prevediamo, la salita si farà sempre più ripida. Forse questo non sarà davvero il “governo della discontinuità”, come piace al Pd… Forse gli azionisti di questo governo, per ingraziarsi la benevolenza del popolo, saranno condannati a lasciare in vigore molte delle misure adottate da Salvini. Se non lo facessero, rischierebbero di uscirne con le ossa rotte e di consegnargli l’Italia su un piatto d’argento.

Magari ci sbagliamo… Magari col tempo Pd e Cinque Stelle riusciranno davvero a farsi benvolere dal popolo… Magari riusciranno davvero a relegare Salvini e la Lega ai margini della scena politica… Ma devono sperare che gli italiani non si facciano nuovamente trascinare dall’impeto di Salvini… Il quale certamente non starà fermo a guardare che qualcuno, magari fra i Cinque Stelle un tempo suoi alleati, cancelli in tutto o in parte il suo precedente operato.

E poi c’è la questione dei numeri… Soprattutto al Senato, la maggioranza appare piuttosto ballerina. Chissà se i partiti minori saranno davvero l’ago della bilancia per dar vita a questo “governo forte e autorevole”. Forse anche per loro si dovranno allestire delle poltrone, in qualità di Ministri o Viceministri o Sottosegretari o Presidenti di Commissione… Altrimenti addio fiducia! E sui singoli provvedimenti? Basta che la Lega presenti una mozione pro-Tav, restituendo il favore ai Cinque Stelle, perché il governo appena concepito sia costretto ad abortire. A meno che uno fra Pd e Cinque Stelle si umili e si appiattisca sulle posizioni dell’altro, a costo di perdere ancor di più la faccia dinanzi al proprio elettorato.

Facciamo i migliori auguri a questo governo in procinto di nascere. E speriamo che davvero Pd e Cinque Stelle non facciano dell’anti-salvinismo e dell’anti-leghismo la loro bandiera… Rimaniamo dell’avviso che questa potrebbe trasformarsi nella tomba che li seppellirà. Pensino invece ai problemi del Paese e al bene dei cittadini, ai quali forse già troppo è stato tolto… Non da ultima, la possibilità di esprimere il proprio parere con il voto. Dimostrino che negare al popolo l’essenza stessa della democrazia sia servito veramente a realizzare qualcosa di buono e concreto.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Salvini li ha sputtanati tutti (compreso se stesso)

Ave Socii

Il battito d’ali di una farfalla può generare uragani. Perfino in politica. Ma raramente in politica si vedono uragani simili a quello scatenato negli ultimi giorni dalla Lega. Innescato dal battito d’ali di una mozione anti-Tav targata Cinque Stelle, conclusosi con le dimissioni del Presidente del Consiglio e con la caduta del governo. Ma non solo… Nel giro di una settimana o poco più, praticamente tutti i principali attori di questo teatrino hanno cambiato posizione. Con la mossa della sfiducia al Presidente del Consiglio, Salvini è riuscito a mostrare l’incoerenza che regna nel sottobosco delle trame di partito. A quanto pare, quasi nessun partito è immune a simili voltagabbana.

Fino al giorno prima della mozione di sfiducia della Lega, tutti dicevano di non aver paura del voto anticipato… Che questo governo doveva andare a casa… Che Lega e Cinque Stelle erano “divisi su tutto” e che bisognava restituire la parola ai cittadini… Poi è arrivata la mozione della Lega… Finalmente l’occasione per concretizzare ciò che da tempo tutti affermavano a parole: subito al voto! E invece…

Con una singola mossa, che difficilmente trova eguali nella storia della politica, Salvini ha sputtanato quasi tre quarti del Parlamento costringendoli a gettare la maschera e a mostrare il loro vero volto. A sinistra come a destra. Chi vuol mantenere ben salda la poltrona ora prega per un governo istituzionale… Anche a costo di governare con chi criticava (e talvolta insultava) fino a pochi giorni prima… Il Presidente del Consiglio affermava che il governo gialloverde sarebbe stata per lui la sola esperienza politica… Il suo discorso al Senato, invece, ci è parso tutto fuorché un discorso di commiato… Perfino la Lega, ignara forse della portata degli effetti che la sua devastante mossa avrebbe scatenato, sembra ora in difficoltà e destinata a perdere il ruolo di primo piano avuto finora.

