Ho voglia di …

……..di intesa, di complicità.

Di silenzi che parlano

Di vuoti colmi di significato.

Di sentirmi bene vicino a qualcuno.

Di lasciare entrare il respiro liberamente

di sciogliere i freni.

Di guardarmi intorno con calma

senza inibire le percezioni

per soffrire di meno.

Di smetterla di inghiottire veleno.

Ho voglia di quello che non è

da troppo tempo.

5 sensi (- la vista)

Oggi, in occasione delle giornate del FAI
ho vissuto un’esperienza inedita e interessante.
Nell’Orto botanico annesso alla casa di Leopardi, a Recanati
erano previste  visite guidate
per le quali i partecipanti venivano muniti di mascherine
ad occludere la vista.
Si doveva poi procedere in fila indiana a mo’ di trenino, con le mani appoggiate sulle spalle di chi precedeva.
La guida metteva in mano ai partecipanti
fiori, foglie e frutti
Invitando i presenti ad annusare, prima, e assaggiare, poi
sfidando a riconoscere di che pianta si trattasse.
E’ stato divertente ma anche illuminante.
E’ incredibile come gli stimoli visivi, cui siamo abituati,
penalizzino gli altri sensi come l’olfatto il tatto e il gusto delle cose.
Alcuni profumi mi hanno riportato indietro all’infanzia
e mi hanno scatenato dei ricordi vividi.
La mascherina che impediva la visione,
ha favorito anche una certa intimità tra i presenti.
Io stessa mi sono sentita di esprimere ad alta voce le percezioni che sperimentavo, indovinando talvolta l’odore o il sapore giusto.
Esperienza davvero esaltante quanto inaspettata.

Pensieri

 

Leggo storie di vite diverse dalla mia.
Simili forse a un tempo passato. Altri luoghi, altre situazioni.
Mi capita di pensare a cosa farei, adesso, se mi ritrovassi
in quelle situazioni, luoghi, compagnie.
Mi rivedo con la testa di adesso, come mi osservassi
dall’esterno.
Vedo un’altra me, com’ero, e la guardo con gli occhi di oggi, come farei con un’estranea.
Non provo niente, o quasi.
Quell’essere mi è del tutto indifferente, quasi fosse la protagonista di un film, mediocre, con cui non ho niente a che spartire.
Eppure per me è stata vita. Tanto tempo vissuto.
Mi fa tristezza il pensiero di quanto possa essere insignificante con gli occhi di adesso, quello che magari allora poteva rappresentare un dramma.
Sì, mi fa tristezza pensare al nulla che lascerò dopo di me.

E dopo il corpo che cambia…

…inevitabilmente anche la mente lo fa.
Si parlava di memoria, da qualche parte.
Non posso non notare che la mia, già labile da sempre
mi gioca brutti scherzi.
Credo di ricordare cose in realtà mai vissute
ma solo immaginate o pensate
e che la mia mente ‘spaccia’ per realmente accadute.
Si dice che da vecchi si tende a ricordare cose più lontane nel tempo, appartenenti all’infanzia.
Puo’ essere. Ma è anche vero che ci sono periodi che ho del tutto cancellato.
Come ci fosse un archivista, un omuncolo che vive nella mia mente, il quale valuta cosa tenere e cosa buttare.

Il corpo che cambia

Così recitava una vecchia canzone dei Litfiba.
Non posso fare a meno di ‘ascoltare’ il mio corpo.
Con l’età che avanza ogni giorno è buono
per scoprire nuovi acciacchi, fastidi, doloretti.
E così, inevitabilmente, si insinua il tarlo del “e se ci fosse qualcosa che non va in me?”
Sono stata abbastanza fortunata, finora, ma questo non mi impedisce, talvolta, di lasciarmi trasportare dall’ansia
per qualche potenziale male silenzioso che possa farsi strada.
Il più delle volte passo oltre e vado avanti.
Dopotutto non mi posso lamentare per come sono messa,
alla mia età.
(Sto cercando di auto convincermi che  tutto vada bene).