J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
COME IERI
William Xerra
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Buio.
Sono immobile. Le mie gambe sono conserte. Topi, libri e pozzanghere. Ascolto le gocce d'acqua che cadono dal soffitto. I topi corrono. Li vedo, mentre aspetto di udire la prossima lacrima di dolore cadere. Corrono senza sosta. Corrono, ma non toccano le lacrime che cadono dal soffitto. Li vedo e loro vedono me.
Buio. Troppo buio.
Non mi muovo. Sono circondato da ombre e da libri. Li vedo. Leggo attentamente tutto ciò che mi circonda. Mucchi di parole rosicchiate e immerse nell'acqua. Le vedo chiaramente. I topi corrono, mi calpestano, mi ignorano. Li vedo. Troppe ombre, troppo oscuro. Non riesco neppure a legge il tatuaggio che ho impresso sull'avambraccio destro.
Luci. Pallide impalpabili luci.
Mi cercano. Mi chiamano. Pallide luci appaiono. Vogliono aiutarmi e io voglio essere aiutato. Non mi muovo. Non rispondo ai loro richiami. Non urlo. Ho paura di essere trovato, di essere aiutato. Aspetto che si allontanino, che quelle pallide luci ammettano di non poter squarciare questo buio. Guardo la porta. È chiusa. La chiave è ancora appesa al mio collo. La sento fredda, immobile. La vedo. La porta è fatta di mattoni. Non riesco più ad aprirla, ad attraversarla, a tornare indietro.
Non riesco più a sognare.
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