Forse la vera preoccupazione di tre quarti del Parlamento non è quella di interpellare la volontà popolare. Per loro, oltre la poltrona, la preoccupazione più grande si chiama Salvini. Probabilmente da più di un anno attendevano la prima occasione utile per buttarlo fuori. I recenti fatti, secondo noi, dimostrano e rendono evidente una verità che da tempo aleggiava nell’aria: Salvini è visto come il vero nemico da battere. E, pur di batterlo, molti partiti sono disposti a perdere la faccia e la coerenza. Di qui il possibile colpo di mano di Cinque Stelle e Pd. Possibilità che ha spiazzato (ma forse nemmeno troppo) lo stesso Salvini, convinto ormai di poter agevolmente capitalizzare i consensi acquisiti in questi mesi.

Secondo molti, la mozione di sfiducia è stato il più grave errore di Salvini… E se, invece, alla lunga si dimostrasse il suo più grande investimento politico? Da un lato, Pd e Cinque Stelle avrebbero l’occasione di rifarsi dopo le recenti sconfitte. D’altro canto, c’è il rischio che questa occasione di governare insieme si trasformi in una tomba per entrambi. E la Lega, a quel punto, non avrà più alcun ostacolo di rilievo che le impedirà di tornare al potere. Più forte, molto più forte di prima. Concentrare tutti gli attacchi verso un unico obiettivo può sortire l’effetto esattamente opposto a quello preventivato. Specie se chi attacca si dimostra, a lungo andare, poco credibile in quello che promuove e fa. A tutto vantaggio dell’obiettivo degli attacchi: in questo caso, Salvini.

Ora la palla passa nelle mani del Capo dello Stato. Sarà lui a dover decidere se affidare le sorti del Paese alla volontà popolare, o piuttosto a un governo di trombati. Qualora si verificasse questa seconda ipotesi, auspichiamo che il governo nascituro non si fondi prevalentemente sull’anti-salvinismo. E che non abbia come preoccupazione primaria quella di cancellare quanto fatto dal governo precedente. In particolare dalla Lega. Perché ciò, lungi dal relegare Salvini ai margini della scena politica, potrebbe al contrario restituirgli linfa e vigore. Perché Salvini, oltre a “parlare alla pancia” degli italiani, è anche abile a intercettare il buon senso e la mentalità comune. Qualità oggigiorno tutt’altro che scontata, anzi spesso perfino snobbata da certi buonisti di professione, prigionieri come sono di complicate sovrastrutture e schemi rigidi. Se costoro pensano di attaccare Salvini pure quando va in spiaggia, a nostro avviso non se ne libereranno facilmente…

Ci sono principi che non dovrebbero appartenere ad una singola fazione politica, come la lotta alle droghe o all’immigrazione incontrollata. Si tratta di principi di semplice buon senso. Perché oggi sembra invece che il buon senso regni prevalentemente a destra, sostituito da un asfissiante buonismo a sinistra? Se la sinistra non imparerà a riconquistare un po’ di buon senso, combattendo seriamente l’immigrazione incontrollata ad esempio, la destra tornerà al governo e ci resterà per i prossimi cinquant’anni. O forse ci sbagliamo… Per i prossimi cento anni!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Governo in crisi, partiti in confusione

Ave Socii

Alla fine è accaduto. Dopo ben quattordici mesi di vita precaria, il governo gialloverde è imploso. Forse la crisi doveva essere aperta prima, in modo da evitare i tempi stretti della manovra economica. Magari in occasione della spaccatura fra Lega e Cinque Stelle sulla nomina del Presidente della Commissione Europea… Così non è stato. Ma quando il peggio sembrava ormai passato, ecco che i Cinque Stelle presentano una mozione contro l’alta velocità… Una mozione suicida. Una mozione, per di più, in aperto contrasto con le posizioni assunte sull’argomento dal Presidente del Consiglio. Una mozione che dunque, di fatto, costituisce una sfiducia verso lo stesso da parte di quella medesima forza politica che lo aveva proposto, ormai molti mesi fa, come Presidente del Consiglio. Però se il governo è caduto, dicono, la colpa è della Lega…

