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Un blog creato da KA_again_PUT il 29/05/2008

Mr.K torna...forse..

questo blog è aperto in molti giorni feriali: spesso dalle 9.25 alle 13.43, qualche volta dalle 14.12 alle 15.30, raramente dalle 17.19 alle 19.17. mai oltre e festivi.

 
 

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rissa...

Post n°183 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da KA_again_PUT
Foto di KA_again_PUT

Vodis giaceva a terra, era sul punto di cedere del tutto. ispirata, e molto forte di spirito ma certo non altrettanto sul piano fisico. Stanky gli aveva piegato le gambe, Gulet era un gigante lettone l'aveva colpita mortalmente.

erano due tipi dall'enorme forza, e quando arrivano insieme non gli resiste nessuno...Vodis nulla potè...e ieri sera alle 22.00 anzichè mettersi a battere sui tasti incappando nel peggiore degli incontri fu piegata dalla tracotante brutale forza di questi due energumeni...

del resto Vodis era la massima espressione della cultura, della scienza dell'arte del sapere, del dire...una forza di colloquio dirompente...ma nessuna parola può ferire se la mascella è serrata in mortale assopimento, nessuna penna scrive stralci di poetica invettiva se riposa immota avvolta nel vrelluto rosso del suo astuccio...

Vodis la mia voglia di scrivere, fu sconfitta da Stanky la stanchezza e Gulet il sonno lettone!

ma giuro...e prometto...ho molto da dire ancora...

 
 
 

PROMETTO

Post n°182 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da KA_again_PUT

questa settimana scriverò altre puntate

 
 
 

CAP 25 - tentato furto

Post n°181 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da KA_again_PUT

il riassunto delle puntate precedenti lo trovate sul mio blog!!

E' andata buca, non ho i dati che cercano i miei capi. anche se a dire il vero i miei capi me l'hanno chiesto in maniera indiretta. ho cominciato da poco quest'attività ma mi sembra che stia andando tutto storto...
mi ritiro. ho brutti presentimenti. 

Si prospettava un lavoretto semplice, ma effettivamente non lo era per niente. mi hanno anche invitato per cena, e forse avrei dovuto approfittare. magari il computer o forse un hard disk sarebbe saltato fuori. ma a dire il vero, di mangiare con questi attempati signorotti proprio non mi va, in più il tipo che devo derubare ha proprio le movenze dello squalo. ebbene si, lo ammetto senza troppo imbarazzo mi fa paura.

ormai è quasi buio, e mi allontano. loro stanno festeggiando, hanno un bel tavolo e pure delle belle ragazze a rallegrare la serata, il tratto di strada che sto percorrendo è scarsamente illuminato e i radi lampioni diffondono una luce tremolante, che mal si combina con il viola intenso del tramonto. finalmente si è alzata un leggera brezzolina. aria di terra, certo ci avrebbe fatto comodo oggi.

cammino sovrappensiero, riflettendo sulla mia missione. forse avrei dovuto approfittare del fatto che il vecchio e gli amici erano giù a bere per scavalcare il balcone della sua camera e prendermi i dati.
o forse avrei dovuto farmelo amico, ed entrare nelle sue grazie...

mi arriva un sms di Franco "sei ancora a Budapest? arrivo fra due giorni, con amica comune..."
Amica comune? mica starà arrivando con Olga! 

sono in vista del mio albergo, la regata è stata un fallimento totale nè traccia del pc, nè traccia di sano agonismo.

arrivo al parcheggio e mi appare dal nulla, nella penombra serale Kera. E' vestita in total black, abito lungo, con gioielli, e scarpe con il tacco alto. è truccata in modo leggero ed è assolutamente di una bellezza mozzafiato, viene verso di me cammina su una rotta parallela alla mia ma non convergente. senza girarsi e continuando a camminare con un passo elegante mi sussurra "vado a rubare il computer, ci vediamo a Roma.." ha appena accennato un movimento della testa verso di me sistemandosi i capelli, e mi ha lanciato uno sguardo così breve che un colpo di pistola a bruciapelo avrebbe fatto meno male.

io continuo a camminare, stando bene attento a non aumentare il passo, nè di rallentarlo, come nulla fosse. ma sentivo il fiato corto, sentivo che bruciavo di domande. che voleva dire con vado a rubare il computer?
il solo pensiero di Kera sola in mezzo a quel puttanaio mi faceva rivoltare lo stomaco e ribollire il sangue nelle vene. 

mi fermo a guardare il mio piede sul gradino che dà sull'uscita posteriore dell'albergo, alzo lo sguardo e vedo Eva.

E poggiata alla porta, una gamba distesa e una leggermente flessa e mi sta fissando, in modo immobile. "allora...che hai deciso?" mi dice, allargano un mezzo sorriso sulle labbra. la brezzolina le smuove una ciocca oro sulla fronte.
Mi sento un pò all'angolo, sono stanco, bruciato dal sole, e ho mille pensieri...il mio livello di autodifesa è basso, e sono poco più concentrato di una fiera selvaggia. le rispondo di rimando e in modo scontroso "riguardo cosa?" sono piuttosto impettito, Eva riesce sempre ad aggredirmi facendomi arretrare. questa volta non voglio cedere nè soccombere, ho della rabbia repressa che devo sparare fuori in modo atomico.
lei è come al solito, non solo bella, ma sprigiona sesso in tutto quello che fa.
si mette le mani sui fianchi, fa scorrere le mani sul suo corpo ondeggia sinuosa "riguardo questo..." mi risponde mettendosi in mostra.

avrei voglia di scansarla, e filare su. "non oggi..." sono molto in dubbio. in realtà oggi proprio mi andrebbe di trascinarla per i capelli. non focalizzo neanche bene la cosa, ma la vorrei sbattere su un letto.

apro la porta, e mi soffermo un momento a guardare il cartello dice hall freccia su, sport porta a sinistra, sauna porta a destra. il colore delle pareti è giallo fino a circa un metro e mezzo, e il corrimano delle scale dello stesso giallo.

Eva mi arriva addosso, mi cinge con un braccio e me lo mette sulla pancia, con l'altro mi agguanta la bocca. mi sta dietro e mi spinge le tette contro. io mi giro, e lei mi bacia in bocca. è veloce e forte, la lascio fare. poi la prendo per una mano e la trascino verso la porta sport, vedo sul suo volto soddisfazione. come quando un cacciatore centra il barattolo al tiro a segno. mi eccita essere preda, anche se lo sono stato raramente. lei chiude la porta, gira la chiave. c'è una panca, mi spinge addosso alla panca, mette un piede sulla panca e ricomincia a baciarmi. mordendomi le labbra, graffiandomi. mi fa male, anche se la mia eccitazione è alle stelle. si tira su la gonna, mi prende una mano e me la sbatte sotto la gonna.

in quel momento, mi si gela il sangue, come quando si prende un destro al mento e si spengono le luci, si ammollano le gambe.

sento che il mio corpo non mi appartiene più, la guardo nei suoi occhi azzurri, mi sta già slacciando i pantaloncini. tento di fermarla, ma è una furia, una tigre...quindi approfitto di un momento in cui si allontana, faccio uno scatto e scappo via.

salgo le scale a due, a due. sono scampato ad un guaio. mi fermo un momento, vorrei tornare giù, e invece ricomincio a salire.

corro e girando un angolo finisco contro mia moglie, la mia sacca vola a terra lei si piega in due, la riprendo con un braccio e la sollevo.

mi piace da morire. sempre di più. mi guarda "hai occhi da salmone..." poi allunga il naso "...e puzzi pure come un salmone!"

i bambini esplodono in una fragorosa risata...e ci guardano abbracciati gongolando...

 
 
 

capitolo venti e qualcosa

Post n°180 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da KA_again_PUT
Foto di KA_again_PUT

premessa...oggi mi gira male, e allora mi scarico scrivendo un pò

premessa 2 il pc è scarico dice che ho 30 minuti di autonomia, significa che ne ho circa 10...farò del mio meglio sperando di inviare prima che si spegne tutto...

ok...

parto...anche se sono fuori allenamento.

Subito dietro ci sono mio cugino ed Eva, che ha una camicia bianca annodata sulle tette che stanno per esplodere. è sexy, e mi strizza l'occhio incurante del fatto che potrebbe essere vista da mia moglie, dai bambini, o da mio cugino...ha una spavalderia ossessionante...comincio a temere seriamente i suoi passi

andiamo nella piscina interna, e ci dividiamo...io e mio cugino andiamo a farci un massaggio alla cioccolata, le donne e i bambini vanno ad infilarsi in una piscina tutta bolle e acqua bollente...

la ragazza che comincia a massaggiare me è molto carina, e altrettanto professionale, appena mi tocca la coscia...ho paura di farmi scivolare il pannetto che ho a guisa di mutanda...mio cugino sbotta a ridere, lui ha una scampata all'esercito...un donnone pesante.

vado in barca sai, partecipo a delle regate sul lago...

"ah" risponde mio cugino, puntandomi l'indice contro "qui regatano pezzi grossi...pezzi da cento..."
stavolta sono io che scoppio a ridere...."da novanta..." gli rispondo scuotendo la testa..."da novanta... si dice"
lui mi guarda stupito "embè...cento a casa tua non è più di novanta?" e si gira dall'altra parte stizzito...
alla mia massaggiatrice scappa un accenno di sorriso...io sto ancora a pancia su...e quell'accenno di sorriso basta e avanza a farmi saltare per aria il ponte levatoio...le sarà capitato di sicuro...ne sono certo...fa mezzo passo indietro, e mi dice di mettermi a pancia in giù...ubbidisco e mi giro...con il malloppo che mi ingombra sotto la pancia...

ci facciamo la doccia, ripenso alla mia massaggiatrice...mio cugino mi guarda..."ahò che stai a pensà??? n'è...che m'hai cambiato gusti??"

io mi guardo sotto la pancia...solo il pensiero mi appiattisce la situazione..."ahhhh...no..." rispondo scuotendo la testa "il tuo culo è ancora al sicuro con me..."

usciamo...ridendo come due cretini, e mi avvio verso il porticciolo...mio cugino si è ostinato a venire con me, dice che vuole vedere quelle grasse facce da culo da vicino...cerco il tabellone con i turni, e trovo subito la mia barca e la manche nella quale dovrò fare il furto.

non ho molte informazioni, non so quanto tempo avrò, mi sono preparato un programma che carica un sistema operativo temporaneamente funzionante che va a caccia di password, e me le copia in un file log sulla chiavetta...spero che il pc da hackare sia con windows, altrimenti devo darmi alle vecchie maniere, tiro via il disco e copio tutto sul mio pc...troppe incognite...staremo a vedere...
potrei anche adottare un'opzione semplice. lo butto nel lago e poi lo vado a recuperare...ma qui c'è il rischio di perderlo...
faccio conoscenza con il tipo che devo derubare, anzi più precisamente, il tipp che devo derubare stringe la mano a tutti i membri di equipaggio che avrà, e la mia di mano in particolar modo la stritola. puzza di vetiver, è vestito in modo imbarazzante, e le sue due guardie del corpo sono due scimmioni ammaestrati di una grettezza insuperabile. durante la perlustrazione faccio di tutto per guardarmi intorno a vedere se qualcuno mi sta osservando, e soprattutto se in giro c'è traccia di Kera. sembra tutto tranquillo e di Kera neanche una traccia.

torniamo in albergo, ceniamo, ma non tiro tardi...domani mattina alle 9.00 si esce per il primo bastone.

suona la sveglia più silenziosa che ho, mi vesto senza far rumore ed esco in dieci minuti. nella sacca ho il mini pc, due cacciaviti, i cavi per collegare l'hard disk, e i due cd che dovrebbero fare la ricerca password.

speriamo che non ci perquisiscano, altrimenti la mia attrezzatura salterebbe all'occhio...e.a proposito di occhio...ad occhio e croce quelli non mi smebrano tioi da rimanere con il dubbio...

percorro il tragitto di strada velocemente, è una bella mattinata di sole, in cielo neanche una nuvola e le fronde sono immobili. ieri sera passando ho visto un ingresso di servizio al porticciolo, che mi dovrebbe far risparmiare il giro dell'isolato. giro l'angolo e quasi sbatto contro Kera, che era nascosta dietro. lei mi afferra una mano, e mi tira dentro un capanno, chiude la porta, tira il gancio. non è serena, ha il viso tirato, la cosa mi preoccupa. dò un'occhiata intorno, e vedo tutti gli attrezzi per le riparazioni nautiche, molti accessori in acciaio, delle lande rotte strette nella morsa per la riparazione, cordame, e delle sacche ammassate delle vele.
Kera prese a parlare in modo concitato "non ho più notizie dal mio capo in italia, non so se dobbiamo andare avanti o ritirarci. appena possibile parto e vado a Roma, devo parlare con qualcuno dei miei responsabili. mi stanno seguendo, e ho già dovuto seminare delle brutte facce. gli ultimi erano francesi...io non ci capisco più niente..." si morse il labbro. l'avrei voluta confortare, ma non sapevo che dire, io mi ritrovavo in quella situazione, e non avevo neanche un'arma...non so fin dove potevo spingermi per il mio servizio, avevo firmato tutto così in fretta...che non avevo idea forse di quello che stavo facendo, mentre ero immerso in questi pensieri lei riprese "non erano previste tutte questa complicazioni, se no ti avrebbero mandato una squadra in copertura...i tecnici come te, non corrono mai alcun rischio..." mi strinse con le sue mani, sui miei bicipiti che si ingrossarono di riflesso...Kera alzò gli occhi al cielo, aveva un miniabito north sails, con il quale forse voleva passare inosservata e un cappellino bianco...dal quale fuoriusciva la coda...sempre quei meravigliosi capelli neri, setosi, sensuali poi mi guardò negli occhi. non era truccata e gli occhi a mandorla risplendevano di tutta la sua bellezza, lo sguardo era impaurito e io la tirai a me abbracciandola. ma la strinsi e finì che la sua pancia mi strusciò contro, il suo sguardo era un pò più rilassato, e finimmo ancora più vicini, il suo seno mi punse il petto. era altissima anche con le scarpe basse, le donne alte mi hanno sempre eccitato, alzò un poco la testa in alto e la baciai. tenendole la nuca con la mia mano...lei cominciò a mordermi. era una situazione estrema, e tutto corse velocemente. le mie mani volarono sul suo corpo il miniabito si sollevò facilmente e lei ancora più velocemente si fece scivolare via gli slip, poi si affrettò a sbottonarmi i pantaloncini. posai piano la mia sacca a terra, lei fece cadere la borsetta che fece un tonfo metallico....eravamo entrambi metà vestiti, e metà nudi. ero fuori di me dall'euforia, e lei era forse ancora più concitata...mi guardai intorno, la spinsi sopra le sacche delle vele. lei si alzò il vestitino, così che non creasse intralcio, io mi buttai sopra di lei con garbo ma era evidente che non vedevo l'ora di esserle dentro, tutto esplose velocemente. durò poco e fu così intenso che ci rimaneva difficile rialzarci.

mi riassettai. presi la sacca, le diedi un bacio in fronte, uno sul collo e andai lasciandomi alle spalle il capanno degli attrezzi.

salii sul barca con un balzo, gli altri membri dell'equipaggio erano tutti dei terrestri. non ci furono perquisizioni, e gli scimmioni non erano neanche visibilmente armati. l'armatore si beava del suo indiscusso potere. solo quello al timone aveva il piede marino, e la faccia bruciata dal sole. ci guardammo, e l'intesa fu immediata.
dopo aver mollato gli ormeggi, io andai vicino allo skipper...indicai le fronde, e chiesi se il vento sarebbe aumentato. lui scosse la testa. la barca del comitato faceva bella mostra di bandiere tutte immobili, con la radio comunicarono un posticipo di un'ora. in coperta io e lo skipper eravamo gli unici due marinai, gli altri in ordine buttarono a mare una radio, una manovella del winch, uno si tranciò quasi un dito nel wang mentre simulava delle manovre in totale assenza di movimento, poi più tardi quando una bava di vento ci scosse lievemente le vele nella concitazione fecero cadere a mare un parabordo, tutti corsero a prendere il mezzo marinaio, strattonandolo colpirono in testa uno degli scimmioni e poi quello che tentava il recupero del parabordo cadde quasi in acqua rimanendo impigliato nella battagliola. approfittai del trambusto, e scesi giù alla ricerca del mio obiettivo, anche se la calma era così piatta che avrebbero sentito anche il battere di pochi tasti.

non c'era traccia del computer portatile.

aprii vari stipetti, quando sentii una manata sulla spalla mi volsi, e lo scimmione con la testa insanguinata mi guardò con aria interrogativa.
era rozzo ma non stupido.
chiusi lo stipetto e gli passai un cerotto.

poi gli volsi le spalle come nulla fosse e salii.

non ero diventato rosso ne sono certo, ma se ben addestrati questi sanno leggere i movimenti della faccia...

mi sdraiai su una falchetta, a distanza da quella mandria di bufali e mi misi a prendere il sole, mentre la barca di cullava mollemente, alla radio rimandarono due volte, poi annullarono la gara e potemmo finalmente fare rientro in porto a motore. 

