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Spielhur_in_dem_GEIST
Post n°332 pubblicato il 18 Febbraio 2021 da Vasilissaskunk
Ein kleiner Mensch stirbt nur zum Schein wollte ganz alleine sein das kleine Herz stand still für Stunden so hat man es für tot befunden es wird verscharrt in nassem Sand mit einer Spieluhr in der Hand ....
Oggi il cielo tende la grigio e la mia intrinseca melanconia, da bisnonna ereditata nel proseguire del suo dna, ,mi avvolge come una coperta calda e colorata ... freme dentro un'astinenza da incanto ...e in un attimo lo sguardo, che pare assente, si cristallizza nella mente in un indelebile ricordo...
Ai tempi non raggiungevo nemmeno i 10 anni, andavamo d'estate ai Lagoni, sulla Collina Pistoiese , un laghetto artificiale ricco di rane e piccoli pescegattini ... adorabili... che stazionavano sulle riva .... Ah quale e meraviglia fu per me osservare la metamorfosi dei girini in tutte le sue fasi ...e contemplare il senso della mutazione .... Ma non è di questo che voglio parlare ...da bimba nata in città quella spelndida natura mi ha sempre affascinata riempendomi il cuore di gioia, andavamo li tutto il giorno e facevamo dei gran bei picnic mentre il babbo pescava ... e noi godevam del fresco del bosco ... ai bimbi era assegnata la missione di recuperar l'acqua alla temuta "Fonte della Vipera" ... un qualcosa per cui c'era molto da stimarsi ... e ricordo che in quel caldo giorno di agosto sul sentiero vidi per la prima volta un grossissimo rospo ... era diverso eccome dalle rane e li per li mi dissero i bimbi locali " un lo tocca' che fa venì le verruhe !" ... quindi proseguimmo in fila indiana fino alla fonte per raccogliere l'acqua fresca .... Sulla via del ritorno cercavo sul sentiero il rospo, per poterlo osservare nuovamente .... Ma niente ...fino a quando proprio li in mezzo al viottolo vidi un serpente gonfio (ecco sino ad allora non avevo nemmeno visto un serpente subito dopo mangiato) con una zampetta fuori dalla bocca ....cominciammo tutti ad urlare furentemente tanto che in un battibaleno i grandi furono li, tutti in cerchio.... E ho quest'immagine del babbo che mollando la canna prese un bastone e cominciò a dar giù al serpente ...i bimbi urlavano e grandi a debita distanza osservavano ...ora io con il senno di poi non saprei per chi dispiacermi, se per il rospo oppure per il serpente ...ma ai tempi forse grazie anche alla catechesi il serpente era il cattivo .. sta di fatto che il babbo gli fece sputare il rospo e poi gli diede il colpo di grazia ... la leggenda narra che fosse una vipera ... ma secondo me era una biscia .... Il rospetto si salvò, scavò una buchetta e vi si infilò impaurito e inconsapevole di aver avuto una gran fortuna, almeno quella volta ... e io passai la giornata ad andarlo a trovare, accovacciandomi sulle ginocchia per sincerarmi che stesse bene....
Ecco oggi è un po' così: mi sento in alternanza fagocitata dal Matrix ... poi giunge un qualcuno o un qualcosa a risvegliarmi/salvarmi e vengo risputata fuori viscida dei succhi gastrici del sistema_CHEtiINCATENA_ per scivolare piccola in una buchetta ... Piccina ... così come a cercare un posto che non si puo' trovare ....
Rammstein - Spieluhr (Official video) - YouTube Un piccolo umano muore solo per finta voleva essere completamente solo il piccolo cuore è rimasto fermo per ore così si è deciso che era morto viene sepolto nella sabbia bagnata con un carillon in mano
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
ULTIMI COMMENTI
CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
il 08/09/2023 alle 01:13
Inviato da: Vasilissaskunk
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