Una crisi a ferragosto rende la situazione molto più incerta e alquanto interessante. Prima tutti sono pronti per le elezioni, poi qualcuno ci ripensa… Chi prima non ha mai voluto un governo coi Cinque Stelle, ora auspica un governo istituzionale che tagli i parlamentari e eviti l’aumento dell’Iva… Comici che non si vedevano e sentivano da mesi, in polemica con l’esecutivo, ora dicono che il governo deve durare perché ha troppe cose da fare… Il Presidente del Consiglio, che prima diceva di non voler “vivacchiare”, ora fa fatica a dimettersi di sua iniziativa… Benvenuti al festival dell’incoerenza! Molto più realisticamente, qualcuno forse sente tremare la poltrona sotto le terga.

Molti dei Cinque Stelle sono al secondo mandato e, in ossequio alle attuali regole interne, non potrebbero più ricandidarsi… Il Pd si barcamena tra le opzioni di elezioni anticipate e governo istituzionale con i Cinque Stelle… Comunque la si veda, con ogni probabilità è la scelta del male minore. E forse “elezioni subito” sarebbe, nonostante tutto, il male minore sia per il Pd che per i Cinque Stelle. Un governo insieme potrebbe decretare il definitivo tracollo di entrambi, a tutto vantaggio della Lega. Un governo del genere dovrebbe solo sperare che non arrivino altri barconi o navi cariche di migranti…

Gli avversari della Lega ora tremano: ovunque si muovano, rischiano di compiere passi falsi. Eppure ormai pure diavolo e acqua santa sembrano disposti ad allearsi, pur di combattere quei “barbari” dei leghisti. Senza molto successo, secondo noi… Potremmo benissimo sbagliarci, per carità… Forse il successo della Lega è davvero solo un inciampo del progresso, uno scherzo della Storia, un imbarbarimento della civiltà… Se davvero molti pensano questo, dimostrino che il loro ragionamento è giusto. E facciano in modo che anche il popolo comprenda questo suo madornale errore. Perché in democrazia ogni popolo, dopotutto, ha l’onore e l’onere di scegliere il governo che merita. Nessuno vieta che la scelta del popolo possa ricadere su governanti favorevoli alla diffusione delle droghe o all’immigrazione incontrollata… Ma perlomeno lasciate che sia il popolo a scegliere!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Procure buoniste. L’abuso dei diritti umani

Ave Socii

Quanto sentenziato da certe procure rasenta il ridicolo, secondo noi. Far sbarcare i migranti, sequestrare la nave, indagare, terminare in quattro e quattr’otto le indagini e dissequestrarla il giorno dopo… E senza nemmeno far perdere troppo tempo ai trafficanti, emettono in breve le loro sentenze così le Ong sono libere di tornare a fare affari nel Mediterraneo. Sentenze emesse “in nome del popolo italiano”, per giunta… Quello stesso popolo che, in massa, ha espresso chiaramente una ben precisa volontà in tema di immigrazione. Volontà che evidentemente qualche giudice si mette sotto i tacchi, visto che tanto la magistratura è “indipendente” dalle decisioni del governo. E’ giusto che lo sia, o che almeno provi ad esserlo… Tuttavia crediamo che calpestare delle leggi, seppur sgradite, non rientri nell’alveo di quell’indipendenza che i magistrati possono recriminare come propria.

L’impressione è quella di una magistratura completamente scollegata dai bisogni del Paese. Molte procure sembrano schierarsi apertamente contro certe istanze del sistema. Pure se evidentemente queste esistono e reclamano all’interno del Paese. Alla faccia delle presunte “indipendenza e imparzialità della magistratura”. Abbiamo visto che pure fra i giudici scorrono le correnti. Correnti politicizzate, per di più. E concentrate prevalentemente a sinistra, guarda un po’. Altro che magistratura “al di sopra delle parti”! Se degli esponenti del Pd militano pure nella corrente “di destra” della magistratura, c’è evidentemente un problema. Non osiamo immaginare cosa possa esserci un tantino più a sinistra…

Per questo ribadiamo che, per garantire una certa imparzialità nei vari organi dell’ordinamento, la rappresentanza del potere giudiziario dovrebbe accogliere in egual numero esponenti di ogni corrente del sistema. E non, come pare sia stato finora, accoglierne solo alcune. Nello specifico, per intenderci, istanze ispirate “al fascio-buonismo”. Si tratta di istanze che partono indubbiamente avvantaggiate rispetto alle altre. Per i più disparati motivi, storici prevalentemente. Ci siamo appiattiti troppo sui diritti dell’individuo, a discapito degli Stati e della loro sovranità. Talvolta pure delle loro leggi. C’è chi vorrebbe far passare per “universali” quelle che in realtà sono solo “opinioni”. Opinioni, per di più, con una ben determinata valenza politica.