 
 
 

pensieri weekendini

Post n°179 pubblicato il 21 Novembre 2010 da KA_again_PUT

Eccomi qui...dovrei proseguire con la mia storia, effettivamente devono succedere ancora molte cose che ho pensato e ancora non scritto...ma io continuo a lavorare tanto, e purtroppo non ho molto tempo...

ora capisco perchè molti abilissimi scrittori, poi non scrivono nulla, non che io mi ritenga tale...ma riconosco che ci vuole impegno, tempo libero, calma...

tornando a noi...sto lavorando tanto, e continuo a lavorare tanto...tutti mi dicono...che bello...in giro c'è solo chi se ne rimane a casa con le mani in mano, e te lavori tanto ... tiè...crepa invidia...per contro....mi sveglio all'alba, e esco dall'ufficio alle nove e mezza. non sempre...ma mai prima delle otto...e il bello è che non sono mai stato un secchione, uno stachanovista, un prode...naaaa...non fa per me...mi sognavo a quest'età in giro per il mediterraneo in barca a vela senza meta, senza pensieri, senza incubi...non ho ancora quarant'anni e ne ho viste di cose...ne ho fatte...forse troppe.
mi suicido e buonanotte al secchio.

quello che scrivo infatti è parte di quello che ho fatto, accomodato ai fini della storia...vorrei anche scrivere un pò di politica...visto che il governo affonda, e Fini non si sa da che parte vuole andare...Berlusconi è finito? non credo, ma la sua immagine è logora...alla fine i giudici non sono riusciti a metterlo in galera, e se ha commesso reati...i giudici sono incompetenti...se invece è innocente, è pure peggio...sono dei persecutori lobbisti. I giornali, la kultura, e l'intellighenzia...lo hanno martellato senza pietà...eppure nessuno lo ha ancora disarcionato da cavallo. E' un vecchio, malato, con mille scheletri nell'armadio, forse colluso agli inzi con entità mafiose. secondo me è ora che se ne vada a casa. ma. ma...chi ci mettiamo al suo posto? l'uomo invisibile, bersani? il fascista di pietro? Vendola? Fini no, per carità, mi piaceva tanto...ma anche lui ad una certa età mi sembra colto da demenza senile...dove stanno i giovani? voglio gente nuova, facce nuove...ancora girano rutelli, veltroni e d'alema...ma si può? nunnologi, teocratici del nientismo, gente che nella vita non ha fatto altro che lo zaino dei contribuenti...

Capitolo 22 - Il lago

Puntata n°1  - http://blog.libero.it/kaagainput/8159880.html

Puntata n°2  - http://blog.libero.it/kaagainput/8169681.html

Puntata n°3  - http://blog.libero.it/kaagainput/8199140.html

Puntata n°4  - http://blog.libero.it/kaagainput/8241491.html

Puntata n°5  - http://blog.libero.it/kaagainput/8259872.html 

puntata n°6  - http://blog.libero.it/kaagainput/8271715.html

Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html

Puntata n°8  - http://blog.libero.it/kaagainput/8312896.html 

Puntata n°9  - http://blog.libero.it/kaagainput/8361422.html 

Puntata n°10 - http://blog.libero.it/kaagainput/8373609.html

Puntata n°11 - http://blog.libero.it/kaagainput/8401964.html 

Puntata n°12 - http://blog.libero.it/kaagainput/8447043.html

Puntata n°13 - http://blog.libero.it/kaagainput/8487131.html 

Puntata n°14 - http://blog.libero.it/kaagainput/8539911.html

Puntata n°15 - http://blog.libero.it/kaagainput/8621742.html

Puntata n°16 - http://blog.libero.it/kaagainput/8724174.html

Puntata n°17 - http://blog.libero.it/kaagainput/8766633.html 

puntata n°18 - http://blog.libero.it/kaagainput/8862589.html

Puntata n°19 - http://blog.libero.it/kaagainput/8910385.html

Puntata n°20 - http://blog.libero.it/kaagainput/9001289.html

Puntata n°21 - http://blog.libero.it/kaagainput/9085616.html

Puntata n°22 - http://blog.libero.it/kaagainput/9449707.html

 

 

Partiamo di buon ora, rimaniamo per un pò in silenzio, anche se il rombo della lambo è sempre presente. Mio cugino guida, e manovra la musica, io guardo la strada scorrere un pò dissociato. Mi piace soffermarmi su alcuni particolari, coglierli e renderli miei. Deve essere il mio istinto di fotografo, e vorrei avere una macchina fotografica sempre con me, sempre pronta al fuoco, accesa, carica in mano. Ho la mia reflex, ma è nella sacca dietro. si potrei prenderla, ma non mi va.

Le strade sono tranquille, e prendiamo una sorta di statale ancora meno trafficata. Le auto ogni anno che vengo sono sempre più nuove e lussuose, non si vedono più le mitiche trabant che erano sempre tenute come gioielli in perfetta efficienza e tirate a lucido. Mi ricordo le prime volte che venivo, dopo la cacciata del comunismo, le scritte sui muri, l'astio verso tutta quella corruzione.

Mio cugino apre bocca "mi devi aiutare a sistemare una faccenda" tra me e lui abbiamo solo l'imbarazzo della scelta in fatto di casini "devo andare a chiacchierare con uno" e ridacchia...io e mio cugino fin da ragazzi abbiamo sempre avuto un codice, questo significa che lo deve pestare
"chi è?" rispondo, ma ad essere sinceri non me ne frega proprio niente. se c'è da pestare, si va...si mena, e punto.
"beh...non è tutto proprio semplice..." mi risponde, e io in quel momento ricordo che mi ha accennato del tradimento di Eva
"hai presente la mia nipotina? quello schianto di ragazza, sempre solare, bionda...allegra...di una bellezza da far perdere la testa ad un santo?" o cazzo! e ora che c'entra la nipotina? che poi beh...nipotina...ha sedici anni...qui si smette presto di essere piccoli...ma no. non ci voglio pensare...
"cuggì che hai combinato?" gli dico di rimando, incalzandolo
"io non ho combinato niente...ancora...ma altrochè se non combino qualcosa..." lo guardo e attendo che continui "va a quella scuola privata sulla collina...hai presente?"

"no" rispondo, mio cugino certe volte mi tratta come se abitassi a Budapest
"comunque fa nulla, è una scuola privata per ricchi..." rotea una mano nell'aria "la retta la pago io, ho insistito tanto perchè andasse là, è la scuola migliore. " sin interrompe, mette la freccia, svolta, siamo vicini all'arrivo riconosco la strada "ma comunque il punto è un altro. 

Erzsébet è sempre stata contenta, felice di andare a scuola...poi...da Natale scorso...ha cominciato a fare sega. ad avere pessimi voti...finchè a fine scuola...non è andata bene. per niente" O cazzo penso...ora dobbiamo interessarci dei problemi adolescenziali? ma mio cugino prosegue "ha lasciato il fidanzatino, e non esce più di casa. così ho mandato uno dei miei a fare qualche domanda...quello con la testa più fina, è un bel ragazzotto..." di bene in peggio penso "e lui mi ha detto che a scuola si mormora di un professore che importuna le ragazze..."
in quel momento mio cugino stringe il volante con estrema forza, mi guarda negli occhi e gli vedo l'istinto cattivo. rifletto e poi gli dico "importuna...spiegati meglio..." non mi va di andare a rompere le ossa ad uno per qualche battuta pesante
"non lo so..." mi risponde "ma ha due processi in corso per violenza sessuale in altre scuole. e uno è stato insabbiato. è il figlio di un politico, e l'estate del processo era in barca con il giudice...e delle ragazzine...ragazzine piccole..." lo vedo serrare la mascella...avevo promesso a mia moglie di non cacciarmi nei pasticci di proposito...ma lo ammetto ...no vedo l'ora di andare a pestare questo verme
"cuggì...quando vuoi..." 

Erzsébet...non ci voglio pensare...mi sta venendo il sangue al cervello. le mie figlie...non ci voglio neanche pensare...comincio a pensare immediatamente da assassino. mi vengono i brividi. devo forzare la mia mente in altre direzioni.


L'auto si ferma, in un parcheggio ordinato l'Hotel Carbona dimostra il suo lusso vacanziero, se vogliamo lontano dai cinque stelle a cui siamo abituati in Italia, ma comunque mi sembra un bell'albergo
"e' la prima volta che veniamo in questo hotel, hanno vinto non so quale premio come SPA, e Eva ha prenotato trattamenti per tutti...rinvigorenti per gli uomini, rilassanti per le donne..." e io penso che non rinvigorisca troppo me, e che rilassi molto lei...che è pericolosa...


Ci danno le chiavi, e con mio cugino decidiamo di vederci nella hall in mezz'ora.
In camera non c'è nessuno, è ordinata vedo le due nintendo dsi una sopra all'altra, e mi immagino i  miei figli a sfidarsi...un canotto gonfio delle principesse disney invade il balcone. mi cambio e mi affretto, c'è aria di vacanza qui, posso forse dedicarmi ad un pò di meritato riposo. chiudo la camera, il corridoio è tranquillo. chiamo l'ascensore e aspetto sovrappensiero. siamo in due piani diversi, tutto sommato stare a distanza da Eva è un bene. o forse sono io eccessivamente paranoico. il problema è che Eva sa essere eccitante.
arriva l'ascensore, premo H sulla pulsantiera, le porte scorrono...e una mano da donna, elegante blocca la fotocellula.
"Kera!" esclamo
lei si avvicina, mi prende le guance con le mani mi da un bacio sulle labbra, piccolo e molto dolce, poi inizia a parlare in fretta "si mette male, abbiamo problemi con la missione, io devo sparire. Tu dovevi rubare dei dati di un politico, un dossier con nomi, foto. lui è qui in barca, per una regata. ti ho iscritto.ad una delle manche sarai sulla sua barca, non lascia mai il suo netbook, guarda lì cartelle segrete con dei dossier. ma sta andando tutto a monte, mi danno la caccia. devo sparire. ciao." si volta come niente fosse mi da le spalle, ha dei pantaloncini neri e delle gambe lunghissime e perfette, una polo bianca e i capelli nerissimi le cadono a cascata creando un contrasto sensuale. le porte dell'ascensore si aprono e io rimango paralizzato lei sfila via a passo sicuro, mentre fuori ad aspettare l'ascensore c'è mia moglie e i miei figli... che mi saltano tutti al collo.


 
 
 

Capitolo ventitudue - il risveglio

Post n°178 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da KA_again_PUT

Punto primo, sto lavorando tanto. per cui non vi dispiacete se non vi seguo sui blog, non rispondo ai msg, o alle email...è solo carenza (momentanea) di tempo.

ma la mia storia prosegue. forse lentamente, ma prosegue...leggete sotto una nuova puntata

a PRESTO!

Puntata n°1  - http://blog.libero.it/kaagainput/8159880.html
Puntata n°2  - http://blog.libero.it/kaagainput/8169681.html
Puntata n°3  - http://blog.libero.it/kaagainput/8199140.html
Puntata n°4  - http://blog.libero.it/kaagainput/8241491.html
Puntata n°5  - http://blog.libero.it/kaagainput/8259872.html 
puntata n°6  - http://blog.libero.it/kaagainput/8271715.html
Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html
Puntata n°8  - http://blog.libero.it/kaagainput/8312896.html 
Puntata n°9  - http://blog.libero.it/kaagainput/8361422.html 
Puntata n°10 - http://blog.libero.it/kaagainput/8373609.html
Puntata n°11 - http://blog.libero.it/kaagainput/8401964.html 
Puntata n°12 - http://blog.libero.it/kaagainput/8447043.html
Puntata n°13 - http://blog.libero.it/kaagainput/8487131.html 
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Puntata n°15 - http://blog.libero.it/kaagainput/8621742.html
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Puntata n°19 - http://blog.libero.it/kaagainput/8910385.html
Puntata n°20 - http://blog.libero.it/kaagainput/9001289.html
Puntata n°21 - http://blog.libero.it/kaagainput/9085616.html

Mi sveglio di soprassalto, la stanza è buia, ma dalla tenda filtra la luce dell'esterno. E' la luce gialla di un lampione e siamo in piena notte. Nella stanza i miei occhi cominciano ad abituarsi alla penombra, e mi accorgo subito che Kera non c'è.

mi alzo, faccio un giro per la stanza, non riesco a capire che ore sono,  non c'è un orologio, una radiosveglia, un forno a microonde, e tanto meno un televisore. La stanza ora mi sembra ancora più vuota e  grigia. Mi accorgo subito che mi fa male una caviglia, e sento dolori ovunque. Trovo a tastoni un interruttore sul muro, si accende una fioca lampadina in un fioco lampadario con un effetto scenico tremendamente opprimente. La scarsa luce accende in me un mal di testa lancinante. vado in bagno, mi guardo allo specchio. non sono poi conciato così male, anche se mi sento parecchio malmesso.

Decido ed esco. fuori per le scale fa fresco ma non freddo, spero che fuori non faccia più freddo. della mia roba ho recuperato il portafogli e messo tutto il resto in un sacchetto. il marciapiede è illuiminato con quella acre luce gialla che vedevo dalla finestra, davanti a me un secchio della spazzatura in cui getto i miei abiti. proseguo per la strada, un gruppetto di tre ragazzi è tra me e il luogo dove voglio andare. non hanno un bell'aspetto, e sono proprio in mezzo al marciapiede, due poggiati al muro, e uno poggiato ad un auto parcheggiata. E' uno di quei marciapiedi stretti dove se due persone si incontrano, in senso opposto, sono costrette a guardarsi negli occhi...o a guardarsi vicendevolmente le scarpe.

devo passare in mezzo a loro, sono a due passi, vorrei sbiascicare qualcosa, ma quando sono in prossimità smettono di parlare, sento i loro occhi addosso, loro non mi dicono nulla, io faccio altrettanto.

vorrei arrivare alla metro, all'autobus, e dirigermi verso casa di mio cugino. ma sono un pò fuori orientamento, e soprattutto sono un pò fuori fase. 

Penso a Kera, e la stanza che ha lasciato. mezz'ora fa ero lì dentro da solo, e lei è sparita. in quella stanza non c'è più traccia di alcuna presenza utile.

una frenata brusca e un auto si ferma ad un metro da me. il mio sesto senso mi impone l'allerta massima, ma dopo quello che è successo oggi la mia prospettiva sul mondo circostante ha subito un duro colpo, ho esaurito le energie per oggi. uno mi chiama, prima in ungherese, poi in francese, mi giro...lui vede la magla..."oh!! New York!! American? you need a taxi?" io gli rispondo in ungherese che ho solo diecimila fiorini, e se li deve far bastare per portarmi da mio cugino. e che quando arriveremo là, gli sarà dato il resto. 
il taxista mi guarda negli occhi, è un uomo magro, e si è appena pentito di essersi fermato. ora sono io che lo fisso negli occhi, gli ripeto in ungherese l'indirizzo, e il cognome di mio cugino.
"Ok. mister..." risponde, andando verso l'auto. ho l'impressione che voglia saltar su e scappare via "come, come...with me" mi apre la porta e fila per le strade senza dire una parola. vedo che non mi sta fregando prendendo le vie più conosciute, ma fa effettivamente la strada più corta. arriviamo nella zona residenziale dove abita mio cugino, lascia il vialone principale e gira contro mano per una stradina dove tutti svoltano contro mano e arriva proprio di fronte al cancello della villa di mio cugino. si accende subito il faro esterno, ed esce uno degli sgherri, da un cancelletto.
E' Viktor, prima ci guarda attentamente a distanza. Tiene in mano qualcosa, che non si vede.
lo vedo, mi riconosce e si avvicina. ha la faccia preoccupata, la mia sparizione non deve essere passata inosservata. il taxista si affaccia dal finestrino, e mi dice che vanno bene i diecimila che gli ho dato prima, mi ringrazia e se ne va.

mi siedo nel gabbiotto al cancello, la sedia è comoda, il gabbiotto è freddino, forse è per questo che Viktor ha la maglia pesante. la caviglia ha cominciato a farmi male sul serio, Viktor richiude il cancello e lo vedo mettere la sicura alla pistola che poggia sul tavolo, proprio di fronte a me. questi uomini hanno i nervi troppo tesi...lui mi guarda la caviglia, e mi dice che sembra una palla da basket.
Entra subito Lajos, che non nasconde l'arma che ha a tracolla. chiede se va tutto bene, poi mi guarda, e prosegue il giro tornando da dove è venuto 

mi guardo le caviglie nude ridicole sopra alle scarpe, i calzini sono finiti nel cassonetto. uno era sporco di sangue, l'altro era tutto nero di gomma bruciata.

