delirio

Le Parche, figlie della Notte o di Zeus e Temi - la Giustizia - secondo la mitologia greca, accompagnavano ciascuno essere umano nel corso della vita. Le loro decisioni erano immutabili, neppure gli dèi potevano cambiarle. Esse possedevano occhi per vedere passato, presente e futuro e un paio di forbici per tagliare il filo della vita. Cloto, la più giovane, era la tessitrice, che filava l’ordito della vita. Lachesi sul fuso distribuiva la quantità di vita a ogni umano e ne decideva il destino. Atropo, “non era una grande dea, ma certamente alle altre superiore e più anziana”, era colei che recideva il filo della vita. Le dee Parche non si possono evitare. Non possiamo schivare le vecchie tessitrici scorbutiche o le oscure fanciulle, figlie della Notte. È nostro destino accettare la nascita, la vita e la morte. Siamo costretti ad accogliere il dolore, le miserie, le arroganti sapienze degli intellettuali e tutte bassezze della vita. Siamo solo padroni di vivere la porzione di vita che ci è stata offerta, in attesa dell’inflessibile Atropo e timorosi del giudizio di Eaco. Wood ti abbracccio, consapevole di quell'invisibile filo sottile che ci lega. Margherita.