Schierarsi reiteratamente a favore dei “diritti umani”, soprattutto a favore di “certi diritti umani”, è una evidente presa di posizione politica. Alcune procure legittimano le Ong a ricattarci strumentalizzando i migranti con la scusa dello “stato di necessità”. Secondo noi, bisognerebbe investire nei Paesi poveri, invece di continuare a sfruttarli costringendo i popoli a migrare. Perfino qualche Pontefice ha posto l’attenzione non tanto sul diritto dei popoli a migrare, quanto piuttosto sul diritto dei popoli a rimanere nella loro terra. E se proprio si verificano delle migrazioni, bisognerebbe gestirle attraverso corridoi umanitari, mettendo a disposizione dei migranti aerei sicuri e non barconi o barchini. Noi crediamo sia più “umano” così… Voi no?

Alcuni Stati pretendono di darci lezioni di umanità… Che lezioni di umanità dovremmo prendere, da chi abbandona i migranti nei boschi al confine con l’Italia, oppure li seda prima di rispedirli indietro, oppure sfrutta quegli stessi Paesi dell’Africa da cui poi migliaia di persone sono costrette ad emigrare? Alcuni governi europei (magari pure socialisti) non esitavano addirittura a sparare ai migranti, per evitare che varcassero il confine… Di che razza di umanità stiamo parlando? In Africa non ci sono “porti sicuri”… Ma se ogni anno proprio quei porti accolgono milioni di turisti! No, il “porto sicuro più vicino” sta in Italia… Viaggiano per miglia e miglia fino a Lampedusa e nessuno si lamenta, ma se poi devono allungare fino a Malta non ce la fanno più e di colpo le condizioni peggiorano… Boh!

Se davvero la migrazione è un “fenomeno epocale” e un “diritto universale”, che sia gestita davvero da tutti i Paesi e non da uno solo. Altrimenti diventa uno dei tanti modi per costringere una singola Nazione ad accogliere, magari sotto qualche ricatto, facendole pure la morale quando non si mostra abbastanza accogliente, mentre tutte le altre Nazioni stanno a guardare. Ma in questo caso, se permettete, la migrazione sembra tutto fuorché un diritto universale. E tutti quei discorsi sull’umanità ci paiono piuttosto una colossale presa in giro. Anche se pronunciati dai pulpiti delle procure. Noi la vediamo così… Scusateci!

La procedura sul debito? Forse un modo per distrarci e farci avere meno voce sulle nomine di peso ai vertici europei. Vogliono isolarci, noi alziamo la testa e loro vogliono farcela pagare. Nella scorsa legislatura europea eravamo certamente ben rappresentati, forse avevamo anche più alleati rispetto ad ora… Ciononostante gli altri Paesi ci hanno aiutato ben poco coi migranti. Intanto proseguono i tentativi delle Ong (e dei loro fiancheggiatori) di farci sentire “dalla parte sbagliata”, dalla parte dei “cattivi”. Mentre loro sembrano avere dalla propria parte lo “Stato di diritto”, certe procure e pure la morale cristiana. Ormai si sentono invincibili e inattaccabili, benedetti sia dalla terra che dal cielo… Ma noi continuiamo a resistere, perché non per forza siamo noi quelli sbagliati. Fare di testa propria, ignorare la legge o addirittura disobbedirle andandole deliberatamente contro, è in realtà l’esatta negazione dello “Stato di diritto”.