Arriva un caddy, salta giù mio cugino in vestaglia di seta bianca e svolazzante 

"che entrata spettrale!" gli dico ghignando "te avresti dovuto fare l'attore..."
"cuggì...ma che cazzo  è successo oggi?" mi tira su, vede che zoppico e mi aiuta a salire sul caddy, gli racconto tutto e chiedo notizie di mia moglie
"uno dei miei...ti ha visto andare via con una ragazza mora, orientale, siete filati in fretta e furia dentro un portone, in mezzo ad un putiferio di polizia...ho pensato che te la stessi spassando, e ho detto a tua moglie che mi stavi sistemando una faccenda nella casa in campagna...solo che poi ho cominciato a preoccuparmi, visto che non ti facevi vivo..."

arrivati alla villa, andiamo sparati in cucina e c'era il cuoco che stava preparando dei sandwich e della frutta...

mio cugino mi guarda con un enorme coltello in mano, infilza un limone e poi lo spacca a metà. ne prende mezzo e comincia a morderlo, con aria di sfida mi dice "te ci metti lo zucchero?" 

ma io lo mordo a mia volta, con il succo aspro che mi brucia la ferita al labbro "io no...te forse ce ne vuoi un pò..." era un gioco che facevamo da bambini. arrivavamo a finire a morsi i limoni in casa...

mi fissa ancora, sta zitto... e poi "anche io sono nei servizi..." si gira "ne parliamo domani...tua moglie è al lago con mia moglie...chiamala!"

rimasi poggiato al freddo acciaio del banco da lavoro, il cuoco si era già allontanato e le nuove lampade a led diffondevano una bellissima luce glaciale.

 
 
 

perdono....chiedo perdono e offro...

Post n°177 pubblicato il 16 Settembre 2010 da KA_again_PUT

anche quest'anno offro 100% di me, per cena settimana prox

chi vuole approfittare....si prenoti per tempo...

vantaggi dell'offerta:

cena pagata da me
la mia presenza in esclusiva
un paio di capitoli del racconto in atemprima
varie ed eventuali...

baci 

 
 
 

Capitolo ventuno - fuga

Post n°176 pubblicato il 22 Luglio 2010 da KA_again_PUT

continuo a lavorare, settimana prossima scappo, ma dal mare vi scriverò...

forse...

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Puntata n°4  - 
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Puntata n°5  - 
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Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html
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Puntata n° 20 -
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Kera entrò a forza infilandosi nello spazio angusto, si chiuse la porta alle spalle mentre l’uomo dietro al bancone le diceva che non poteva entrare. Brontolava rumorosamente

“come stai?” mi disse. Sembrava preoccupata, aveva una faccia sconvolta eppure manteneva inalterato il suo incredibile fascino.

Lo spazio era angusto, sporco, allo specchio piccolo sopra il lavandino mancava uno degli angoli. La lampadina emetteva una triste luce giallognola. Era un posto scadente, Kera mi passò un dito sullo zigomo gonfio. La guardai negli occhi e mi sentii un po’ a disagio, in quel momento lo spazio intorno a noi si restrinse fino a schiacciarci uno contro l’altra, aggiunse “dobbiamo muoverci. Subito” si voltò a guardare in direzione della porta, poi tornò a posare lo sguardo su di me e mi chiese “sei pronto a muoverti?”

Da fuori il barista riprese a brontolare, si sentì un rumore, se avesse voluto avrebbe potuto buttare giù la porta senza neanche sforzarsi. Kera era sempre più tesa,traspariva ansia nei suoi movimenti, si avvicinò a guardarmi negli occhi “la donna che guidava l’auto, era anche al parco…” si spostò dal viso un ciuffo scomposto, avrei voluto farlo io ma non era né il momento, né il luogo adatto. Lei riprese “dopo che ci siamo lasciati…per un puro caso, ho notato un ragazzo su una panchina. Somigliava parecchio a un mio cugino, l’ho visto con la coda dell’occhio” mi posò una mano su una spalla “stavo per andare verso di lui, quando l’ho visto fare un cenno ad una ragazza che ci aveva incrociati nel parco. Io ero dietro un albero, non mi hanno visto”

L’uomo del bar fuori dalla porta ricominciò a fare trambusto. Sembrava molto seccato, battè un pugno sul bancone. Urlò.

Io mi avvicinai alla porta per sentire cosa succedeva, Kera rimase a pensare qualche secondo. La porta si aprì con uno schianto, io ero dietro e rimasi schiacciato contro la parete, una scheggia di legno mi infilzò un polso. Vidi spuntare un braccio,con un coltello. Era il braccio di un uomo, che avanzava verso Kera, con una lama grigia e appuntita. Due passi e l’avrebbe trafitta, se non fosse stato così sbilanciato in avanti gli sarebbe bastato un solo passo. Lei era molto sorpresa, mise subito la mano destra al fianco, si scostò la camicetta e si vide chiaramente un riflesso della luce gialla correre lungo il ferro della pistola, la fondina era a contatto della pelle. Il suo fianco era tonico, lucido, una pelle liscia come una colonna di marmo. L’uomo riprese vigore e slancio, e affondò un colpo. Lei si appiattì al muro, non c’era spazio per la colluttazione, parò il colpo con il braccio sinistro e la lama la colpì. un rivolo rosso scivolò denso lungo il polso. Il primo colpo rimbombò in una esplosione assordante, sentii il sibilo vicino, l’odore della polvere pungente, il tempo fermo e senza ticchettio, e il proiettile si conficcò nello specchio facendogli perdere un altro pezzo. Quello avrebbe provato ancora, per uccidere. Kera non avrebbe sbagliato un altro colpo, non a quella distanza era una prova di forza. Sarebbe sopravvissuto chi avrebbe colpito per primo, facendo centro. Afferrai la sua mano, girandola con forza e senza paura, il braccio si attorcigliò come un ramo, quello era tutto concentrato a colpire Kera, frontalmente, mai avrebbe pensato ad un mio attacco sul fianco. Il suo braccio era teso, tirai una ginocchiata al gomito e con uno scricchiolio la presa cedette, la mano diventò molla e il coltello gli cadde a terra. Lo afferrai per il collo con il braccio destro, e lo proiettai con tutta la mia forza contro lo specchio, che questa volta finì in frantumi. Kera aprì il fuoco ancora, puntando l’arma direttamente verso di me. Per un momento pensai di essere spacciato. Morto. Ero passato da una vittoria, alla fine immediata. Questa volta la pallottola mi passò così vicina che la sensazione fu proprio quella di essere stato colpito. Kera tirò due calci in faccia all’uomo con il coltello, che stramazzò esanime sotto il lavandino. Poi mi fece cenno di andare, dietro di me c’era un secondo uomo colpito in pieno, abbattuto in una pozza di sangue. Mentre un terzo uomo era sdraiato sul bancone, con la testa rotta. Il gigante del bar evidentemente aveva preso le nostre parti, e lo stava pestando con un enorme bastone.

“seguimi. Ora! Cambiamo aria..” disse Kera. Filava rapida, aveva ripreso completamente il suo abituale portamento, era atletica, regale e flessuosa. Io mi sentivo pesante, intontito e sporco. Principalmente sporco. Arrivò una volante della polizia Kera girò sicura in un vicolo, e aumentò il passo, l’auto continuò in direzione del bar. Frenò, cominciammo a correre e non sentimmo più altro. Cambiammo strada, e vicoli finchè non  raggiungemmo in una scalinata che conoscevo. Era una scorciatoia che facevamo da ragazzi, con mio cugino.  Tirai per una mano Kera, e prendemmo la metro. Ci guardavano, principalmente me, che sembravo scampato a più di una rissa.

Scendemmo dopo due fermate, cominciava a girarmi la testa, e sentivo tutti i muscoli indolenziti. Il collo irrigidito, lei a grandi falcate arrivò ad un portone, di un palazzo vecchio stile dell’est, comunismo di cemento, e omologazione. Salimmo le scale buie e grige. Lei prese una chiave nascosta in un vaso di fiori nei pressi di una vetrata. Aprì la porta, se la chiuse alle spalle. Posò la pistola sul tavolo. Poi la riprese. Poi la posò nuovamente. Non si fidava della porta, della finestra.

“Kera…il bagno…” le chiesi. Ero distrutto.

Mi fece un cenno con la mano, e io mi infilai nel bagno

Cominciò a girare vorticosamente per la stanza, era piena di energia, esplodeva di bellezza quando era concentrata.

Io mi lavai, guardai brevemente intorno, il bagno non era lussuoso e non avevo voglia di osservare i dettagli in quelle circostanze. Tentai di togliermi le macchie dai vestiti ma senza risultati. Uscii, la porta era socchiusa e vidi Kera seduta sul letto, con una mano si reggeva il mento. mi avvicinai.

Lei mi guardò, con aria riflessiva mi disse “non so cosa fare…”

“sono tutto sporco, non avresti una…tuta?” lei mi guardò con aria perplessa e mi indicò l’armadio a lato del letto poi mi rispose

“Quella grigia è XL.” Aveva sempre il mento poggiato alla mano, e si era sciolta i capelli. Io mi sfilai i pantaloni, e mi misi i pantaloni grigi della tuta. XL. Mi andavano un po’ corti ma non stretti. Non trovavo il giacchetto, e cominciai a passare in rassegna i suoi vestiti. Abitualmente avrei scansionato tutto, ora cercavo solo una tshirt. Ne trovai una con l’enorme scritta NY sul davanti.

Mi sedetti accanto a lei, che si lasciò cadere distesa.

Io mi lasciai cadere al suo fianco.

Guardavamo il soffitto, lei mi chiese senza girarsi “ma te…non eri un tecnico informatico? Io sono inquadrata come agente operativo, te no!” poi si incrociò le braccia dietro la nuca. Io mi girai su un fianco, il sole era arancione, e il suo giallo oro penetrava dalla tenda illuminandole il profilo.

Crollai in un sonno rosso scuro.

Quasi subito, assaporando ogni sorso del mio sguardo su di lei.

 

 
 
 

Capitolo venti - il risveglio

Post n°175 pubblicato il 29 Giugno 2010 da KA_again_PUT

Vi sono mancato?

l'assenza è la mancanza generata dal ricordo della presenza (Ka_original)

ora vi metto un quote del mio scrittore "preferito":
L'odio è assenza d'amore, così come il buio è assenza di luce. L'opposto dell'amore è la paura . (Fabio Volo )

scopiazzato da freud che metteva in antitesi odio e amore, e da questo qui:
il male non ha una esistenza effettiva ma nasce per assenza di bene, come l'ombra non ha una esistenza reale ma ha origine dall'assenza di luce  (secondo saturnino salustio (filosofo neoplatonico latino del IV secolo)

POST SCRIPTUM - sto lavorando tantissimo. dalle 7.30 alle 22.30/23.30 tutti i giorni. ho intrapreso una nuova attività, e in questo contesto di crisi generale certo non ci si può lamentare e soprattutto non si deve.
Oggi è la festa di san pietro e paolo, è il patrono di roma, i colleghi lavorano e io li seguo da casa. ho avuto un pò di tempo per scrivere, mi piace molto scrivere, e mi manca. e soprattutto non so se volete che torni con le solite minchiate che scrivevo prima del racconto, o se preferite la versione romanzata.

ad ogni modo...pensavo come in questo caso di fare fifty fifty, ma poi vengono fuori post chilometrici!! chi li legge?

 

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 Aprii gli occhi e c'era un immoto silenzio, mi trovavo in una stanza grigia, il mobilio era freddo e glaciale e avrei voluto guardarmi intorno. avevo subito capito in che tipo di stanza ero finito. la finestra era piccola, e siccome era socchiusa non vedevo il cielo. sentii una presenza nelle vicinanze, volsi lo sguardo e vidi una donna, con un camice verde, ma di un verde sbiadito, grigio. i capelli biondi e ricci, attempati. aveva in mano una siringa sproporzionata, enorme con un lungo ago d'acciaio. poi intravidi dall'altro lato della stanza, il mio contatto. Kera, la mia collega. una donna dal fascino misterioso, che se ne stava con le braccia conserte, e lo sguardo dagli occhi fulminanti e neri era un'immagine incredibile con i suoi lunghi capelli neri e lisci come una tenda di seta. l'infermiera continuava ad avvicinarsi con un ghigno innaturale, anche il liquido contenuto nella siringa aveva un colore insolito. volevo chiedere a Kera di estrarre la pistola e sparare a questa vecchiaccia acida, o quanto meno di minacciarla, di fermarla ma lei non intervenne e l'infermiera mi fu addosso in un momento. 
Tutto fu buio.

cosa pensai nel frattempo, non lo ricordo.

Avevo di nuovo gli occhi aperti, ero certo che fosse passato del tempo ma non ero in grado di quantificarne la durata. forse era passata qualche ora. mi guardai il naso, e vidi una ferita sanguinolenta, mi sentivo il labbro gonfio e vidi che era ingrossato e sentivo il sapore dolciastro in bocca.
la stanza era la stessa ma ora mi sembrava molto più grande. avevo la sensazione di essere rimpicciolito. ho sempre avuto occhio per le misure, questa stanza misura dieci metri per dodici, e il soffitto è a quota sette. è tutto molto strano. questo tipo di edifici, non ha questo tipo di stanze. questo è un dimensionamento che non ha senso.
non riesco a muovere il collo, ma gli occhi vagano vigili alla ricerca di qualche certezza. il braccio sinistro mi fa male ad ogni movimento, mentre non sento quello destro. nessun dolore. nulla. d'istinto mi devo passare la mano sinistra sulla faccia, devo sentire le ferite, devo toccarmi la pancia, le gambe, il braccio destro che non risponde. devo sentire con la mia mano che sono tutto intero. o quasi. devo muovere quelle che riesco a muovere, devo alzarmi, devo camminare mi sento la testa che pulsa e i muscoli che vibrano, ma devo riuscirci. con uno sforzo sollevo il braccio sinistro e sento una stretta fortissima, un dolore lancinante al bicipite e un bagliore accecante, come se mi avessero lanciato verso il sole. e ora sento i piedi che grattano, le caviglie indolenzite, un ginocchio che formicola.

questi sono effetti strani della sostanza che era nella siringa. ne sono certo. perchè Kera non mi ha aiutato. Non avrei dovuto fidarmi di lei, mi ha incastrato. mi ha attirato in una trappola. mi sento strano, non mi sono mai drogato. da ragazzo pensavo che soltanto i deboli avessero bisogno di cercare una via di fuga da una realtà troppo pesante per loro. ma nessuna realtà è troppo pesante, bisogna farcela da soli. con l'aiuto dei valore, della famiglia, degli amici. da uomo i colleghi tiravano di coca, per reggere la vita in qui loro stessi si erano cacciati, stress, lavoro, donne, stress, cene e party mondani, perdendo ogni contatto con il ritmo naturale della vita. perdendo ogni dignità di uomini e di donne. 
non so cosa che mi abbiano dato, mi brucia lo stomaco, devo espellere la sostanza nociva che è in me.

nei momenti di buio quando uno e' in ansia, o in angoscia, il cervello si perde in ragionamenti che lo portano all'autodistruzione

ho vissuto trentasei anni in perfetta forma fisica, con una forza naturale sopra alla media, ho fatto cose incredibili, viaggiato per mezzo mondo, affrontato risse dalle quali uscire vivo era impossibile. se ho perso l'uso di una gamba o di un braccio ci posso stare. si campa settant'anni, metà li ho fatti alla grande. ci sto.

certo, quando camminerò per strada dovrò cambiare indole, ora non abbasso mai lo sguardo, davanti a nulla, e nessuno. mi impongo fiero come un leone maestoso. poi sarà diverso, anche se potrei allenare il braccio sinistro a tirare due volte più forte, e due volte più veloce. troverò una soluzione.

