parlodime

Tu dici " meglio a me e non a lui"! giustamente, quando ti capita di avere un figlio. Ma, se posso confessarmi,lo sai che a me, man mano che vado avanti negli anni, quel " meglio a me e non a lui" mi succede se vedo un qualsiasi bambino, anche se non sono,cioè, legato a lui da vincoli di parentela? Mi chiedo il perchè, ma la risposta non tarda ad arrivare, perchè, man mano che passa il tempo, ciò che domina la mente di quasi tutti noi ( eccetto la mafia che scioglie i bambini nell'acido) è l'istinto di protezione che diventa imperioso e potentissimo alla vista di un qualsiasi essere indifeso. Mi succede di meno per le persone anziane, anzi direi rarissime volte, poichè so che loro han già goduto della vita; ma per i bambini mi succede quasi sempre e senza fare distinzioni fra colori della pelle( non ci penso nemmeno). Ecco il parametro del post che mi è sembrato interessantissimo. Il resto, per quanto riguarda l'educazione da impartire, qualsiasi cosa si dica trova ampie e profonde motivazioni in ognuno di noi, per cui sembra inutile esprimersi.A tal proposito ho per amica una dott.ssa primario genetista, con la quale ho avuto ampie e serrate conversazioni sui codici genetici e sugli influssi che l'ambiente può provocare sul bambino. Lei ritiene che il codice genetico la fa da padrone e nella misura del 90 percento. Chiaramente l'educazione conta ma non come ci si aspetterebbe. Cioè un bambino nasce per il 90 percento Eistein e poi sarà l'ambiente ( educazione, genitori, amici, scuola, ambiente naturale, ecc..) a determinarne eventualmente lo sviluppo. Io posso allenarmi al gioco del pallone, tutte le ore in cui si allena Maradona, ma NON SARO'MAI Maradona, perchè il suo codice genetico è diverso dal mio, lui è nato Maradona mentre io no. Perciò il tuo ex-ducere è valido ma in musura assai piccola. Però è da dire che quel 10 percento ha una sua valenza oggettiva altissima e può talvolta risultare fondamentale se non determinante. A volte! consideriamo l'esempio di due grandi letterati: Giacomo Leopardi e Ludovico Antonio Muratori. Il primo nasce in un ambiente coltissimo, educazione raffinata, una grandissima biblioteca a disposizione, genitori perfetti, mezzi di sostentamento assicurati, ecc..e il suo genio con questo micelio ha avuto tutto ciò che serviva a farlo esplodere e per il conte Monaldo la fatica dell'ex-ducere deve essere stata minima. Il secondo era poverissimo, , non aveva nemmeno le scarpe, non gli era permesso, essendo figlio di contadini poverissimi, di frequentare nessuna scuola, non aveva libri, era in compagnia delle galline, ...ma aveva fortissima l'intelligenza e la sua naturale voglia di apprendere; pertanto andava dietro la finestra della scuola per ricchi ( non c'era la scuola per i poveri)e ascoltava le lezioni. Si trovò così a imparare tutto e, scoperto dagli insegnanti, fu indirizzato agli studi severissimi che lo han portato ad essere quella gloria d'Italia quale oggi è. Concluderei quindi che l'ex-ducere sia soprattutto il capire il codice genetico e nell'assecondarlo, far quindi seguire le naturali inclinazioni ma non prevaricarle obbedendo ai nostri desiderata!___ " Io voglio che mio figlio faccia il dottore!"___ e il figlio invece è portato a fare l'elettricista:in conclusione sarà un elettricista mancato e un cattivo dottore!____Mi piace a questo punto riportare una riflessione di Grazie Deledda: " Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri."____ Ciao, mp. tt