Kremuzio

In effetti non leggo molto i giornali, ma c’era qualcosa nell’aria che mi spingeva ad ascoltare un certo tipo di musica, ultimamente. Sarà una decina di giorni che vado su youtube e mi ascolto i vecchi brani del Banco, il Banco del mutuo Soccorso, altrimenti detto BMS. Per la precisione il suo disco più importante per me, quel Darwin del 1972. E canticchiavo e fischiettavo la “danza dei grandi rettili”. Questa:

Maestoso brano che ascoltavo nel vecchio giradischi mono, una fonovaligia Lesa a valvole. Quanti ricordi… La gita a Milano con mio padre e la scappata alla grande mostra dell’elettronica ed hi-fi, dove capii cosa fosse un vero impianto stereo… Ma già sapevo a memoria tutto l’Lp e solo molto più tardi con i cd capii cosa mi ero perso. Perché il Banco si sente a tratti, in vari momenti storici della vita.

Come nel 76 quando li incontro in manifestazioni all’aperto come il festival a Villa Borghese o a Villa Pamphili, sotto al palco con i compagni, sdraiati sull’erba pisciata dai cani, in attesa degli esami di maturità, a vedere e sentire la stazza e la voce di Francesco di Giacomo, strano personaggio, tondo e barbuto dalla voce a volte stridula a volte possente.

Se n’era accorto anche Fellini quando lo volle per una piccola parte come ragazzo che sghignazza nervosamente in un bordello di lusso nel film “Roma”.

E di tanto in tanto ritorna come colonna Sonora in altri momenti, come quando disegnavo per videogiochi o quando in giornate tristi alla scrivania alla ricerca di un briciolo di forza interiore ascoltavo il “canto nomade per un prigioniero politico”.

Ma la forza poteva anche uscir fuori se ascoltavi “il ragno”

E te ne sei andato via senza far tanto chiasso qualche giorno fa. Ti sei sentito male mentre guidavi, perso il controllo e schiantato addosso ad un’altra macchina, proprio mentre l’aria si stava riscaldando e riportava quel tepore che cantavi:

Puoi riposare adesso, dormire senza curarti degli altri, e ti lasceremo in pace come volevi