poi apro gli occhi. vedo l'auto a noleggio schiantata con lo sportello aperto, un vecchio con la panza mi sta trascinando per il braccio sinistro, il sangue mi cola dal naso, il sole splende alto in cielo e vedo passare una nuvoletta bianca. rido. il braccio destro mi fa male, ma è ancora là, attaccato alla mia spalla larga. i miei vestiti sono sporchi. "non importa" dico in ungherese. il vecchio sorride. col braccio destro prendo lo specchietto retrovisore sopravvissuto, mi guardo e vedo un brutto taglio sul mio naso, e il labbro gonfio. poi alle mie spalle vedo Kera, con i suoi capelli lucenti che incrocia il mio sguardo. Mi volto di scatto, e sento un dolore atroce al collo. un colpo di frusta incredibile, guardo intorno ma di Kera neanche l'ombra.

sono seduto a terra, mi alzo e il vecchio panzone mi porge il braccio. ha una mano grossa come una pala. 
"sono a posto" dico a tutti, intorno a me si sono avvicinate una decina di persone. la donna alla guida dell'altra auto sta peggio, ha la testa rotta e un occhio nero. arriva l'ambulanza vedo saltar giù un'infermiera tale e quale a quella che ho impressa nella mente. 
sono in piedi, mi gira un pò la testa ma sono a posto veramente. 

il personale dell'ambulanza va a guardare la donna, poi l'infermiera prosegue verso di me. ha lo stesso ghigno che ricordo bene, e una borsetta abbastanza grande che potrebbe contenere il siringone.
una premonizione? 

mi giro, e filo via in direzione della fermata della metropolitana. mi urlano dietro di fermarmi, ma i miei piedi volano veloci a passo svelto. sono scosso, ma potrei anche aumentare il passo e correre via a grandi falcate. mi sento le tasche, ho il portafogli al suo posto. ottimo. così non dovrò scavalcare i tornelli, per prendere la metro. mi rassetto. stiro i pantaloni, giro le maniche della camicia, e sembro quasi pronto per una serata di gala. solo la faccia, è insanguinata. e lavare il sangue è complicato. subito fuori della metro c'è un bar, mi infilo dentro dopo aver girato l'angolo, ha l'entrata in un vicoletto. aumento il passo e sono sicuro di entrare non visto. dietro al bancone l'uomo vorrebbe fermarmi, impedirmi di entrare, e ci riuscirebbe se solo lo volesse veramente è un uomo enorme, due metri di muscoli. e sono anche sicuro che là dietro ha nascosto un bastone, nessuno vuole un avventore con la faccia rotta come la mia. ma mentre lui mi fissa esitando, io intravedo l'omino sulla porta in fondo al locale. ha i baffi. un adesivo veramente kitsch, c'è anche una linea tratteggiata ad indicare la pipì che sgorga a metà omino. mi infilo nel bagno, e mi lavo utilizzando la carta umida come spugnetta. il lavandino presto si arrossa. ogni goccia di sangue fa tutto il lavandino rosso, e sul naso si è già rappreso.

toc toc, delle nocche gentili bussano alla porta "sono io". in italiano una voce di donna, in modo rassicurante mi fa sentire la sua presenza inconfondibile. e' lei. Kera, mi è mancata, mi accorgo solo ora che c'è che avrei voluto che fosse rimasta sempre con me.

 

 

 
 
 

Puntata n°19 - l'incontro inatteso

Post n°174 pubblicato il 06 Giugno 2010 da KA_again_PUT

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Ieri sera mio cugino mi ha fatto fare tardi, voleva costringermi a sbronzarmi, e scopare metà delle stripper del centro. I locali sono belli, curati, ottimi per accalappiare gli anziani avventori, e l'organizzazione è pronta a fargli sentire il profumo del sesso, in cambio del profumo del vil denaro, così che questi escano sempre allo stesso modo avendo sentito solo il profumo dell'alcool...e con il portafogli molto più leggero. E' uno scambio concordato, tutto basato sull'illusione, e la maggior parte delle volte il sesso lo si vede solo. e pure a distanza, considerato anche il fatto che se è vero che i film porno vengono qui prodotti in grande quantità, è altrettanto vero che la prostituzione resta illegale.

fortunatamente ho retto botta, anche perchè questa mattina non vorrei fare tardi, non sono un maniaco della puntualità, ma raramente sono in ritardo. Tutto sommato, alla fine anche mio cugino non ha fatto grandi danni, ha solo bevuto un pò troppo, tra moglie, amanti, e prostitute non si fa mancare nulla.


filo a grandi passi nella hall semideserta con i marmi a specchio appena tirati a lucido, volontariamente non incrocio lo sguardo di nessuno e mi infilo nel garage. il telecomando, apre le portiere, entro giro la chiave e nel quadro vedo tutte le spie accese e nessun ronzio del motorino di avviamento. sblocco ancora con il telecomando, giro di nuovo la chiave ma le spie lanciano un messaggio inequivocabile. motore in fault.


corro di nuovo sopra, mi precipito al noleggio auto interno all'albergo senza chiedere indicazioni a nessuno, e fortunatamente lo trovo esattamente dove dovrebbe essere, ma apre fra 5 minuti. il cartello appeso e stampato a colori parla ben chiaro. il concierge deve avermi visto che sono spazientito di fronte a questo vetro impeccabile e senza impronte. secondo me, mi ha pisciato nel serbatoio...ecco perchè il v8 non parte...ce lo vedo che si infila sotto al motore in giacca e cravatta, strappa via un filo, e esce da là sotto più pulito e gaio di prima.


arriva una bella ragazza in divisa, con un borsetto pieno di chiavi è tutta sorridente come se avesse fatto sei al superenalotto, mi fa accomodare è gentile, efficiente, e pure bella. ma io sto friggendo, voglio un auto e subito. accende il computer, prende posizione ed

 entra una donna, riccia, bionda...più o meno avrà la mia età, sbandiera un foglio con su un logo oro, l'impiegata carina che prima sorrideva a cinquanta denti, ora sorride a cento...si sposta allo sportello priority e mi lascia da solo con la mia fretta a macerare al bancone.



la riccia appena entrata è bruttarella, ha una bocca enorme e sproporzionata. è tonda ma non ha le tette grosse, i ricci che attaccati ad un'altra testa sarebbero sexy e chantosi a lei sembrano una parrucca posticcia, ha delle belle gambette magre, se la gamba è proporzionata e con una bella caviglia fina io vado in visibiglio...ma le sue rimangono gambette e pure stortarelle....la sto squadrando senza essere inopportuno, anche perchè non ho nessuna intenzione di far passare qualche mio occhiata come un'avances, neanche nella più lontana delle ipotesi. lei si gira di scatto, avrà sentito il mio scrutare su di lei e mi punta gli occhietti a palla, azzurrissimi, sorridenti ma non belli nei miei occhiali scuri. dopo un secondo faccio un passo..."Stefania!" lei mi fissa...sgrana le palle degli occhi fino a farle diventare due mele..."Ka?" poi ride...anche se da quando la conosco non ho mai capito se la sua risata fosse isterica, di gioia, di dolore o di altro e aggiunge "e che ci fai qui?"


lei è una mia ex compagna di classe, non si è mai inserita nel gruppo, non nel mio, ma in nessuno. Senza amici e tutti più o meno la evitavano. non era sporca, non era antipatica, non era anomala, il suo unico problema era non essere qualcosa di veramente definito. io l'ho sempre protetta. ero il figo della scuola, potevo permettermi qualsiasi cosa, ma lei in ogni caso non accettava la mia protezione e continuava imperterrita a rimanere nel suo mondo chiuso...avrei voluto chiederle se ora la sua vita fosse, come quella di tutti gli altri, normale, o qualcosa del genere...."ma ...sai com'è...sono venuto a trovare mio cugino..." lei annuiva con la testa, non aggiungeva nè toglieva nulla a quello che avevo detto..."eh si..." era l'unica risposta di convenienza in cambio. poi entra un uomo, che mi corre incontro come se mi volesse prendere di petto e abbattere con un pugno per difendere la donna più bella del mondo. in quel momento ho sentito una gran tenerezza per loro, sembrano una bella coppia...appena arriva a distanza di ceffone gli dico "piacere, son KA! pensa il KAso, io e Stefania eravamo in classe insieme al liceo..." avrei potuto fare battute oscene, fargli capire che la sua madonna si era passata tutti a scuola, ma sono rimasto tranquillo e lui ha frenato i bollenti spiriti, però attanagliandole un braccio. Stefania è soddisfatta che il suo uomo l'ha accalappiata, la biondina in divisa ci toglie d'impaccio consegnando loro i documenti e le chiavi, ci salutiamo brevemente e il marito di Stefania, la trascina fuori della porta a vetri come se lei mi avesse appena fatto un servizietto e lui ci avesse beccati in fragranza di reato, cosa per altro che mi provoca un brivido che non è di piacere.


la bionda si stringe nelle spalle, alza gli occhi al cielo, è carinissima. deliziosa...mi guarda e fa"te sei Ka, vero?" io la guardo, sto per esplodere in un rossore di rabbia ribollente "ehm..." lei riprende subito..."l'audi. in garage. so chi è tuo cugino..." mi cadono le braccia, faccio del tutto per passare inosservato, e mi ritrovo ad essere riconosciuto a colpo d'occhio. poi...mi perdo per un attimo a pensare e riflettendo, tempo di aver fatto un grosso errore su quell'aereo...


la biondina ammicca, e mi fa due volte l'occhietto, mi stampa il contratto, metto le tre firme accettando tutte le assicurazioni,  mi consegna le chiavi prendendomi la mano con delicatezza e con altrettanta eccitante accuratezza mi avvolge il pugno con la sua manina sottile, tenendomi con presa energica aggiunge con sorriso malizioso "quando vuoi, per qualsiasi cosa..."corruccia il labbro e mi eccito solo al pensiero di poter accettare un'offerta così interessante.


ripercorro la hall a grandi passi, ora i turisti cominciano a scemare fuori con aria gitante, ripasso davanti al concierge nella confusione pensando di essere ben amalgamato e non resisto a tenere la posa del cane da tartufo, alzo la testa incrociando il suo sguardo, lui mi segue con gli occhi e inclina la testa di lato in segno di ossequio. la mia presenza qui è così nota che mi è impossibile continuare con il profilo basso. cerco nel garage il posto auto dov'è la panda che mi hanno assegnato, e ovviamente questa si trova in mezzo ad un fila di altrettante auto identiche. nella babele dei numeri di targa, pigio il bottone e le frecce che si accendono mi aiutano ad individuare dov'è. noto che stefania e il marito hanno appena acceso il motore della loro mercedes. è pure riccastro l'antipatico. apro la porta, salto dentro, la sbatto con clangore metallico,  giro la chiave, avvio, ingrano, e sgommo. ero il più figo della scuola, mio caro marito di stefania, e devo uscire prima di te. al limite ti sperono, ma esco prima. Lui è già partito e ha mezzo giro di garage di vantaggio, tra me e lui auto parcheggiate e piloni in cemento verniciato di rosso. così mi frega. continuo con la retromarcia e viaggio parallelo a loro che procedono con prudenza, mio caro magda ti frego, inchiodo, sterzo con decisione il muso sgomma, rimollo la frizione e parto a razzo contromano sgommando con rumore, all'ultimo pilone mancano quattro macchine in mezzo, un bel buco proprio davanti alla sbarra. ne approfitto riprendendo la carreggiata di uscita, e inchiodando con altrettanto rumore l'auto si ferma a pochi centimetri dalla sbarra, questi garage sono lisci come culi di brasiliana, spingo il bottone, e dopo qualche secondo vedo affiancarmi lentamente stefania e il marito. La mia sbarra si alza, insieme al mio piede della frizione e esco nuovamente sgommando. certo. questo motore emette il latrato di un cane, piuttosto che il ruggito di leone dell'audi. il marito di stefania, urta con una ruota sul cordolo, e dallo specchietto vedo che scendono a guardare cosa è successo. può bastare a soddisfare il mio ego.


la città si è avviata velocemente, non dovrei essere in ritardo...mi squilla il cellulare...."ka???" non riconosco la voce..."qui tutto bene...hai capito chi sono?" no vorrei rispondere, e vorrei anche aggiungere ho un diavolo per capello, richiamami fra un mese, ma lei insiste "veronica! quella dell'aereo...ti devo una cena...mi hai portato fortuuuuna!" e attacca. credo di aver bofonchiato qualcosa in mezzo alla sua eccitazione. mentre penso e rifletto a veronica e i suoi tatuaggi, sbaglio strada. mi incazzo, batto un pugno sul volante, incerto per un momento mi guardo intorno per tentare di orientarmi, non riconosco dove sono, e non capisco che direzione prendere. rallento, sento una frenata, uno schianto enorme, schegge di vetro impazzite, caldo, e...


 
 
 

Capitolo diciotto - il seguito

Post n°173 pubblicato il 25 Maggio 2010 da KA_again_PUT

premetto che ho sonno, sono seduto scomodo e mi fanno male le chiappe, domani ho una giornata infernale e dovrei svegliarmi all'alba...per poi passare la giornata in mezzo ad un sacco di bestemmiatori di sesso maschile, ed un'unica donna che è un mezzo maschio...allegriaaaaa...

devo proprio volervi bene, per scrivere ora...o forse sono solo masochista...

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"FICO!" mio cugino sa essere stravagante nelle sue risposte, io gli dico che lavoro nei servizi segreti, sebbene in realtà per ora sia solo un lavoro sulla carta...e lui risponde fico...poi mi guarda..."Eva mi tradisce..." alza gli occhi al cielo, mi ha detto una cosa che non mi piace sentire e non so cosa dire "...che ci vuoi fare, neanche io sono un santo..." mi mette un braccio sulla spalla mentre camminiamo, mi stringe poi mi molla una manata alle chiappe "dai! cambiamo discorso...che non voglio pensare a quello stronzetto di un maestro di tennis del cazzo..."

la panetteria è cadente dentro quanto fuori, non comprerei mai buona metà della merce esposta, e grazie al cielo mio cugino sceglie qualche cosa dell'altra metà...quella più presentabile. un sacchetto di palacsinta, che già mi viene l'acquolina in bocca...emana un profumino delizioso

risaliamo in macchina e torniamo indietro, mio cugino riprende a parlare...è evidente, che deve scaricare la coscienza tanto quanto la mia rimane chiusa come una cassaforte "sto organizzando una festa, italian party...una cena tutta italiana, sull'invito è espressamente richiesto abito italiano" guardo con sospetto a questa idea...io l'avrei già ribattezzata italian mafia "ho preso una pr, che mi sta organizzando l'evento. cinquanta cocuzze per lei e mi assicura la presenza di personaggi di peso, parlo di vip. no troiette e attrici ungheresi, che quelle riesco a muoverle da solo, ma capocce importanti provenienti da tutta europa...sta stronza mi ha fatto invitare una lista infinita di musicisti...tutti sconosciuti. cioè..lei dice che sono la creme de la creme...una massa di stronzi a scrocco dico io..." comincio a perdere il filo del discorso....e glielo dico
"cuggì...tanto per curiosità...non ti manca il grano, e questo è palese...ma che te frega di invità tutti questi piscia profumo?" distolgo lo sguardo dalla guida e lo fisso negli occhi.

sorride beffardo...e mi risponde "business...solo business...mi serve pubblicità! ho chiamato pure Franco, ora tratta caviale russo...una vera rarità..." sorride compiaciuto, a vederlo sembra un poveraccio non uno che è in grado di finanziare una festa da centomila euro..."hai presente quel sito web...famoso...il più cool...con il logo dell'angioletto e la pubblicità in tutte le tv europee?" non sto capendo dove vuole andare a parare, ma ho capito perfettamente che sta parlando dell'azienda dell'anno...quella con profitto a sei zeri in un'economia con perdite a nove zeri "si che la conosco..."

"e' mia!" lo guardo...e ribatto "ma non è di proprietà dell'ingegner..."

"OH si...l'ho intestata a lui, ma è mia! quello è un prestanome..."
"E la moglie...direttrice del..." mi interrompe ancora..."si si la moglie, come no...guarda che l'ingegnere è frocio...li ho sposati io con tanto di extra compenso matrimoniale...lei è perfetta....per quel ruolo...gran figa, chic, laureatissima...da sogno..."

