Kremuzio

E mentre il prof. Rubbia in un’intervista alla radio ha detto che andrà a cercare di risolvere i grandi problemi della fisica, di scoprire l’intima natura dell’energia e della gravitazione, ora vi andrò a raccontare una mia piccola esperienza sulle lampadine fluorescenti a basso consumo.

Si, funzionano, anche se i nostri occhi ritengono che non siano così luminose come quelle ad incandescenza o quelle alogene. Non sono immediate, ovvero non splendono subito con il loro massimo fulgore, ma hanno bisogno di un breve periodo di riscaldamento, cosa che ci dà un po’ fastidio quando le accendiamo. Infatti, come tutte le lampadine ad incandescenza, devono essere usate in luoghi dove necessita un’illuminazione continua, senza continue accensioni-spegnimenti. E questa dovrebbe essere una cosa assodata.

Esistono in commercio un sacco di tipi di lampadine a basso consumo. Ne ho provate un po’ di tutte le marche, e purtroppo devo dire che più costano più durano. Se sono di marca hanno una garanzia che possano durare, facendone un uso corretto e prolungato, almeno 3-4 anni. Ne ho acquistate di quelle “cinesi” a prezzi bassi in un mercato. Non sono durate più di 1 anno, ma dato che costavano un terzo di quelle di marca, alla fine non è stato un affare ma nemmeno una catastrofe. Se non fosse che poi queste lampadine vanno buttate e sono abbastanza inquinanti.

Allora ho cogitato sul da farsi. Ho smontato una di queste lampadine cinesi. La parte del tubo fluorescente faceva schifo e si era bruciata, ma per quanto riguarda l’elettronica, era ancora funzionante.

Da quel punto di vista i cinesi ci sanno fare. In ogni lampadina compatta c’e’ un circuito stampato che serve per trasformare la corrente alternata a 220 volt dell’impianto elettrico di casa, in una tensione adatta all’accensione dei due elettrodi all’interno del bulbo che dovranno causare la scarica nel gas per la sua accensione.

I neon grandi hanno un trasformatore ed uno starter, che come tutti sanno, sono abbastanza grandi per le dimensioni miniaturizzate delle lampadine.

Allora questo circuitino elettronico sostituisce i due pezzi più grandi. 

Quindi una volta smontato ho tagliato i 4 fili (o meglio 2 coppie di fili) che ne escono, ho preso un tubo al neon un po’ più grande come wattaggio

(un tubo di marca compatto da 40 watt invece dei 24 watt della vecchia lampadina), gli ho saldato i 4 fili alle sue estremità, poi l’ho riavvitata al portalampade ed ho acceso. Funziona perfettamente.

Certo non è più piccola, anzi abbastanza più grande, ma fa più luce e si può usare in una applique o una lampada da tavolo o… pensateci voi. Comunque il risultato è soddisfacente e permette sia di riciclare un circuito elettronico, sia di risparmiare sull’acquisto di una nuova lampada completa, di marca, guadagnare sul wattaggio ed avere più luce.