J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
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William Xerra
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Marta dice che i sogni vanno guardati in controluce. Me lo dice mentre qualcuno verseggia un blues di Tom Waits come se fosse Nick Cave. Io bevo vino portoghese servito caldo e la ascolto parlare. Lei non mi guarda e parla come se fossi trasparente. Marta dice che non vuole visitare il mondo, perché casa sua è già troppo grande e rischia sempre di perdersi. Marta vive in un appartamento di quaranta metri quadri in affitto e non crede che riuscirà mai a stipulare un mutuo. Io, invece, qualche aereo lo prenderò. In fondo Capo Nord può essere più vicino dell'Adriatico.
Credo che adesso Marta mi parlerà dell'Africa e di quanto è bella. Non solo per lei. Ogni volta che parla dei colori dell'Africa, i suoi occhi si accendono e diventano ancora più splendenti e io ogni volta penso che potrei quasi innamorarmene.
Marta dice che "tutto va a rotoli". Ne è sicura perché lo sente al supermercato. Ne parlano da cinque anni alcune massaie che secondo lei potrebbero essere ottimi ministri dell'economia, ma che spendono sempre di più dello stipendio del marito sopratutto dalla parrucchiera. Io le dico che in fondo compro solo qualche libro e qualche cd musicale. Mentre fa ruotare il bicchiere, Marta mi fa notare che dovrei comprare anche film in dvd e, come se non l'avessi mai interrotta, continua a parlare di quanto tutte queste cose permettano di sognare e non solo di far guadagnare la gente.
Marta mi dice che è felice, che esistono molte cose per cui vale la pena vivere, anche se nessuno potrà mai farle tutte. Marta non ha mai pensato di fare una lista delle cose importanti e neppure una lista delle cose che vuol assolutamente fare. Crede che ogni giorno sia già sufficientemente meraviglioso.
"Marta non è Monica "- mi dice. Sembra banale, ma al dì là del color degli occhi è una considerazione molto profonda, perché il loro modo di guardare il mondo è diverso, ma il sorriso è lo stesso. Io non posso contraddirla. Annuisco solo, in fondo so che ha ragione e che Monica direbbe la stessa cosa.
Marta mi dice che io so sognare anche quando sono pessimista, anche quando non riesco a sorridere, anche quando non voglio sognare. È bello quello che dice di me. Lei mi conosce bene. Per lei è come una magia. Guarda una persona e già la conosce. E poi noi parliamo sempre: io ascolto e lei parla. Marta mi dice che guardo sempre il cielo, che non ho paura di guardalo neppure durante il giorno. Io le chiedo se non corro rischio di inciampare. Marta non sente neppure la domanda e cita Goethe.
Marta mi dice che le piace parlare con me e discutere delle nostre vite. Poi mi domanda se è diventata più bella. È sincera, per nulla sfrontata e non sono capace di mentirle. "No" - le dico. Marta mi dice, anzi vorrebbe dirmi che se lo aspettava, che sapeva già la mia risposta. Io ricomincio a parlare - "No, non sei più bella solo più perfetta".
Non so se Marta vuole ringraziarmi, se è felice, meravigliata o solo senza parole. Sola la bibita è finita e Marta se ne va. E io rimango con un bicchiere imbevibile di vino portoghese, senza domande, ma con tante risposte.
Questa è Marta.
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