"Cazzo cuggì! ci seguono..." lui non si scompone e mi chiede "che è un range rover nero?"
"no! una bmw cinqueeventi grigia del 2005..."
"A ka...ma che lavori alla stradale?" comincia a ridere come un matto
"seminala! quando ti dico di accelerare vai giù come un pazzo...e io ti dico la strada..." tamburella con le dita sulla plancia non sembra preoccupato per niente " ultima volta che esco senza ...ragazzi...e comunque se non sbaglio, a quindici anni ci sapevi fare col volante...quando di notte rubavamo la macchina a zia, per andare da quelle tue amiche..." ridacchia di nuovo
arriviamo ad un grosso incrocio, le auto rallentano noi abbiamo il rosso, la bmw grigia è rimasta dietro un piccolo furgoncino scassato che si è immesso senza dare precedenza...mio cugino mi guarda e mi fa
"ora! vai cazzo!"

il semaforo è rosso, sul grande vialone che incrociamo le auto da destra scorrono via a sinistra e quelle da sinistra scorrono via a destra velocemente, io al vai  di mio cugino pesto con tutta forza sul gas mollando il freno senza pensare troppo al fatto che mi sto lanciando in mezzo ad un casino impazzito di lamiere, l'auto parte imballata come un proiettile, scarto di lato tutta la fila incolonnata per bene e arrivo nei pressi dell'incrocio a circa a novanta chilometri orari.guardo vicino, e non riesco a vedere bene ai lati. freno, mi si apre un varco davanti agli occhi, e di nuovo giù col gas, incredibilmente arriviamo incolume sulle rotaie del tram in mezzo ai due vialoni, nell'altra corsia si apre un altro buco, di nuovo già tutto il gas. sul cemento e le rotaie, le ruote perdono tempo a trovare il grip e stiamo per finire sotto un grosso camion, ma fortunatamente appena le anteriori prendono l'asfalto l'auto comincia ad avanzare con nuovo vigore. non si vede cosa c'è dietro al camion, ma non ho scelta. tengo giù tutto il gas, e filiamo in mezzo al carnaio metallico come una tigre feroce. mio cugino mi urla "a destra", arrivo sparato e stiamo andando forte, sterzo, ma è difficile imboccare lo stretto vialetto che ha scelto. tiro il freno a mano, la coda si intraversa disegnando un semicerchio, mollo il freno a mano e di nuovo sono a tutto gas, procedo con l'auto che va di lato in modo innaturale e se non mi si riallinea la coda finisco con lo sportello sul muretto che lambisce la strada dal mio lato. sarebbe perfetto se non spizzassi neanche il marciapiede con una delle ruote, e così è. diminuisco il passo. siamo spariti nel dedalo di viuzze di un vecchio borgo mio cugino con tono calmo "vedi qui...ci abitava una mia ex...chissà se..." lo guardo..."cuggì se vuoi mi fermo, e citofoni...eh?" scoppia di nuovo a ridere..."ma possibile? ti sei messo in tasca mezza europa con questa faccenda del sito...folle!! quei due spaventapasseri sono invitati a destra e sinistra, citati ad esempio...e dietro ci sei te..."



arriviamo nel vialetto della villa, mai sono stato così contento di vedere i "ragazzi" e le loro automatiche sotto le giacche. sono un pò preoccupato per i bambini, non mi sembra proprio il posto adatto per giocare...l'auto di Eva è nel vialetto, mi precipito dentro e mentre mio cugino sparisce in cucina, vedo attraverso una porta a vetri tutti i bambini che stanno giocando in una stanza che Eva gli ha fatto preparare. sembra un gardaland in miniatura e ci sono due balie che gli stanno dietro. prima di fermarmi da loro vado a cercare la mia regina.

questo tipo di ricchezza esagerata non mi dispiace, non mi imbarazza di certo, vado nella sala grande che ha una immensa vetrata sulla piscina e trovo Eva. Appena mi vede, si aggiusta il vestito e punta dritto verso di me. credo che abbia sempre avuto un debole per me, e mi mette molto in difficoltà quando viene a provocarmi davanti alla regina (raramente) e davanti a mio cugino (spesso). lui non mi ha mai detto nulla a riguardo, e ho sempre sperato che non fosse una sorta di scommessa tra di loro...c'è una musica house con bassi profondi.... "ciao Eva...che per caso sai dov'è..." lei si avvicina per baciarmi. tre volte. come sempre. "tu...affascinante come sempre..." mi bacia in bocca, poi ancora in bocca, e alla terza ci mette pure la lingua premendo con l'inguine sulla mia patta. ha un fisico eccezionale, vive di mangiar sano e palestra, non si stressa e non ha bambini...può pensare solo al sesso...e questo la rende una bomba...non resisto ad un breve bacio...poi la scosto con grande delicatezza poggiandole una mano sulla pancia, ma lei approfitta e con gesto rapido fa in modo che la mia mano si incastri nello spacco del vestito abbottonato sul davanti...ritraggo la mano, ma lei è abile e avida come una pantera con la sua preda e mi spinge il polso in su...la mia mano aperta struscia sul suo ventre...rasato...e nudo. non porta le mutande. i suoi occhi diventano diabolici, un piccolo gemito le trasuda dalle labbra...è di una bellezza sconvolgente, e non eravamo mai arrivati così vicini. averla sentita bagnata ha scatenato in me un istinto bestiale e un desiderio irrefrenabile, ma anche un moto di repulsione.faccio un passo indietro. le sorrido "frena Eva" le dico risoluto "ci facciamo male..." giro e prima di guardarla ancora negli occhi sparisco il più rapidamente possibile, devo fare attenzione a non rimanere mai più solo con lei...



arrivo in cucina, e mio cugino sta preparando due cocktail, la mia regina gli passa gli ingredienti...tra loro c'è una normalissima e sana complicità, non come quello che è successo tra me ed Eva...imbocco il corridoio quando mi squilla il cellulare...


"Pronto?" sono abbastanza scocciato...ora non vorrei sentire nessuno...se è quella rompiballe di mia madre con i suoi pici pici...le attacco in faccia. ho quasi quarant'anni e ancora mi chiama amore...vmoitevole.
"sono una tua collega" la voce è suadente, giovane donna, piglio sicuro "la ...compagnia...ha bisogno di incontrarti..." ha messo la lente sulla parola compagnia, poteva tranquillamente dire i servizi già che c'era
"ma io sono...a Budapest" dico pensieroso
"ma pensi che siamo alla mutua, ti devo dare le coordinate geografiche della tua posizione? ti ho detto che sono una collega non una di quelle segretarie che te e tuo cugino vi sbattete" l'allusione a mio cugino è un pò stravagante...
"stasera no. domani mattina?"
"isola margherita, laghetto vicino al giardinetto, alle nove." vorrei obiettare che è un posto scomodo, ma lei ha riappeso...e stanno arrivando mio cugino e la regina con i bicchieri in mano...


 



 
 
 

updates

Post n°172 pubblicato il 12 Maggio 2010 da KA_again_PUT

certo...ogni giorno mi vengono in mente tre quattro idee per scrivere nuove puntate...

solo che poi non ho tempo di scrivere...e dopo un pò me le scordo...

è l'età che avanza...sono quasi da buttare...beh...

beh...

ora vado a bere un caffè tentando di beccare quella bocciona ricciolina che mi piace tanto!

sto lavorando come uno schiavo...e non è bene...

mi mancano le donne...e non è bene...

mi sto rompendo le palle...e non è bene...

non so cosa fare questa estate....e mi sto stressando...

...

 
 
 

Capitolo 17 - il cugino e l'affare cubano

Post n°171 pubblicato il 02 Maggio 2010 da KA_again_PUT

 

scusate gli errori, ma è notte e come al solito scrivo di getto...

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Puntata n°5  - 
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Puntata n° 15 - 
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Puntata n° 16 - http://blog.libero.it/kaagainput/8724174.html

Entro nella stanza, e c’è quiete e silenzio. Immagino che si siano nascosti. Qualche volta si infilano anche nell’armadio, sotto il letto magari no. Le donne non concepiscono i bambini sporchi, mentre i mariti li lasciano razzolare nel fango putrido. Eppure il silenzio è veramente buio.
Driiiiin…mi squilla il cellulare, mentre vedo la mia immagine riflessa nella specchiera faccio un salto, urto la sedia, pesante nel suo legno e velluto verde che quasi cado eppure riesco a sbattere un ginocchio su una zampa del mobile e il dolore cane mi fa vedere bianco.

“pronto! Chi è?” credo di celare bene la mia situazione paradossale, ho sempre pensato di mentire con grande destrezza e di riuscire ad avere la stessa faccia e lo stesso tono come se dicessi la verità. Ho una inclinazione naturale all’alterazione dei fatti e all’accomodamento degli stessi che uso con diabolica astuzia a mio vantaggio, e ritengo anche di essere un raffinato oratore. Ma se c’è la mia regina all’ascolto, perdo gran parte del vantaggio. Ed è proprio lei.
“ma che hai? Che voce…” me lo dice in modo interrogativo e un po’ stizzito. Le donne si aspettano sempre gesti romantici, e squilli di angeliche trombe quando hanno a che fare con il loro principe azzurro (che dovrebbe anche muoversi con un cavallo bianco, e almeno una rosa in bocca)
“ma niente…niente…ho sbattuto un ginocchio. Non sai che male!” penso sempre alla giusta misura nel comunicare con lei, visto che è capacissima di leggermi anche le pause
“ah! Certo…uomini…vi fate un taglietto e chiedete il pronto soccorso…” sbuffa pure, e magari allontana il blackberry dall'orecchio
“Io? Ma se odio dottori e ospedali, che neanche se fossi parecchio rotto…” la mia difesa viene interrotta prima di portarsi a compimento
“si va beh…comunque sempre a me tocca farti da infermiera” quando mente palesemente, mi fa incazzare! io quando sto male non voglio niente e nessuno intorno, e lei lo sa benissimo. Riprende come se non avesse appena detto che sono un piagnone, sapendo che non è vero “siamo con Eva a Godollo, le bimbe sono pazze per Sissi, al grande piace il castello e il fatto che sia stato una caserma,sai quella cosa che i sovietici sparavano alle statue...” ah! Peccato, è una vita che ci sarei voluto tornare…”sei arrivato vero?” un martello…quando fa così è un vero martello, e il bello è che sa già le risposte...
“si certo, il ginocchio l’ho sbattuto qui in camera…” ma mentre la mia frase sfuma lei riparte imperterrita
“Eva ci ha invitato a pranzo, ci vediamo a casa loro. A più tardi. Ciao”

Ciao. Penso. E che palle.

Richiamo subito mio cugino

“cuggi? Arrivo, siamo a pranzo da voi…tua moglie mi ha rapito regina, e principini”

“allora ti aspetto. Sbrigati che ci facciamo due chiacchiere”

Disfo la borsa velocemente, faccio una doccia al volo, mi cambio. ridiscendo da dove son salito, e penso se prendere l’auto in affitto, un taxi che forse conviene, o magari la metro. Mi piacerebbe la metro, così bohemienne, farei di sicuro delle belle foto.

Arrivo nella hall e incrocio lo sguardo con una escort. Inutile pensare che potrei sbagliarmi, è di una bellezza stratosferica, abito italiano o francese, aria sicura e occhi a dollaro, tiro dritto.

Il concierge richiama la mia attenzione con un cenno, mi avvicino. Mi consegna una busta “ci sono le chiavi, dell’auto parcheggiata al numero 17.” Sorride impeccabile. Io prendo il pacco ringrazio, e cerco le indicazioni per il parcheggio. Lui non mi ha indicato dov’è, io vedo il cartello un momento prima di voltarmi a chiedere aiuto, e mi risparmio la sua faccia compiaciuta.

Apro la busta e mi infilo le chiavi in tasca, arrivo al parcheggio 17 e ti trovo una RS6. Audi. Station wagon. Con 500 cavalli. Ovviamente non è della Hertz, questo è un prestito di mio cugino. L’avevo lasciato su una coupe, e ora ha una station wagon. Vorrà mettere su famiglia, ormai dovrebbe tirar fuori qualche pargolo. È un paio di anni che mi chiedo, se sta aspettando per via del fatto che ama la bella vita, o se c’è dell’altro.

Girata la chiave nel quadro, il rombo è maestoso, amplificato dal rimbombo del garage. Ingrano la R, e sfilo via in retromarcia, poi infilo la D e parto, non pesto forte eppure le ruote sgommano. Tutte e quattro. Vedo salire la biondissima escort sulla mercedes 600 di un uomo un po’ attempato, lei non mi guarda ma si muove con eleganza, io sorrido. Non ci vedo niente di male, per lei, e nemmeno per lui. Apro il tettino, e arrivato all’aperto, apro il gas. L’auto parte in modo brutale, il sole ormai splende tondo, ed è impressionante come il mezzo segua le mie indicazioni. Sembra che me l’abbiano cucita addosso. meraviglioso.

La strada mi scorre facilmente sotto le ruote, non inserisco neanche il navigatore. ci sono delle deviazioni per lavori, ma ritrovo facilmente la strada. Arrivo al cancello, rallento e mi aprono. Appena entro mi fermo, c’è uno degli sgherri di mio cugino. Passo rapido e sicuro di essere riconosciuto,ma ho sempre paura di beccarmi una mitragliata. Non si sa mai. Nel piazzale di fronte alla villa, c’è il maggiordomo che mi aspetta. È un tipo all’antica, vorrebbe prendermi la valigetta, o il cappello, ma io ho solo la macchina fotografica a tracolla e lui rassegnato mi porta da mio cugino.

Che mi saluta con tre baci. Uno non basta, due per gli omosessuali, tre vanno bene. A proposito, mi dimentico sempre che mio cugino è di estrema destra.

Nel corridoio noto due nuove poltrone di Pierre Paulin, le ribbon, e una sfilza di artemide halo, da duemila euro l’una. Mio cugino vede che mi guardo intorno
“Belle vero? Bene arrivato…allora l’hai trovata la macchina!”

mica avrai dato via, la lambo…” gli rispondo, ma teoricamente sarebbe una mossa logica e sensata

“in un certo senso si…l’ho data ad Eva” sorride, mi tira per un braccio “però io ne ho presa un’altra, una murcielago. E stavolta del colore giusto!”
“spero grigia…e non gialla…” ma da lui mi aspetterei più gialla che grigia, diciamo che il passare inosservato non è una dominante del suo carattere
“maddai! Mi hai preso per uno zingaro? Grigia…certo…e quella bianca se l’è presa Eva. Del resto si era impuntata sul colore…mah…le donne…valle a capire…bianca...bah...” posa il drink “accompagnami. Andiamo a comprare il pane…” lo guardo perplesso, con tutta la servitù che ha, è un pò strano che debba comprarsi il pane da solo. ma comunque andiamo. Gli lancio le chiavi dell’audi con cui sono arrivato, ma lui me le ritira, mirando in basso e lanciando forte. Riesco ad evitare la botta solo  grazie ad un movimento veloce, prontezza di rilflessi, e una botta di fortuna. Lui mi guarda “sei in forma nonnetto…guida te, che ho qualche problemino con la patente…”

 

"senti senti e dimmi che ne pensi" mi dice subito, mio cugino ha una passione per la composizione e mi sottomette scritti, racconti, poesie per email su facebook, per sms...

"hai da poco le tette e già sculetti in discoteca, 
ma le tue chiappe non hanno mai visto na biblioteca, 
faresti una pompa a razzo per un iphon, 
ma non sai ndo cazzo sta de casa il bon ton,
ti vesti scollata che pari na mignotta,
se ti fisso le cosce, ti tiri giù la canotta
perchè ti vergogni...non a vuoi una botta?"
si ferma un attimo, l'ha detta quasi rappando "che te ne pare?" 

“beh. qualche parola è un pò ruvida..."

 

Parto, e lo vedo che conta sulle dita ripassandosi la metrica poi si gira mi guarda e mi dice
“ho conosciuto una. Una cosa seria. Mi sono innamorato”

“Alt! Cuggì…frena. Ma che cazzo dici? Innamorato?” ci manca solo questa penso…

“magari innamorato no, ma sai…la passione…sono preso! è per farti capire. come fossi innamorato insomma. voglio sempre stare con lei, mi manca. se non so cosa fa o con chi sta, mi va il sangue al cervello. Sono geloso. Mi sta partendo la testa….” e scuote appunto  quella testaccia vuota. si è fatto buona parte delle donne di metà dei bordelli più famosi d'europa, non so quante segretarie ha avuto per amanti e ora sbrocca per una...ma ti pare possibile?