Se si considera sbagliata una legge ci si candida, ci si fa eleggere in Parlamento e la si cambia. Così funziona in democrazia. Il fatto di essere cristiani non ci farà sentire in colpa per aver voluto l’applicazione della legge, anche se in apparente contrasto con qualche presunto concetto di umanità. Da cattolici credenti orgogliosi ribadiamo: a Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare. E orgogliosi aggiungiamo: se continuano le provocazioni, siano pure schierati i cannoni! Quel che accadrà dopo sarà frutto di ciò che decideranno di fare i capitani di quei barconi: arrendersi o continuare a provocare. In quest’ultimo caso, ogni responsabilità ricada su questi presunti filantropi! Perché, in fondo, sono loro che se le cercano. Detto questo, siamo cristiani e ne andiamo fieri. Cristiani sì, fessi no!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Tasse basse = lotta all’evasione + lotta alla corruzione

Ave Socii

Lo sappiamo fin troppo bene: siamo uno dei Paesi con la più elevata pressione fiscale al mondo. Sappiamo anche che le tasse dovrebbero servire per pagare i servizi offerti dallo Stato. E’ allora ragionevole aspettarsi, in uno Stato dove si tassano anche le ombre, un livello di servizi pubblici almeno decente. Nonostante ciò, molti di questi servizi languono. Ma di essi il cittadino ha pur sempre bisogno. Poi non lamentiamoci se, per ottenerli, qualcuno ricorre anche a pratiche non proprio “cristalline”. E non lamentiamoci se, di conseguenza, gli unici a fare affari nel nostro Paese sono quelli che sguazzano nell’illegalità.

Forse bisognerebbe semplificare il nostro apparato burocratico e fiscale. Complicare le cose non garantisce sempre i migliori risultati contro l’illegalità e la corruzione. Ridurre le tasse potrebbe portare un po’ di respiro al sistema. Ed applicare un’unica aliquota, forse, semplificherebbe non poco la vita a famiglie e imprese. Secondo noi, tassa piatta e lotta alla corruzione viaggiano sullo stesso binario. Se la criminalità continua ad avvolgerci coi suoi tentacoli, forse il “merito” è pure dell’elevato livello di tasse che bisogna pagare. E che molti magari non pagano neppure, privando lo Stato di importanti risorse. Bisognerebbe attuare un vero e proprio “shock fiscale”, come ha fatto Trump negli Stati Uniti. Nello stesso tempo, ridurre il numero di aliquote porterebbe ad una semplificazione dell’intero sistema. Semplificazione massima, nel caso l’aliquota fosse unica.

Secondo alcuni, il modello della “flat tax” contrasterebbe con la Costituzione in quanto non informato a “criteri di proporzionalità”. Noi, tuttavia, non vediamo tutta questa incompatibilità con i dettami della Carta. Prevedere una “no tax area” (in pratica, aliquota 0%) per i redditi più bassi e uno scaglione unico (20% ad esempio) per tutti gli altri, non è forse un caso particolare di tassazione informata a criteri di proporzionalità? Se così non va bene, si potrebbe perlomeno ridurre il numero di scaglioni di reddito. E, contemporaneamente, mantenere una “no tax area” comunque meno ampia rispetto agli altri scaglioni. In questo modo si disincentiverebbero persone e imprese a dichiarare redditi minori, o addirittura inferiori al minimo tassabile.

La lotta all’evasione, fra l’altro, oltre che incentivando famiglie e imprese a pagare, si attua anche disincentivandole a non pagare. Ad esempio, tramite un inasprimento delle pene per evasori ed elusori. Così ognuno, facendosi due conti, in generale sarebbe portato a pagare il dovuto senza nascondere nulla al fisco. Gran parte del nero e del sommerso emergerebbe, colpendo più o meno indirettamente anche chi si arricchisce con gli affari illeciti. Forse colpirebbe perfino la criminalità organizzata. E lo Stato diventerebbe più forte, avendo più risorse a disposizione per implementare maggiori servizi ai cittadini e di miglior qualità. Guardate gli Stati Uniti di Trump… Ci hanno forse rimesso qualcosa dalla riduzione fiscale? L’economia americana non è mai andata così bene negli ultimi 50 anni… Questi sono i fatti. Il resto è chiacchiera.

