Canzone,io credo che saranno radi
color che tua ragione intendan bene,
tanto la parli faticosa e forte.
Onde,se per ventura elli addivene
che tu dinanzi da persone vade
che non ti paian d'essa bene accorte,
allor ti priego che ti riconforte,
dicendo lor,diletta mia novella:
"Ponete mente almen com'io son bella!"
Dante,Convivio.
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Una signora di una cittadina in una regione in cui è in corso la campagna elettorale, non ha trovato di meglio che denunciare, il fatto di ritenere che, nel "tale palazzo" si spacciasse la droga, che aveva causato la morte del suo figliolo malato di SLA, ad un politico che ha fatto della questione sicurezza cavallo di battaglia per arrivare al potere. Questi,"eroicamente", si è recato all'indirizzo con un codazzo di giornalisti, carabinieri, poliziotti e sfaccendati sostenitori, per suonare il citofono e chiedere, come fosse un gioco innocente, come fosse l'Amadeus del gioco a premi televisivo sulle identità nascoste: se era lì che abitava lo spacciatore, se era vero che lì si spacciava.
Non intendo scendere nel merito della questione politica: si commenta da sè e sempre mi chiedo come si faccia a dare credito ad un individuo simile.
Senza slanciarmi anch'io contro la signora in questione, mi chiedo, molto più semplicemente: che ci azzecca la droga con un ragazzo affetto da SLA?
Per quel poco che so della malattia: essa, per natura, ha esiti rapidi e letali, senza alcun bisogno di droghe a compendio, se non per alleviare sintomi e dolore conseguente. Per conseguenza, mi chiedo e chiedo, come sia stato possibile per la signora assumere la droga come causa di morte e non la malattia stessa.
Certo alla stampa, alla propaganda, non importa questo aspetto per me non secondario. Dal momento che l'ignoranza, la propaganda, la strumentalità e la visceralità fanno travisare pure la scientificità dei fatti. Ovvero:
DALLA SCLEROSI AMNIOTROFICA LATERALE non ci si salva: la fine è nota e tra attroci sofferenze. Abbiamo avuto esempi di persone che hanno scelto in tutta coscienza di morire, piuttosto che convivere con la malattia e le torture con cui stronca la tempra dell'individuo.
Che il ragazzo possa avere pensato di attenuarne gli effetti dolorosi assai, mediante l'assunzione di droghe, potrebbe risultare comprensibile.
Ma che si sia lasciata una mamma nella perfetta ignoranza, riguardo alla malattia ed ai suoi effetti mortiferi, al punto da farle credere che, ad uccidere suo figlio sia stata la droga, ecco, mi pare ancora più diabolico a dir poco.
Perdonate lo sfogo
un più che caro saluto
............W..........
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