“frena, frena…frena…bello" gli dico " Ora perché hai trovato una storia nuova, il gusto della novità, ti si riaccende il sesso…e già ti parte la testa? eh...ti voglio vedere fra dieci anni...se ti tira ancora...come oggi!" lui riprende a raccontare

“mah. Non so…non so…non faccio programmi, neanche penso ad un domani senza Eva. Anzi. Mi fa ribrezzo solo il pensiero…” scuote di nuovo la testa, si passa una mano sugli occhi "no. non mi ci far pensare. quella ci muore. non le potrei dire...di un'altra...ma no. non è il caso...un dolore così grande non glielo potrei dare"

"ahò..."lo interrompo, visto che siamo al vaneggiamento "te non dici niente a nessuno, frena cocco. ora racconta da principio..."
“l’ho conosciuta in un night nuovo, giù in centro. Poi ti ci porto…un posto elgante carino, dove accalappiano sti business man russi e europei...” ecco si. Come no, che mi mancano i grattacapi “un banchiere che conosco me l'ha presentata, e me la sono portata in albergo..sai da Edward l'irlandese." ecco. si mi mancava Edward, dell'IRA che si nasconde qui, con scotland yard alle calcagna...ma lui riprende "Con tutti i favori che mi deve, neanche mi fa pagare, e mi da sempre una suite…lei voleva 700 euro. E insomma…l’ho pagata, per le prime tre volte….” Si ferma, si accende una sigaretta “poi mi ha detto che non ci dovevamo vedere più, perché lei è una brava ragazza” povere mie orecchie…un mafioso che definisce una mignotta una brava ragazza…che mondo…”non è che fa la mignotta per lavoro,  cioè di giorno fa la segretaria per una società di import export cubana, perché lei è cubana, e la sera se capita lavora ma solo con persone che le vengono presentate. Persone fidate. non è una di quelle troie...che lo fanno per soldi. capito?”

io perplesso gli dico “cubana?”, non mi pare che mio cugino abbia mai avuto una donna che non fosse bianca come lo zucchero...a parte un paio di trans...che si è inchiappettato...dice...per sbaglio, che non si era accorto...del piccolo "difetto" e uno di questi era brasiliano, presumibilmente scuro di carnagione. se non fosse che era così buio, e mio cugino così brillo che si sarebbe scopato pure un tavolo!

“oh. Ma non è nera, nera…e poi…cazzo…a letto è un treno. Non si ferma mai…sopra sotto, pompini me la giro tutta…non ti dico…e ha un culo…ma un culo…anzi…” tira fuori dalla tasca l’Iphone e cerca cerca mi fa vedere un culo a pecora…effettivamente un bel culo tondo e pieno…

“ma cancella subito quella foto, che ti sei bevuto il cervello?”scuoto io la testa “ma se te lo vede Eva?”

Ridacchia, per un momento penso che forse voglia essere scoperto…”ma no, mica l’ha vista nessuno. Eva poi non ci capisce una mazza di telefoni...l'hai vista solo te. Se non le dico a te ste cose…a chi le dico? sto per scoppiare! ho chiamato Franco, sai che sta in russia. mi ha detto di accannarla, che quella mi vuole solo spennare. Stronzo! non ha voluto sapere niente e già mi è contro.” poi riflette "lasciarla? ora vivo sta cosa che è bella, e penso solo a godermela. no che non la lascio..."

“ma da quanto dura?” gli dico…penso che se è ,meno di un paio di mesi e cosa di poco conto, se si vedono da qualche mese sono cazzi. e soprattutto come faccio a fargli capire che la deve lasciare così come ha detto Franco, ma senza essere controproducente? questo ha sbroccato per questa tipa...

“un mese.eh si..era il venti. Poi il weekend scorso l’ho portata a Venezia. Tre giorni a scopare. Oh occhio che ad Eva ho detto che c'era un torneo di golf internazionale, mi sono pure iscritto on line. e sono anche andato a giocare, poi ho finto un malessere e sono tornato in albergo. ci fermavamo solo per andare fuori a pranzo e a cena…non puoi capire, voglio sempre stare con lei…abbracciato a sbavare come un mastino con la lingua che mi rintorcina com un elica…" penso all'immagine e mi fa pure un pò schifo...ma lui continua è un fiume in piena...
"l'altro ieri sera che non mi rispondeva al telefono sono partito con la macchina e sono andato ad aspettarla sotto casa sua, è tornata da sola. Le ho detto che se la becco con uno, la ammazzo di botte, cosa che non ho mai fatto in vita mia. Con una donna…intendo…” fa il gesto, sembra che voglia menare qualcuno veramente "lei è scoppiata a piangere...mi ha detto che sta cercando un altro lavoro, e che passa tutte le notti a piangere pensando a me che sto a casa...con Eva, e lei sola nella sua camera. Ti rendi conto come stiamo messi...una tranvata!"

Indica un parcheggio e una panetteria dall'insegna cadente, i muri marroni scrostati e una ferrovia arrugginita che passa ad un paio di metri “ferma, ferma qui…” parcheggio, fermo il motore, lui apre lo sportello, mette giù un piede mi guarda e mi fa “e te…novità?” scendo, siamo uno di fronte all'altro, la macchina in mezzo. l'antifurto fa bip bip, e gli rispondo

“bah…che dire…donne non ne cerco, ma qualcosa capita...sai com'è...” perché sto mentendo a mio cugino non so…del resto ho scopato più questa estate che tutto l’inverno…”e poi ho trovato lavoro…sono entrato nei servizi segreti!”

 

 
 
 

CAP 16 - l'importanza della famiglia

Post n°170 pubblicato il 21 Aprile 2010 da KA_again_PUT

ecco le precedenti puntate on line, chi volesse ho tutto riassunto in un DOC.

Puntata n°1  - http://blog.libero.it/kaagainput/8159880.html
Puntata n°2  - http://blog.libero.it/kaagainput/8169681.html
Puntata n°3  - http://blog.libero.it/kaagainput/8199140.html
Puntata n°4  - 
http://blog.libero.it/kaagainput/8241491.html
Puntata n°5  - 
http://blog.libero.it/kaagainput/8259872.html 
puntata n°6  - http://blog.libero.it/kaagainput/8271715.html
Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html
Puntata n°8  - http://blog.libero.it/kaagainput/8312896.html 
Puntata n°9  - http://blog.libero.it/kaagainput/8361422.html 
Puntata n°10 -http://blog.libero.it/kaagainput/8373609.html
Puntata n°11 http://blog.libero.it/kaagainput/8401964.html 
Puntata n°12   http://blog.libero.it/kaagainput/8447043.html
Puntata n°13
 - http://blog.libero.it/kaagainput/8487131.html 
Puntata n°14 -
http://blog.libero.it/kaagainput/8539911.html
Puntata n° 15 - http://blog.libero.it/kaagainput/8621742.html

Mi guardo intorno, l'albergo mi piace e a dire il vero mi piace sempre andare in albergo. Prenderei le scale per salirle in fretta e precipitarmi in camera. 
A questo punto non vedo l'ora di riabbracciare i miei figli, e poi devo raccontare le ultime novità alla mia regina. beh. certo. non tutte le novità. mi passano davanti le immagini, che bruciano come il sole sulla pelle, vestiti che cadono, i capelli biondi di Elena selvaggia e furente, capelli ricci che ondeggiano, profumi...sospiro, e sparisce tutto.

una signora, un'americana, anzianotta mi sta guardando e mi scruta. "hallo, lady..." gli indico la porta dell'ascensore che si è appena aperta.

lei continua a scrutarmi, e fissarmi "where are you from?"
io sorrido, non so perchè ma la mia naturale inclinazione ad essere un incredibile guascone mi sta per far inventare una delle mie storie che iniziano e si perdono senza fine, invece rispondo secco e fermo "Rome. Italy"

le annuisce..."Rome...beautiful city..." lo dice come se non mi credesse. si aprono le porte, la signora mi sorride e mi fa un cenno

"have a nice day, beatyful lady..." quella continua a camminare tartarugando senza badare ulteriormente a me, incartata nei suoi colori pastello.
l'ascensore riparte sibilando. mi sconnetto dal mondo circostante, immagino di aprire la porta con la scheda magnetica, e vedere correre con l'andamento tipico da pannolone la più piccola delle mie bimbe, piccola ma incredibilmente forte. un torello, elastico come una canna di bamboo che urla, papiii...papinoooo...braccia protese e la voglia di travolgere tutto quello che si dovesse frapporre fra lei e me. e poi di seguito correre la più grande, con la sua linea flessuosa, e i capelli che sono scintille di castagno autunnale, con le movenze accorte che l'hanno sempre contraddistinta, mentre il grande fa finta di nulla e continua a giocare ad una delle diavolerie che gli piacciono tanto...magari la psp...che alza un occhio, un ciglio, e con un solo sguardo sa lanciare tutto un discorso pieno di contenuti.

non vedo l'ora di abbracciarli, stritolarli, farli ciondolare tenendoli per un piede, cappottarli sul letto mandando tutto per aria, e rotolandomi con loro come un cinghiale.

poi certo, ci sarà anche lei.

lei, che...

arrivo al piano, mi oriento per capire dove sia la camera, tendo un orecchio, magari li posso sentire. sono dei piccoli guerrieri rumorosi, dovrei sentirli...

invece sento il cell...

guardo il display nuovo nuovo...è mio cugino...

"cuggì...sei arrivato?" lui vive qui a budapest "tua moglie mi ha detto che eravate qui..."

"si, sono appena arrivato in albergo..." penso a lui, si veste in modo orrendo. è mezzo italiano e mezzo ungherese, compra tutto in Italia, e parla italiano perfettamente, ma si veste comunque come uno zingaro...e io glielo dico...e lui ne va fiero...avrà addosso una di quelle camice con colori improbabili e da mafioso...

"devi venire, domani sera...facciamo un party. Eva ha preparato una festa da paura..." e ora mi viene in mente pure Eva, bella anzi, qualche anno fa era parecchio bella ma si concia da perfetta moglie di mafioso, a farla breve sembra una battona di lusso, in più non perde occasione per farmi vedere tette, culo...e tutto il resto..."o meglio, se vuoi venire stasera, vieni! dico a Rudolph di preparare qualcosa per i bambini, hamburger e patate fritte...non sono allergici vero??"

sorrido. la competenza di mio cugino sui bambini è pari a zero "no, no. sono dei cannibali. potresti accoppare qualcuno e farlo allo spiedo per loro..." faccio sempre battute da gangster. so che mio cugino è un delinquente anche se non mi parla mai dei suoi affari, ora sta facendo soldi a palate.

"ci penso su, non so se trovo qualcuno in tempo da fare secco...ah ah ah..." è sempre allegro, questo glielo concedo...
"ti faccio sapere, ma stasera non penso...credo che ceneremo da soli, sul danubio..."
"Beh. possiamo andare al castello a Szentendrei-sziget...l'ho ristrutturato quest'inverno, e non l'avete ancora visto..."
"ti chiamo...cuggì...ti chiamo più tardi..."

sto guardando fuori dalla finestra, il sole ammanta di giallo mattone i palazzi, molti dicono che Praga sia più fascinosa di Budapest, più magica, invece a me sembra il contrario. sarà per tutte le scorribande che ho fatto da queste parti quando ero ragazzo, con quel pazzo di mio cugino...

sento un rumore, mi volto e vedo passare un giovane con una valigia.

riprendo a galoppare verso la porta della mia camera, con la tessera magnetica alta a guisa di lancia, individuo la porta, passo la tesserina, si accende il led verde, l'ingranaggio meccanico sferraglia e sblocca la porta.

HO PRONTE ALTRE POESIE, sopraffine e ispirate, colte e raffinate, non grevi cacate!

 
 
 

Poesia di prima vera ...

Post n°169 pubblicato il 16 Aprile 2010 da KA_again_PUT

La primavera bussa alle porte 
entra dalle finestre 
s'infila sotto le gonne 
delle donne 
La primavera mette scompiglio 

beh...basta copiare il vasco dei bei tempi...

et voilà, per chi pensava/sperava/credeva/presupponeva io fossi morto per eccesso di viagra...come preparatorio della bella stagione
tiè! sono vivo e vegeto... 

 

fiori sboccian aleggiando profumi dimentichi,
tepori emanando frantumi di ricordi antichi,

grumi di giallo frumento si apprestano a far fiammeggiar il tramonto,
lavoro e sentimento degenerando al primeggiare dell'amaranto 

arriva con l'occhieggiar la prima vera occasione,
a primavera anelar una fascinosa donna con dedizione,

scopro il fascino, lei si veste in modo ingordo,
compro dal destino, testè lo sguardo,

verde che sboccia in modo carino, in perfetto accordo il suono del clarino,
perde la goccia di rugiada il fiore in declino, l'effetto beffardo del tuono taurino 

dei prelati non ascolto il coro,
viziosi incoerenti e senza decoro,

la donna mutanda io adoro,
opportuno cambiarla anche se è d'oro,

baciarle le madreperle, tirando fuori il babbuino,
strapparle baci, dilaniando il succinto vestitino 

trombarla al caldo dell'estate,
come un sudicio primate

ammirare le tette al baluginar della luna,
infilar dove si mette godendone più d'una, 

giochiamo! la moto inforco, ti tolgo il manto
tu adulta! ti scuoto da porco, e me ne vanto
esulta! la realtà non distorco, e questo canto! 

se vuoi approfittar dei miei servigi,
non c'è meglio di primavera per assaporar i miei prodigi 

---    ---   ---   ---

non vi preoccupate presto arriveranno altre puntate...del mio ro-long-manzo...

 
 
 

CAP 15 - Budapest

Post n°168 pubblicato il 28 Marzo 2010 da KA_again_PUT

Uscito all'aria aperta e lasciatomi alle spalle l'aereoporto Ferihegy senza lezzi e lazzi, nella sua semplicità di vetro e acciaio (ma dovrebbero cambiargli il nome in qualcosa di più semplice) mi dirigo sparato sotto le pensiline trasparenti a piccole onde in direzione taxi. Salgo al volo sul primo libero, una mercedes. La casa automobilistica tedesca si deve essere messa d'accordo con lo sceneggiatore della mia vita recente, visto che sono salito su più mercedes in questa settimana che in tutta la mia vita.

Comunico l'indirizzo al tassista, e lo faccio usando le frasi di circostanza in ungherese che conosco. Quello grassoccio si ravviva e sganascia la mandibola apprezzando il mio accento e così inizia a sorridermi e comincia a chiacchierare...io mi difendo bene rispondendo brevemente, ma lo seguo a fatica...poi riceve una telefonata e posso abbandonarmi ai miei pensieri...la vita certe volte cambia e sovente lo fa in modo repentino, si impenna come un cavallo imbizzarrito o si inabissa improvvisamente nelle blu profondità marine come un argenteo delfino che va a caccia dell'ignoto

è un pò che non tornavo in questa capitale, sono passati i tempi in cui viaggiavamo spensierati scegliendo solo alberghi cinque stelle diamante, tempi in cui potevamo spendere senza freni, io dirigente da quasi diecimila euro mese...ma la vita cambia...ho scelto di scrivere, e ora sono senza soldi. non trovo un editore onesto, che mi pubblichi senza scendere a compromessi, ho mandato i miei libri a 46 editori. Possibile che non si trovi uno che faccia l'editore per lavoro e non il barra scrittore, barra pubblicista, barra giornalista...ho già scritto due libri, eppure sto qui...campo con i denari accumulati precedentemente, ma le mie risorse bancarie si stanno deperendo e mia moglie anche se mi ha appoggiato fin dall'inizio con tutte le sue forze mi ha dato un tempo. le donne sono fantastiche in questo, hanno una capacità analitica cinica e sconosciuta agli uomini...ad occhio e croce penso che mi abbia dato fino a fine anno, anche se non avendomi comunicato una data la scadenza potrebbe benissimo essere questo mese.

e comunque...a memoria credo che non ce ne sia neanche uno di quei cinque stelle lusso in questa nazione...

L'autista volta e mi ferma in pieno centro, già intravedo la M rossa del mio hotel, e l'ingresso sontuoso con la tettoia a ferro e vetro che fa da ponte tra i mattoni. Pago e il tassista mi appunta su un foglietto il nome di due night dove andare a nome suo, e un numero di cellulare di una battona da rimanerci di sasso, capisco che ha le tette grosse...e che vuole cento euro per tre ore, niente altro...ma da come ridacchia, la tipa deve essere una vera bomba...

