In tema di canzoni

 

Brani che cantano il disagio

E solo mia l’impressione che le canzoni più apprezzate

siano quelle che immortalano il dolore? 

Che si tratti di amori, fallimenti, perdite

o mal di vivere, in senso lato?

L’offerta incontra la domanda.

In un  mondo alla deriva

Si ha sempre più bisogno di esorcizzare il male

Ascoltandolo e sentendoselo raccontare

Un po’ come dire a se stessi : “Sì, sono sbagliato. Ma non sono solo”.

*

Riflessioni durante l’influenza.

Buon anno

No. Non sono impazzita a fare gli auguri , di nuovo, a febbraio.

Ho fatto una riflessione sugli auguri che ci si scambiano, ogni fine d’anno,  a S.Silvestro.

Ho giocato un po’ con le risposte possibili, un po’ amare e un po’ ironiche,  che non mi sono mai venute in mente al momento giusto.

Eccone alcune:

  • Sei sicuro\a?
  • Se lo dici tu….
  • Sicuramente da qualche parte lo è.
  • Ci metterei un punto di domanda, visto che non lo sappiamo ancora.
  • Rivediamoci il 31 dicembre, e poi ne parliamo.
  • Solo con garanzia ‘soddisfatti o rimborsati’.
  • Ce lo siamo detti anche l’anno scorso e hai visto com’è andata…
  • Sei un indovino?

 

…. e così via.

Diciamo che gli inizi non sono stati dei migliori.

Ma torneremo ad augurarci “buon anno” anche alla fine di questo.

Semplicità

A domande semplici

risposte semplici.

Il segreto per una vita felice?

Forse.

Ma è un segreto ben custodito.

Quanti possono dire di conoscerlo?

La semplicità non è prerogativa dell’essere umano.

Basta guardarsi in giro e vedere l’evidenza.

E pensare che tutto è partito

da un gesto semplice

come cogliere una mela.

(per chi ci crede)

E dopo il corpo che cambia…

…inevitabilmente anche la mente lo fa.
Si parlava di memoria, da qualche parte.
Non posso non notare che la mia, già labile da sempre
mi gioca brutti scherzi.
Credo di ricordare cose in realtà mai vissute
ma solo immaginate o pensate
e che la mia mente ‘spaccia’ per realmente accadute.
Si dice che da vecchi si tende a ricordare cose più lontane nel tempo, appartenenti all’infanzia.
Puo’ essere. Ma è anche vero che ci sono periodi che ho del tutto cancellato.
Come ci fosse un archivista, un omuncolo che vive nella mia mente, il quale valuta cosa tenere e cosa buttare.

Il corpo che cambia

Così recitava una vecchia canzone dei Litfiba.
Non posso fare a meno di ‘ascoltare’ il mio corpo.
Con l’età che avanza ogni giorno è buono
per scoprire nuovi acciacchi, fastidi, doloretti.
E così, inevitabilmente, si insinua il tarlo del “e se ci fosse qualcosa che non va in me?”
Sono stata abbastanza fortunata, finora, ma questo non mi impedisce, talvolta, di lasciarmi trasportare dall’ansia
per qualche potenziale male silenzioso che possa farsi strada.
Il più delle volte passo oltre e vado avanti.
Dopotutto non mi posso lamentare per come sono messa,
alla mia età.
(Sto cercando di auto convincermi che  tutto vada bene).