Diminuendo le tasse e consentendo a tutti di pagare in base alla propria capacità contributiva, forse si ridurrebbero anche i casi di corruzione. In quanto sarebbe più facile ottenere legalmente quello che oggi alcuni cercano di ottenere illegalmente, sotto banco, corrompendo. Mantenendo tasse elevate, infatti, lo Stato riceve meno risorse di quelle che pensa di ricevere. E offre meno servizi di quelli che pensa di offrire. E dove non arriva lo Stato, arriva l’illegalità. L’illegalità conquista aree sempre più vaste, poiché lo Stato riesce a tutelarle sempre meno. E la criminalità organizzata continua ad arricchirsi, a fronte di uno Stato sempre più povero e debole. Per questo diminuire le tasse e semplificare il sistema della tassazione sarebbe un bene. E sarebbe un bene per tutti.

La riforma fiscale proposta dalla Lega (o meglio, da tutto il centrodestra) dovrebbe essere presa in considerazione da ciascun esponente dell’arco parlamentare. Significherebbe non solo dare respiro alla nostra economia, ma anche mandare un segnale forte contro la criminalità organizzata. Lo Stato dovrebbe essere l’unico a realizzare servizi pubblici. Ricorrere a pratiche illegali, o persino criminali, non dovrebbe essere la norma. Chi ricorre a tali pratiche dovrebbe essere punito con la massima severità. Ma ciò può esser fatto solo da uno Stato forte, cioè in grado di incentivare al massimo i suoi cittadini alla legalità. E la legalità si raggiunge anche attraverso un’ottimizzazione del sistema fiscale. Non in modo meramente moralistico, ma con provvedimenti reali e concreti. Non incrementando le tasse fingendo di sperare che tutti le paghino, piuttosto incentivando tutti a pagare anche riducendo le tasse. Perché i servizi e i diritti valgono per tutti i cittadini. E costano.

Da molte parti, proprio nei confronti della Lega, piovono critiche per presunti contatti con alcuni esponenti legati alla criminalità. In realtà più dal Pd che dai Cinque Stelle, ultimamente: forse i pentastellati, soprattutto dopo le ultime elezioni, hanno capito che maneggiare la spada dell’onestà non è poi così agevole. Specie se prima appoggi la candidatura al Ministero dell’Economia di un soggetto che ha patteggiato una condanna per bancarotta… E dopo, in campagna elettorale, fai lo scandalizzato perché proprio su di lui sono uscite delle intercettazioni “compromettenti”. Specie se poi nelle tue stesse fila risultano persone indagate per reati vari. Ovviamente anche il Pd dovrebbe pensare ai suoi indagati. A quelli legati alle vicende della Sanità in Umbria, per esempio… A quelli coinvolti nel “caso magistratura”… Certi ancora insistono a ricordare i 50 milioni di fondi non rimborsati dalla Lega… Però dei vecchi 150 milioni del Pd non parla più nessuno!

Strano che, soprattutto da sinistra, la “flat tax” sia osteggiata perché “fa pagare meno ai ricchi e più ai poveri”… Quando ultimamente, in Italia, proprio i governi di sinistra hanno favorito i ceti medio-alti più di quanto abbiano favorito quelli bassi. Ridurre le tasse, in questo momento, vorrebbe dire promuovere anche un minimo di giustizia sociale. Soprattutto a favore dei più bisognosi. Il marcio sta dappertutto, non esiste un partito dell’onestà e mai esisterà. Le politiche a favore dei poveri invece… quelle sì che ci aspetteremmo di trovarle da una certa parte! Storicamente la sinistra nasce come espressione dei bisogni delle classi meno agiate. Da tempo, tuttavia, pare che abbia preso l’abitudine di strizzare l’occhio al grande capitale. Poi non stupiamoci se oggi i grandi centri e i “quartieri bene” votano a sinistra, mentre le periferie votano a destra.

Quando votavano a sinistra, i ceti bassi erano considerati “poveri”. Ora che invece votano a destra, li si considera “primitivi” perché voltano le spalle al “progresso”. Ma i loro voti di certo non puzzano. E per riconquistarli si è disposti perfino a cambiare di nuovo maschera. Dicendo, ad esempio, che la tassa piatta favorirà i più ricchi… Son tutti bravi a pontificare, finché si sta all’opposizione del sistema!

Vostro affezionatissimo PennaNera