Parto con la sacca in spalla, mi guardo attorno c'è sole giallo in cielo azzurro a specchio, questa via centrale pedonale è una meraviglia, gente a passeggio, negozi, il Danubio che fu blu si intravede in fondo che scorre nella sua maestosità a pochi passi. Si frappone tra noi e l'altra sponda ove acquattato si allarga il parlamento, parecchio strano come costruzione sfiora i cento metri di altezza, in stile neogotico, con questa cupola da edificio ecclesiastico e un'estensione che tenta di fare il paio con westiminister...

ho la testa libera, anche se dovrei ripensare ad un pò di cose. mentre cammino spensierato e distratto, mi si avvicinano due ragazzine bionde. una delle due mi prende per mano, e mi sorride. lo fanno sempre, e non è la prima volta, eppure mi fa effetto. con la faccia seria in ungherese le dico no, grazie...che non è il caso. quella che mi ha dato la mano, la lascia e l'altra mi strizza l'occhio. girano sulle loro chiappe adolescenti e se ne vanno al contrario e riprende la loro caccia.

visti i recenti avvenimenti,forse sarebbe il caso se mi comportassi in modo più cauto, più attento, eppure mi manca la concentrazione. non ce la faccio, e continuo a ciondolare, potenzialmente rappresento l'ottima preda per il borseggiatore, io che non sono stato rapinato in nessun posto al mondo, che ho girato per le favelas, nelle baraccapoli in india, nelle banlieu a parigi...

entro, alla porta un inserviente in uniforme sorridente, mi fa strada. subito arriva un altro inserviente mentre il fresco dell'aria condizionata mi punge il peli delle braccia, quello vorrebbe prendermi la sacca in una scena un pò ridicola, tra me e lui...filo dritto al banco, e il concierge mi accoglie con un benvenuto in italiano. ho sempre ammirato la loro capacità camaleontica di apprendere e scandagliare e rifletto sulla mia riconoscibilità. forse l'abbronzatura da pescatore del mediterraneo, unito alla elevata statura, le scarpe italiane e gli occhi verdi?

comunque devo stare più attento. con il plico in mano, ho passato qualche minuto con la penna a mezz'aria, ma ora la decisione è presa, mentre comunico i miei estremi al concierge, mi appaiono come estemporanei flash tutti gli ultimi avvenimenti, donne nude, tramonti, l'uomo nero di elena...

riprendo la concentrazione e sorrido, mentre prendo la scheda magnetica della camera....

 


 
 
 

occasioni...

Post n°167 pubblicato il 21 Marzo 2010 da KA_again_PUT

ieri notte mi chiedevo...da quant'è che non scrivo sul blog??
dal dieci!
le mie adorate amiche blogger avranno pensato che mi sono impelagato in chissà quale altra storia sordida di sesso, no droga e molto rock'n'roll...o no??

ovviamente nella mia testa sono maturati almeno altri sei/otto capitoli...solo che ora preferisco scrivere a voi, e di me...che raccontare...più tardi se ho tempo...un capitoluccio lo sparo.

allora...dicevamo...

occasioni...me ne sono capitate diverse, allettanti, interessanti, situazioni di estrema convergenza sensoriale...alcune della probabilità di una vincita al supernealotto... eppure...

vado con la prima di occasione:

1) io ho sempre parlato con un uomo, questo mi diceva che la moglie aveva dei chiarimenti da chiedermi, e io ho sempre comunicato con lei per interposta persona, finchè un giorno la incontro per caso. è bella ed affascinante, e non so per quale strano motivo non mi staccava gli occhi di dosso...due occhi aguzzi per altro...la devo incontrare di nuovo...settimana prossima...
ma questa vicenda non direi di includerla nelle occasioni...e allora vado con la prima, vi ricordate che ho intrapreso un lavoretto stupido che mi porta nelle case delle persone? ecco quello che può accadere (ps...non mi presento come l'idraulico con la tuta blu, e i tubi e nemmeno come il muratore, con secchi e martelli....piuttosto sono vestito come un impiegato, e faccio il mio lavoro con il PC, nonchè mentre lo faccio chiacchiero e do consulenze gratuite a destra e manca...):

1b) buongiorno, mi apre una moretta...caruccia, ma non mi prendete per cinico sulle impressioni che registro sulle donne...eh! mi serve per darvi un'idea...comunque lei non è niente di che...poi appare un'altra. buongiorno! mi si allarga il sorriso, questa è carina!!! poi una terza...buongiorno!! questa come metro di bellezza è tra le prime due...poi mentre sono voltato...sento BUOGIORNO... mi giro....ribuongiorno! pensando che fosse una delle tre che faceva la spiritosa e invece eccoti la quarta, architettona di un metro e ottanta, bionda...non bellissima...ma molto piacevole...chiacchiero, chiacchiero con lei...e BASTA. eppure lei si è buttata molto in avanti...pure troppo che aveva una tshirt enorme e mi ha fatto vedere le tette...e non mi dite che le donne non sanno cosa si vede e cosa no dall'esterno...forse il fatto di avere tre galline per palco...non mi ha certo favorito...comunqe...nisba!

la biondona alta assomigliava molto ad elisa la cantante. ora...è noto che elisa la cantante non sia famosa per la gran bellezza...eppure...a me piace...mi affascina! occasione n°1b persa... 

ci aggiungiamo la studentessa universitaria che ho dovuto richiamare, alla quale ho offerto scherzando una cena??? ok...2 perse...

2 anzi 3) vado a casa di uno, lo chiamo per confermare l'appuntamento e questo mi dice che non ce la fa ma che c'è la sua ragazza in casa...
ebbene...bravo! me la servi su un piatto d'argento? ...sti uomini d'oggi...la ragazza c'è, eccome...bionda. carina! bona! e ce n'è un'altra...bionda pure...sembrano tipo cugine...dopo le prime parole sento che sono nordiche e chiedo loro da dove provengono. la ragazza del furbone è olandese, 24 anni, bionda capelli a caschetto, lineamenti delicati, sorriso fisso, alta un metro e settantacinque, con una bella figura e personalità, ha una gonna al ginocchio e un maglioncino nero...parlando del più e del meno ci chiacchiero parecchio...è disponibile...e mi dice una cosa alla quale poi ripenserò...tanto...mi dice...ah! oggi sono libera, non ho niente da fare...l'amica è svedese, forse più alta e un pò più magra con i lineamenti più marcati, gonna nera e un bellissimo calzino rosso al ginocchio...carinissima, anche se timida...o forse timida per via del fatto che non conosceva bene l'italiano...e io non ho avuto tempo per cominciare una conversazione in inglese...

persa! persa doppia...perchè sebbene sapessi che una era fidanzata...l'altra magari no. anche se poi...le nordiche maturano un attaccamento al partner un pò diverso dalle donne nostrane...

e aggiungo l'ultima...così finalmente capirete...che nonostante la nomea di cinico bastardo, poi alla fine sono un brav'uomo...

4) vado allo studio di un mio amico...quello che ha tutte fighe...ve lo ricordate? e mi dice che c'è anna. anna è la moglie...quindi, non mi metto in tiro, e non salgo su armato delle mie peggiori intenzioni per cominciare la mattina con un salto felino al collo fresco di una donna all'inizio della giornata...
e mi apre effettivamente anna...ma non è la moglie del mio amico, bensì la ragazza nuova! mamma santa, un altro pò svengo. un viso bellissimo, un culo da paura (aveva una tuta...tutta bella tirata su) e un pò perchè lei è l'ultima arrivata, un pò perchè evidentemente quando c'è il proprietario...magari è in imbarazzo...non mi ci avevo mai parlato, mi rispondeva il minimo indispensabile. invece abbiamo chiacchierato a lungo, tanto che io dovevo controllare una cosa da 5 minuti, e invece ci sono stato quasi un'ora...con due ingegneri che mi stavano aspettando da un'altra parte...e infatti le ho detto...chiacchiera...chiacchiera...mi stai facendo fare tardi...

occasione persa pure questa??? ni. non ci avrei provato, e non l'ho fatto...ma la ragazza non rientra proprio nel mio target...ha tutta una serie di difetti:
a) mi conosce
b) è single
c) è single...e pure da poco... 
d) cerca un fidanzato serio, per una storia seria

ah quasi dimenticavo...la cosa più importante...vi ricordate che vi ho raccontato di avere avuto una storia con una collega di lavoro, che lei ha lasciato il suo fidanzato storico per me, e che io invece poi mi sono sposato??? e lei non ha gradito. e che poi ho provato a recuperare l'amicizia visto che prima che diventassimo troppo intimi avevamo un rapporto magnifico, ma poi lei mi è sfuggita trasferendosi in olanda. l'ho persa di vista, ma poi successivamente ho recuperato la sua email, le ho scritto tentando di instaurare un sano rapporto di amicizia ma che lei ha evidentemente subito la mia presenza mal volentieri per qualche email in cui sembrava veramente che potessimo tornare amici, ma poi mi ha "accannato" duramente pensando che io ci stessi provando? e badate bene, che ho studiato parola per parola per non avvicinami neanche lontanamente ad essere equivocato, visto che non era mia intenzione nè altro scopo quello di riaverla come amica. beh...fra poco è il suo compleanno. 

all'olandesina le ho detto che ho girato in lungo e in largo la sua nazione, e che ho un'amica che vive...là...e lei mi fa...si trova bene?? vedi il tempo...beh...non è granchè....e io le ho risposto...veramente si è sposata, sarà il marito che la farà star bene...quando uno sta bene, il posto non ha più importanza...e l'olandesina ha tenuto a precisare che beh...si...ma qui sarebbero stati meglio che avevano anche il sole...

amica...posso definirla secondo voi ancora un'amica? non risponde alle mie email... 

per il compleanno le scrivo. mi manca...ma mi rendo conto che quando la situazione si ingarbuglia con i sentimenti si innesca un processo a catena che stravolge le intenzioni...

se io le dico che mi manca...ed è vero che mi manca...lei capisce...che la rivoglio, e mi manda a cagare!
se le scrivo che mi manca, ma non in quel senso lì...ed è verissimo...lei capisce...che la rivoglio, e che sto facendo pure il viscido e mi manda a cagare!!! se le dico che mi manca, che non la rivoglio, che la voglio solo come amica che è passato del tempo, siamo cresciuti....succede come l'ultima email che le ho spedito. lei capisce o intuisce che forse è vero, ma siccome tra di noi...il punto forte era l'amicizia...potrebbe pure pensare, e se ridivento amica con questo stronzo, e poi va di nuovo tutto a rotoli e finiamo avvinghiati?? e mi ha mandato a cagare...


consigli???


soluzioni???

 
 
 

CAP14 - inaspettatamente una novità

Post n°166 pubblicato il 10 Marzo 2010 da KA_again_PUT

PERDONATE il ritardo. ma sono vivo, e non è poco!
vi penso...e non è poco...
quello che invece è veramente poco...è il tempo...
spero vi piaccia la mia nuova puntata!! 


Precedenti puntate on line, chi volesse ho tutto riassunto in un DOC.

Puntata n°1  - http://blog.libero.it/kaagainput/8159880.html
Puntata n°2  - http://blog.libero.it/kaagainput/8169681.html
Puntata n°3  - http://blog.libero.it/kaagainput/8199140.html
Puntata n°4  - 
http://blog.libero.it/kaagainput/8241491.html
Puntata n°5  - 
http://blog.libero.it/kaagainput/8259872.html 
puntata n°6  - http://blog.libero.it/kaagainput/8271715.html
Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html
Puntata n°8  - http://blog.libero.it/kaagainput/8312896.html 
Puntata n°9  - http://blog.libero.it/kaagainput/8361422.html 
Puntata n°10 -http://blog.libero.it/kaagainput/8373609.html
Puntata n°11http://blog.libero.it/kaagainput/8401964.html 
Puntata n°12   http://blog.libero.it/kaagainput/8447043.html
Puntata n°13 - http://blog.libero.it/kaagainput/8487131.html 

 

CAPITOLO 14 - inaspettatamente una novità

Le hostess si affaccendano transumando passeggeri da prua a poppa, incalzando bagagli nei cassettoni, come al solito c’è chi si è tirato a bordo una cassapanca, ma loro sorridono a gente odiosa ed antipatica. Le osservo, con le loro divise perfettine ma un po’ stantie, non condivido questo abbigliamento stile anni cinquanta, con gonna al ginocchio, camicetta e scarpetta col tacco. Una delle hostess ha un bel paio di gambe, ancheggia elegantemente e sinuosamente nel corridoio.
Prendo posizione tentando di adagiare il mio corpo nelle angustie del loculo dove mi sono ritrovato. Incastro e affosso le mie chiappe bene sotto lo schienale così da liberare due centimetri di fronte alle ginocchia, stendo la spina dorsale, e incasso i gomiti nelle mie costole per non strabordare nei sedili a fianco. Ovviamente mi guardo bene dal toccare lo charmante britannico alla mia destra, e se proprio devo mi poggio a Veronica. Ha le braccia scoperte e ci tocchiamo. Lei si gira, mi sorride “vuoi che alziamo sto coso in mezzo, mi sembri incastrato in una scatola del tonno!” sorride, in modo schietto, le ridono le labbra, le guanciotte rotonde le addolciscono i tratti da buttafuori di borgata, e gli occhi le diventano dolci. Ha il viso un po’ lungo, ma rimane comunque una bella ragazza, con meno trucco, sarebbe deliziosa. Beh, forse anche con meno tatuaggi. le rispondo
“no grazie, anzi se vuoi ti faccio un po’ di spazio così ti puoi allargare…” sorrido e ammicco con gli occhi. Veronica esplode in una risata acuta e squillante in modo invadente e imbarazzante. Qualcuno si gira scocciato, e ci fissa con aria di rimprovero. Suona due volte il dong, le hostess si dispongono in assetto di partenza. Mentre il comandante con accento romanaccio parla e in modo sbrigativo spiega l’ovvio, le hostess con delle finte cinture, e finti salvagenti ripetono per l’ennesima volta lo show della spiegazione delle utili avvertenze per la sicurezza. Lei non segue e non si cura degli sguardi acidi che le rivolgono, e riprende a parlare a voce alta
“ho fatto già due provini per il grande fratello, sai…” e io penso, ecco un’altra illusa irretita dai metodi mafiosi della televisione, in compenso non ha paura di volare e anche questo mi piace molto in lei e prosegue “faccio la cubista, la ragazza immagine qua e là…qualche sfilata, ma il mio sogno è sfondare in televisione” ah certo…penso ancora, così poi ti sposi un calciatore e nasceranno tanti bambini ricchi di denaro e votati alla grettezza del logato e showbiz. Ma forse sono troppo cattivo bisogna sempre regalare una speranza di miglioramento a tutti. Ha entrambe le braccia tatuate, è vestita in modo abbastanza volgare, e con scarso gusto, ma per lo meno il suo abbigliamento è perfettamente in sintonia con il resto, la sua figura è molto armonica ha un bel fisico e un abbigliamento sexy che fa il paio con il suo invadente modo di porsi. E’ l’antitesi dello charme, dell’eleganza, dell’elevatezza di spirito eppure non mi risulta antipatica…anzi…mi attrae, mi interessa, anche se sono perfettamente conscio che in altre circostanze la troverei fastidiosa e noiosa.

E continua a parlare con indomita esuberanza…ha una lingua affilata, e il vocabolario non è male…”sai che ho anche vissuto all’estero? Angola!”

“Angola?” le chiedo io stupito, adoro quando mi stupiscono… e lei subito riprende “eh si. Ma non ho voglia di parlarne, è stato un brutto periodo…” ah! “ rispondo e poi subito penso che alla fine tutti hanno un cuore tenero…e poi lei sta per riprendere a parlare, e io penso che non potrò dormire e stavolta mi afferra un braccio. L’aereo è fermo. I motori a piena potenza invadono con il loro frastuono la fusoliera. Lei sorridendo mi stringe il polso, e affonda le unghie nella mia pelle, mi procura un piacevole dolore proprio mentre il comandante molla i freni, l’aereo parte a razzo schiacciandoci nei sedili, e traballando prende velocità. Veronica guarda fuori dall’oblò, continua a sorridere e saltellare, e mentre è girata mette in mostra un collo lungo dalla linea di incredibile eleganza che si va a schiantare sul tatuaggio della spalla. Come le sarà venuto in mente di conciarsi entrambe le braccia in quel modo…l’aereo si è ormai staccato da terra, ed è finito quel senso di vuoto, che prende al basso ventre con solletichii ripetuti. Ora viaggia liscio. Veronica molla la presa, imbroncia le labbra per i graffi rossi che mi ha lasciato, e riprende a parlare in modo concitato, un misto di energico, frizzante, ed elettrizzato
“sai, mi piace sia quando accellera. Sembra di stare su una di quelle moto che corrono tanto, tutte colorate…ma anche quando stacca. Vrooooommmm” a voce alta, e apre le braccia sgasando con i pugni…quelli della fila a fianco scuotono la testa. Cominciano ad andarmi un po’ sulle palle, ma me ne frego.

