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Due gocce di cattiveria

Post n°46 pubblicato il 26 Settembre 2006 da il_presidente77
 
Tag: Vita

Berrò birra fino a tardi, birre bionde dalla alta gradazione alcolica. Quando me ne andrò, la notte sarà ancora lì e cercheremo un altro posto dove ancora spillano birra. Parlerò di tutto quello che tu vuoi. Ne sono capace e non mi vergogno. Non mi importa nulla, lo sai che sono sempre stato sincero. Ci fermeremo poi su una cancellata di una chiesa a parlare più seri che mai e in parte a sfogarci.
Non è ancora tempo perché il mio stereo spari a tutto volume un rock. Potrei disturbare i vicini. Nel frattempo camminerò come sempre tra le pile dei libri sparsi per il pavimento. Invaderò tutte quelle immaginarie patrie disegnate dalle loro pagine  e dormirò difeso dalla saggezza di quelle parole accatastate una sopra l'altra.
Non aspetterò che il sole sia troppo altro per bere la mia tazza di the. Berrò quel the con il retrogusto di terra rossa, quello che molti non sputano solo per rispetto dell'interlocutore. E lo stereo starà zitto, perché ora non deve parlare. La sua voce non serve a nessuno. Non deve neppure coprire i miei silenzi.
C'è chi cercherà di comprarmi con un aperitivo. Mi offrirà un passaggio in macchina ignorando che io viaggio in bicicletta, che rispetto gli stop e i sensi unici, ma che vado su e giù dai marciapiedi senza problemi, quando questi sono completamente vuoti. Il suo sorriso per me è solo una posa da tenere per le foto da vuota cerimonia. Non sono in vendita o almeno serve qualcosa di migliore, di più profondo dal punto di vista umano per potermi comprare, per tentare di farmi cambiare.
Non sono in vendita, nè in affitto. Non sono un ribelle a tutti costi, un anticonformista per forza. Non cerco nessun angolo della società in cui escludermi, in cui trovare un'ingiusta collocazione. Sono sempre lo stesso senza segni di riconoscimento. Sono quello che marcano come l'uomo qualunque, quello che credono non si interessi del mondo e che dicono che è colpa sua perché va tutto male. Sono però quello che ti saluta quando lo lasci attraversare sulle strisce pedonali. Quello che si preoccupa di fare la raccolta differenziata. Quello che fa delle scelte e riesce anche prendersi la responsabilità di sbagliare. Ecco il mio sorriso è molto più di protesta di tante tue azioni, perché é per tutti senza alcuna distinzione di età, razza, religione e idea politica.
Sbaglio, ho sbagliato, sbaglierò ancora, ma questo lo so da sempre, non provo vergogna. E tu mi contraddici. Lì seduto su quella cancellata non mi dai ragione. No cerchi di rendermi contento. È per questo che siamo cosi uguali, perché la birra non ci serve per riempire la serata e neppure per ripulire la coscienza.

 
 
 
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