Un blog creato da gaza64 il 10/04/2010
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Nickname: gaza64
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Sesso: F Età: 59 Prov: PG |
« La cornice d'argento. | A tuo modo. » |
- Cosa dice il silenzio? - Tutto ciò che vorresti sentirti dire. - E se poi parlasse? - Nella peggiore delle ipotesi, non lo ascolteresti. - E nella migliore? - Lo ringrazieresti. - Perché è così difficile comprenderlo? - Non è difficile comprendere il silenzio, ma la propria voce interiore. - Perché? - Perché è sempre lei a farlo parlare. - E a te cos'ha detto? - Che ti manco. - Ma io non l'ho fatto. - Per questo sei rimasta in silenzio. - E adesso? - Non ti sento.
|
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..."il silenzio urlato"
richiede comprensione
da parte di chi sa ascoltare
affinché il cuore dell'anima
di chi lo genera
ne riverberi l'eco.
IinA_M@ ©
http://blog.libero.it/OGNIGIORNO/commenti.php?msgid=12937130&id=236219#comments
A lasciare gli spazi vuoti me l'ha insegnato Alfredo, invece tu ad inserire un collegamento come Questo.
E considerando che spesso il silenzio può essere frainteso più di una parola pronunciata in sua assenza, ne approfitto per ringraziarvi entrambi.
:)
Grazie M@...
Una felice e dolce giornata anche a te, con affetto, Gabriella.
E' difficile l'isolamento percepito nel silenzio, per noi esseri umani: che abbiamo addirittura ingigantito gli stimoli sensoriali per amplificare ciò che sembra comunque insufficiente a compensare il vuoto e il silenzio interiore nel quale ci sentiamo persi, a non sentirlo muoversi, o respirare.
Il vero ascolto, come lei stesso afferma, è possibile solo nell'assenza di rumore: in quella pausa tra un suono e l'altro che il verbo anticipa e precede per essere compreso e, più ancora, riconosciuto come tale.
La solitudine, intesa come condizione di raccoglimento indispensabile per ascoltarsi, è l'intermezzo per ascoltare: quando manca reciprocità ed alternanza c'è vera solitudine e silenzio assordante.
Ringrazio lei, Fra Eduardo, per le preziose e sempre profonde riflessioni.
Un caro saluto, Gabriella.
E non è un caso che ciò che la nostra mente traduce, ascoltandolo, si rivela ciò che avremmo voluto sentirci dire da qualcun altro.
A volte i significati coincidono.
Altre volte, come nel caso che ho descritto, divergono talmente tanto da non poter essere condivisi.
Grazie per il graditissimo commento: che è pensiero e silenzio, percepito e ascoltato.
Splendida sera, Gabriella.
Così, ciò che sarebbe potuto essere un dialogo, si trasforma in un soliloquio nel quale le risposte ai nostri quesiti, pur se riferiti ad un soggetto diverso, diventano proiezioni di nostri desideri e stati d'animo: non di un altro.
Questo tipo di silenzio assomiglia incredibilmente alla solitudine, e con essa spartisce l'assenza di voce: inutile, quando non c'è chi ascolta, ed altrettanto superflua quando l'unico interlocutore presente non ha bisogno di parlare per farsi sentire.
Grazie infinite, mio caro Signor W., per la sensibile lettura: la carezza di sogni favolosi la userò stasera...Un abbraccio lieve di primavera, Gabri.
Ma c'è anche un silenzio velenoso che mi fa male E questo perché : "Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio."
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973
Riguardo alla presunta cattiveria di cui parla Canetti, credo sia sempre ambivalente e che, come tale, colpisca tanto il silenzioso quanto il "silenziatore".
Un abbraccio grande a te:)
Tutto il resto è rimasto in silenzio.
« In principio era il Logos e il Logos era presso Dio e Dio era il Logos Questi era in principio presso Dio. Tutto è venuto ad essere per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è venuto ad essere di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini e questa luce splende ancora nelle tenebre poiché le tenebre non riuscirono ad offuscarla. » (Giovanni 1:1-5)
Hai un suggerimento, cara Gabri? Fra Eduardo a parte, sarebbe troppo facile. :)
Le anime si rivelano nella loro essenza solo quando si servono della materia: veicolo e strumento magnifico quando parla o, attraverso le mani, accarezza.
Ovviamente sono consapevole del fatto che tu non abbia bisogno dei miei suggerimenti: parlando e agendo così come la tua antichissima e saggia anima desidera:)
Ovviamente, non s'impara mai abbastanza pure nel più intimo, attento ascolto. :)
Ed è forse proprio questo il bello di questa verità che, inverosimilmente, prolunga indefinitamente la nostra esistenza nella volontà di apprendere ancora: magari sempre:)
Grazie di cuore, Flamine...
Così come il silenzio, quando l'espressione di ciò che si vorrebbe dire, lo richiede, e la parola nel caso in cui, chi lo ascolta, potrebbe fraintenderne il significato.
L'equilibrio è sempre complicato: soprattutto quando le aspettative che si attribuiscono al silenzio non appartengono, per contenuti, a chi lo utilizza.
In quel caso a non essere equilibrate non sono le modalità espressive, ma le emozioni espresse: semplicemente diverse.
Grazie per il tuo prezioso contributo, Gabriella.
E ti ringrazio per avermi dato la gioia di leggerti ancora dopo un silenzio che, dell'eloquenza, non ha mai perduto forma, né voce.
:)
oggi,
le tue parole.
Ti ho aspettata tanto, M/N Ant...
Bentornata:)