Dong dong, altra campana e si spegne la infame luce che ci tiene imprigionati alla cintura. L’uomo elegante alla mia destra, chiede permesso con gesti misurati si alza e con eleganza si avvia verso la toilette. Veronica si guarda intorno con aria furtiva, e nota che siamo rimasti soli. Mi prende per un braccio, mi tira verso di lei con energia e mi si avvicina con la sua bella bocca ad un orecchio
“non lo dovrei dire a nessuno, ma te hai una faccia…sicura…” alzo gli occhi al cielo. Una faccia sicura? Io? Quasi avevo sperato che mi mordesse un orecchio o magari baciasse il collo, e tutto sommato la sua bocca è a tiro quasi, quasi…ma rimango in sospeso in attesa delle sue mosse e ci guardiamo negli pupille, mentre lei mi fissa con la trasparenza dei suoi occhioni cristallini riprende…
”a qualcuno lo devo dire…se  no scoppio!” sussurra pianissimo “ieri ho firmato!!” pausa. Si guarda intorno, come se stessimo soli in mezzo al deserto aggiunge pianissimo “Gieffe 10!” al che penso a Gianfranco Ferrè…moda…sfilate. Ad occhio e croce Veronica è alta circa un metro e settantacinque, ma a parte i tatuaggi per cui non potrebbe sfilare se non in qualche caso sporadico ed eccezionale…è pure troppo bassa!
Lei vedendo la mia faccia perplessa mi sgrulla, insistendo
“ capisci? la endemol!…a Milano sto andando a parlare con gli autori…” ora ricollego tutto ed effettivamente rimango a bocca aperta…la fisso come se fosse una marziana…e d’impulso, la bacio sulla guancia e le stringo un braccio. Mentre mi accosto lei presa da un eccesso di entusiasmo sposta la bocca, e ci urtiamo con le labbra. Stavolta scoppiamo tutti e due a ridere…e l’intero aereo con il suo noioso rombo sparisce intorno a noi

Riprende a chiacchierare, dice che vuole vincere, che comunque ha progetti per il futuro, che le hanno fatto firmare contratti su contratti, mi piace sentirla parlare, mi piace osservarla, finchè non si addormenta sulla mia spalla. Abbiamo conquistato rapidamente una confidenza eccezionale, eppure non mi sento di allungare una mano, forse va bene così. Lei che mi sta appiccicata e io che non mi addormento per coccolarla, e che non ci provo.

Il britannico si volta, e in modo atono mi dice
“Se la molli un attimo, devo dirti una cosa importante”
Io lo guardo stupito, mentre tira fuori un fascicolo e lo posa sul suo tavolinetto. Si guarda intorno mentre con calma allinea le cartelline e con un sorrisetto compiaciuto e un tono basso mi dice
“ma quanti nodi fa…bazooka?” scuote la testa e io mi sento pungolato ad un rene, ma non mi infiammo anzi provo a rimanere di marmo…apre la cartellina bianca con la stella incastonata nell'ingranaggio, ornata da due ramoscelli di ulivo, e la scritta su nastro della repvbblica italiana e il mio occhio si sofferma sul vezzo della v. All’interno ci sono diversi documenti con il logo dell’AISI, uno scudetto con un castello chiaro nella parte superiore, e una parte scura in basso con un sole in mezzo. Mi sembra una roba massonica, il tizio misterioso senza soffermarsi su alcun foglio in particolare si rivolge a me e prosegue: 
“le proponiamo un impiego in questa dipartimento…” e con il dito, indica il logo dell’AISI. Faccio fatica a capire che roba sia, mentre lui si aggiusta la cravatta e riprende “viste le sue qualità, il suo curriculum, il servizio reso in leva, e cosa fondamentale la sua conoscenza di persone che ci …mmmh…interessano…” fa una pausa, un gesto vago e misurato con la mano, stavolta in tono quasi confidenziale “hai tempo fino a fine volo, se ti interessa leggi e firma dove c’è da firmare.” mi osserva per un attimo, la mia immobilità deve averlo lasciato un pò perplesso sul da farsi
"ti dimostro che è tutto vero" si scosta la giacca, e mi mostra la fondina con la pistola e il tesserino con lo stesso logo che mi comincia ad essere familiare con la sua foto, un numero identificativo, ma niente nome e cognome.
Poi si rimette a guardare davanti come cinque minuti fa, con uno sguardo vago e assente

Mi metto a scartabellare i documenti, abbastanza impressionato dal fatto che sia potuto salire a bordo armato.

 
 
 

LUGLIO la tredicesima ora - puntata 13

Post n°165 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da KA_again_PUT

non esco molto, ma quando esco tiro tardi! serata prospera direi, con quello che ho visto sentito stasera potrei scrivere dieci puntate!
puntate precedenti:

Puntata n°1  - http://blog.libero.it/kaagainput/8159880.html
Puntata n°2  - http://blog.libero.it/kaagainput/8169681.html
Puntata n°3  - http://blog.libero.it/kaagainput/8199140.html
Puntata n°4  - http://blog.libero.it/kaagainput/8241491.html
Puntata n°5  - http://blog.libero.it/kaagainput/8259872.html 
puntata n°6  - http://blog.libero.it/kaagainput/8271715.html
Puntata n°7  - http://blog.libero.it/kaagainput/8281034.html
Puntata n°8  - http://blog.libero.it/kaagainput/8312896.html 
Puntata n°9  - http://blog.libero.it/kaagainput/8361422.html 
Puntata n°10 - http://blog.libero.it/kaagainput/8373609.html
Puntata n°11 - http://blog.libero.it/kaagainput/8401964.html 
Puntata n°12 - http://blog.libero.it/kaagainput/8447043.html

Ormai siamo a Fiumicino, rallento i motori borbottano impazienti. nessuno ci ha fermato fino a questo momento. Entriamo a fiumara grande, praticamente nel Tevere, e mentre saltiamo sulla piccola onda alla foce, Anna mi guarda e fa "effetto barra" e come se niente fosse si aggiusta il vestito.

non ci sono motovedette in giro, passiamo sotto la capitaneria di porto e non noto movimenti sospetti, risalgo  passiamo sotto il ponte carrabile, ai nostri lati scorrono due strade di vita varia, è buffo navigare in mezzo al traffico cittadino. proseguo in direzione del TiberNautica il cantiere di ormeggio di proprietà di un arabo, che si chiama mohammed. penso che quasi tutti gli rabi si chiamano mohammed! Il cantiere ha una piccola darsena, alta recinzione e telecamere sul perimetro. Alla radio li avverto del nostro arrivo, "Ahmed, arriva bazooka, vado dritto allo scivolo" Ahmed è egiziano, dicono sia nato con il timone in mano, dalla darsena prontamente risponde "Ok bazooka, vi aspettiamo". Lo scivolo non è il posto d'attracco normale, ma ho visto ormeggiare là quando qualcuno era nei guai, spero che abbiano capito. L'uomo pelato, esce dalla cabina, ha un aspetto orrendo. credo sia stato male tutto il viaggio, ha un colorito spaventoso. con gli occhi spenti ci dice "siamo arrivati?" io faccio un gesto vago con la mano "dobbiamo attraccare in cantiere. il cantiere è distante dalla città...vuole un passaggio?" a lui si animano un pò gli occhi sbiechi, e riscende di corsa in cabina. Anna mi guarda con fare interrogativo "ma sei sicuro? quel tipo non mi convince..." io la guardo "ma a te...non hanno mai mentito?" lei si sente un pò piccata "IO, sono quella che mente. sempre...tieni. questo è il mio biglietto da visita, so che non ti rivedrò mai più..." mi posa una mano sulla spalla, fa gli occhi da gatta triste "comunque se passi in zona...ti offro...vabbeh. hai capito, vienimi a trovare..." io la guardo e molte seriamente le rispondo "non si può mai dire...non è certo detto..." poi arriviamo in cantiere, è un bel cantiere moderno con un capannone dal tetto blu, la scritta del logo campeggia su tutta la facciata.c'è una sbarra all'imbocco, mentre quella si apre vado giù a prendere la mia sacca e quella di Anna. do motore e entrando mi accorgo che ci sono delle persone vicino alla mia auto. non mi volto, non guardo. Vado ad avvicinarmi nei pressi dello scivolo, Ahmed è pronto sul molo. come sempre pantaloncini blu e maglia rossa. Il poliziotto sale in coperta. "aspetti!" gli dico. "non attracchiamo qui, siamo distanti dal parcheggio, ci vorranno almeno cinque minuti ancora" quello si precipita nuovamente giù, ormai è evidente che comunica con la radio VHF. solo che io prendo per mano Anna, le sacche e con un balzo salto sul molo. Ahmed con uno slancio altrettando agile salta sul ponte, si mette subito al timone e manda indietro la barca, azionando con maestria manette e timone. il trambusto fa uscire nuovamente il poliziotto che ci guarda attonito dalla barca. noi facciamo due passi, e c'è lì l'auto NCC che ci sta aspettando. come al solito una mercedes. é un vecchio autista al volante, Nico. lavora sempre per noi, prudente e tranquillo di solito, ora affonda il piede sul pedale del gas senza fare domande e l'automatico cambia le marce rapidamente e in silenzio. Nico prende il vialetto con sicurezza e abbastanza velocemente, mentre il cancello elettrico si apre c'è agitazione nei pressi della mia auto, e il capannello di persone salta su una punto e sgasano con il motore sgommando, però tra noi e loro si mette Mohammed con il carrello elevatore. nel frattempo Ahmed finge di non riuscire ad ingranare la marcia della barca che rimane a ciondolare in mezzo alla darsena. subito dopo siamo fuori dal cantiere, aria condizionata e musica soffusa la mercedes vola via come un uccello liberato dalla gabbia. appena superiamo il cantiere Tiber-Magnus del cugino di mohammed, da là esce un autogru a retromarcia. un bestione enorme, che si ferma sbarrando completamente la strada con diverse tonnellate di impenetrabile ferro. Nico guarda lo specchietto e ci fa "tutto bene il viaggio?"

i miei pensieri volano in tutte le direzioni, sto scappando ma non so da chi, e soprattutto non so perchè.

voglio solo mettere il mio culo su quell'aereo. punto. però sono anche consapevole che non si scappa dalla polizia così facilmente, io ho avuto forse fortuna. ma ora mi aspetta un aereo, sanno benissimo come e dove prendermi. forse.
Anna, è assorta nei suoi pensieri...scrive velocemente sui blackbarry. ne ha due...e li scambia, ridacchia quando guarda uno, è corrucciata quando guarda l'altro.

Nico ci ferma al vialone delle partenze, è l'ingresso giusto per anna, questo è sicuro. scendiamo dalla mercedes, Anna si avvicina. mi da un bacio sulle labbra. un bacio piccolo. veloce. semplice, e mentre si volta e se ne va mi dice solo "addio!". 

penso che sia un'uscita di scena u pò tragica, mi arriva un messaggio sul cellulare  leggo il display mentre cammino, un brutto vizio rischio sempre di inciampare "sei in apt, tutto ok il volo?" mia moglie...poi alzo gli occhi e vedo due militari dell'antiterrorismo. mi fissano, penso mi stiano scrutando come si fissa uno che ha la coscienza sporca. quasi quasi mi costituisco ma quelli passano oltre. rifletto sulla situazione mi sa che se salgo sull'aereo mi beccano sicuro, quasi quasi, vado ad affittare un auto, e vado con quella a budapest. ho guidato tante volte per chilometraggi più grandi. è un'idea. poi però tra la stanchezza del viaggio, l'ansia del pedinamento decido di andare in bocca alla sorte, presentandomi direttamente al gate, e se ci troverò gli uomini in divisa amen. compro una elegantissima sacca di burberry, ci getto dentro i miei vestiti sotto gli occhi schifati del commesso gay, e mi affretto seguendo le indicazioni dei monitor che danno il mio aereo atterrato e imbarco imminente.

l'aereo è in orario, le hostess chiamano l'uscita, si fa una certa coda. io non mi accalco mai nella fila all'apertura del gate, e guardo divertito quelli che hanno l'ansia della partenza e fanno a pugni per salire, trascinandosi enormi valigioni fuori misura. mi guardo intorno, immaginandomi che prima o poi arrivi la polizia aereoportuale a chiedermi i documenti, o qualcosa di simile

un uomo distino di fronte a me, guarda la fila e mi fa "non siamo mica in free seating...inutile sbraitare per salire subito no?" e riprende a leggere il sole 24 ore. a me sembra un tantinello frocio, con quel suo vestito inglese, la cravatta stiratissima, le church ai piedi e l'affettazione totale nella scelta di colori e abbinamenti.

quando rimangono due, tre persone mi alzo, a anche il british man fa altrettanto, così ci avviciniamo alla hostess che getta un occhio distratto al documento, ci prende il talloncino della carta d'imbarco. percorro il finger. vedrai che fermano l'aereo in partenza e mi toccherà scendere in mezzo agli sguardi inquisitori dei passeggeri. salito sull'aereo, passo il portellone stando attento a non rompermi la testa. vado dritto alla mia fila. mi accorgo di essere al finestrino, e nella mia fila a tre ci sono una mora tatuata mozzafiato, e proprio il british man. la mora si presenta subito dicendo che si chiama Veronica, e fa 24 anni fra due giorni...l'altro si siede, sorride e non parla.

chiedo a veronica se non preferisce il posto al finestrino, tentando di guadagnare il posto al corridoio, ove trovo u pò di spazio per le gambe. lei saltella contenta per il finestrino, ma alla fine mi ritrovo nel sedile di mezzo....

 

spero vi piaccia. vista l'ora....tarda...meglio di così non ho potuto!

 
 
 

istruzioni! e amleto

Post n°164 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da KA_again_PUT

punto primo...nel pianerottolo dell'ascensore, se la pulsantiera ha un solo bottone, premere lo stesso e attendere PAZIENTEMENTE l'arrivo dell'ascensore.

inutile schiacciare ripetutamente lo stesso bottone

inutile incidere ghirigori con la chiave sulla porta

l'ascensore impiegherà lo stesso preciso tempo.

punto secondo all'apertura delle porte, evitare di gettarsi all'interno prima di far scendere chi vuole scendere (teorema applicabile anche a bus, e metropolitana)

(NON APPLICABILE in ministeri e uffici pubblici, ove tutti fanno...no prima lei, ma prego...ma su...passi, si accomodi...e dopo mezz'ora l'ascensore deve ancora ripartire...)

opzione al punto primo. 
IMPORTANTE nel caso che la pulsantiera avesse due bottoni, uno sopra l'altro con delle simpatiche freccette che puntano verso il cielo, e verso la terra...beh...qui si fa complicata. se dovete scendere, allora dovete premere la freccia in giù. se al contrario voleste salire, lo so che sembrerà alquanto strano...ma dovrete premere il bottone relativo alla freccia che punta in ALTO!
potete anche schiacciare entrambi i bottoni, presi dal panico dell'indecisione. beh. non fatelo. se no siete dei coglioni!

AMLETO... 

come vi ho detto tempo fa, sto facendo una nuova attività che prevede di andare a casa delle persone. pagata poco, ma comunque interessante...si incontrano persone e ti fai due chiacchiere.

ho incontrato una ragazza (definizione di ragazza...molto meno di 40, meno di 30, ma cmq...sopra a 18) carina, gentile, sorridente...
GIURO non ho fatto il piacione, mi sono limitato alla gentilezza dettata dalla professionalità del mio ruolo.
la saluto...sorrisi, e bye bye
a questo punto non avrei più dovuto incontrarla.

ebbene...mi sono segnato la email, e l'ho aggiunta al msn...

ho fatto male???

si è connessa un sacco di volte ma non abbiamo mai chattato...

poi...è capitato (prima volta in 4 mesi..di questo lavoro) che mi hanno girato nuovamente il suo contatto. credete al destino?

"pronto? signorina xxx sono zzz...quello dell'altra volta"
lei...sorrisetto..."eh eh...si mi dica" fare interrogativo, visto che non ci saremmo più dovuti vedere...come dicevo. no?
"si ricorda?" 
"si certo!" 
"quello più alto ..."
"si si...mi ricordo...dica!"
"che fa domani sera?" piccola pausa "...andiamo a cena?"
lei sbotta...divertita..."ah me lo dice proprio così?!" 

ora...secondo voi ho fatto male? studentessa universitaria + vecchio marpione=serata carina. o no?

"eh...lei se la ride...ma non dovrebbe!"
"ah dice che non dovrei...e che rischio??"
"comunque...mi hanno rigirato il suo contratto...e bla bla..."

poi mi doveva dare un numero...e io non potevo scrivere...le ho detto di squillarmi o sms, che l'avrei richiamata...tutto in tono confidenziale...

mi ha chiamato...ma ero in moto

l'ho richiamata..e dopo aver sentito rumore di forchetta e piatto...le ho detto "buon appetito"
lei sempre gioiosa come un raggio di sole"grazie..." e mi ha dato il numero che mi doveva dare

e fine.

oggi potrei sfruttare la scusa del contratto per sentirla ancora...e ribadirle della cena...oppure no. che fare?

mai rimorchiata una cliente... 

 
 
 
 

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