Creato da woodenship il 23/08/2010

delirio

una spirale

 

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ASSENZE(1)

Post n°139 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da woodenship



Era tutto a posto:le firme sul contratto,i contanti e le chiavi sul tavolo.Un sorriso e strette di mano:non era più padrone della casa che l'aveva visto nascere.Contò i soldi e li mise in uno zainetto,assieme al contratto di vendita.In quelle mani,molli e sudaticce dell'acquirente,aveva abbandonato una posizione comoda.L'interstizio in cui si era scavato una nicchia calda ed accogliente.Represse un brivido:era giunta l'ora di andare.Richiudendo la porta alle spalle,pensò che aveva perso troppo tempo per sbarazzarsi della zavorra.Salutò la segretaria del notaio.Scese le scale in fretta e fu in strada.

Gli alberi del viale protesero i rami spogli verso di lui.Pareva gli venissero incontro.Tra non molto l'inverno sarebbe stato pieno,non poteva tardare un minuto di più.Ma c'era ancora qualcosa da fare.Si strinse il bavero della giacca e camminò a lungo nel chiarore incerto del giorno,nemmeno sfiorato dal traffico e dall'affannarsi di gente intorno.

L'aveva incontrata che indossava una leggera mantellina rossa su una camicetta bianca,ed un paio di pantaloni,rossi pure loro.Era primavera avanzata.Il verde screziava appena il grigio bruciato dei boschi.Qualche nuvola vagabonda non rubava il languore della temperatura.Egli stava camminando senza una meta precisa.Ora seguiva una pista ora un'altra.All'improvviso lo attirò una macchia scarlatta.Si muoveva.Era viva.Il fato si colora in modo vivace,come le piante carnivore per gli insetti.Come avrebbe potuto non scorgerla:tutta di rosso,con quel fluttuante inanellarsi di capelli biondi?Fu così che vide la propria fine,innamorandosene.
La fanciulla emanava un profumo intenso di fiori invisibili.Ne lasciava una scìa irresistibile.Doveva conoscerla ad ogni costo.La seguì chiedendosi cosa ci facesse lì tutta sola.Forse cercava erbe
magiche.Nessun altro si trovava a passare per quel luogo.Il calpestio di rami secchi e ricci vuoti era di lui,ed avrebbe dovuto far sì che la ragazza si girasse.Invece,nulla:proseguiva incurante e leggera.Egli picchiò la testa contro la propaggine di un tronco,lasciandosi sfuggire delle imprecazioni;poi sprofondò in una buca tra le felci,con un gran fracasso di foglie secche.Essa non si lasciò
distrarre.Sorda,scrutava il terreno,spostando i sassi con un bastone.E continuarono in quel vagabondaggio fuori dai sentieri e tra le sterpaglie.
Camminavano,e le gemme sbocciavano.Le macchie infittivano.Per un po' la perse di vista e provò un tuffo al cuore.Poco dopo,a sorpresa,si ritrovò faccia a faccia con lei.Trasalì.La ragazza invece non si spaventò,d'altronde l'uomo non aveva una faccia feroce.Al contrario,si mostrò curiosa:
-Hai problemi?
-Da quando ti ho incontrata.
-Ti piace andare a caccia di guai?
-In certi casi sì.Non ti va di scambiare due chiacchiere?
-In genere preferisco il silenzio,ma se proprio ci tieni...
-Dove stai andando?
-Vado dalla mia nonna
-Abiti da queste parti?
-No,ci vive da sola la mia nonnina
-Dai,non prendermi in giro!
-Ho forse l'aspetto di una che si prende gioco degli altri?
-No,scusami
-Seguimi,dunque,ma non fiatare!
Percorsero mulattiere accidentate in silenzio.Scavalcarono colline.Giunse la notte e poi il giorno in un rincorrersi che impediva di tenerne conto.Arrivarono nei pressi di un casolare.Si trovava a mezza costa tra lago e montagna.La baita era scura di fumo e sorgeva tra due pini antichi.Api ronzavano tra i fiori di ciliegi selvatici.Un pruno,un orticello ricoperto dalle gramigne,dei noci dalle braccia spoglie e contorte,ed una quercia poco più in là.La ragazza si era fermata vicino alla porta sbarrata.Egli si avvicinò alla finestra.Guardò attraverso le schegge di vetro ancora infisse nel telaio.E vide un precipizio senza fondo.Arretrò:-Non è questa la casa di tua nonna,vero? -Lo guardò con un che di misterioso:-No,non è ancora il momento-rispose,riprendendo il cammino.Quando
essa si fermò di nuovo,egli si era smarrito del tutto:forse c'era già stato nella radura in cui si trovavano.Si domandò per un istante come avrebbe potuto tornare indietro.Poi lasciò perdere.Del resto,non ricordava nemmeno se aveva lasciato qualcuno ad aspettarlo.Il prato era fitto di margherite,il luogo ideale per riposare.Si lasciò cadere in ginocchio .Lei sedette accanto.Lui ruppe il silenzio:
-Dimmi almeno come ti chiami!
-Cappuccetto Rosso.
-Ed io Lupo Cattivo.
-Non è uno scherzo,te l'ho già detto
-Il cappuccio dov'è?
-Il tempo è bello,il sole splende
-Appunto,fermiamoci un po':l'erba è soffice,raccontami.Conosco molto più la città della montagna.Non vorresti istruirmi sui suoi segreti?
-E mia nonna?
-Aspetterà:non saranno dieci minuti in più o meno a fare la differenza
-Sai ciò che rischi?
-No,ma sono pronto.
-Accetto la proposta,ma a patto che tu riesca a prendermi
-Vuoi giocare a nascondino?
-Chiamalo come vuoi.
-D'accordo,verrò a cercarti.
In uno sguardo d'intesa,per la prima volta,colse in tutta la sua intierezza il biancore del viso,il suo contrasto sul vermiglio della mantellina.I capelli avevano acquistato dal sole il colore del miele d'acacia.Emanavano un odore penetrante.La giovane,nell'allontanarsi,gli raccomandò di contare fino a cento.

(continua)

 
 
 
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